martedì 18 novembre 2014

Su la testa

Il sindacato avverte «Paghino gli stipendi od occupiamo l'Ilva»

«Lo diciamo ora così il messaggio sarà chiaro: se il mese prossimo non dovessero pagare il misero stipendio o la tredicesima che guadagniamo con tanto sudore, provvederemo immediatamente ad occupare la fabbrica». Lo annuncia il coordinamento provinciale dell’Usb (Unione sindacale di base) di Taranto in un volantino distribuito alle portinerie dello stabilimento Ilva di Taranto. Il riferimento è alla crisi di liquidità dell’azienda e alle voci sul possibile slittamento del pagamento dello stipendio di dicembre e della tredicesima mensilità.
L'Usb attacca il commissario dell’Ilva Piero Gnudi sottolineando che il «prestito ponte è stato bruciato in meno di due mesi». Ma «quello che non torna – secondo il sindacato di base – è la produzione corrente. È singolare che si torni a parlare di problemi nel pagamento delle retribuzioni, proprio nel momento in cui l’Acciaieria 1 marcia a tre forni e l'Acciaieria 2 con due forni. Così come è singolare che si facciano migliaia e migliaia di ore di solidarietà con tre Altoforni e due Acciaierie in marcia». Una domanda, osserva il coordinamento dell’Usb, «ci viene naturale: e tutta la produzione che facciamo dove finisce? È  bene che il commissario Gnudi sappia che questo gioco al massacro deve finire, sono più di due anni che lavoriamo in una situazione di estrema precarietà ambientale e di salute, oltre ciò anche l’angoscia quotidiana di non percepire lo stipendio. E questo vale sia per i lavoratori Ilva che quelli dell’appalto che non sono lavoratori di serie B».
Tornando alla possibile occupazione dello stabilimento in caso di ritardi nel pagamento degli stipendi, l’Usb 'avvisà il commissario: «Questa volta non ci accontenteremo del tetto o della portineria. Nazionalizzare è l’unica soluzione». (GdM)


Camusso sull'Ilva: «Si può salvare anche con l'intervento pubblico»

Sull'Ilva l'ipotesi migliore «è che si contemperi una rapida e rigorosa applicazione dell'Aia con il mantenimento dell'attività produttiva. Quindi ci vuole chi mette i capitali e garantisce la prosecuzione. Più volte abbiamo detto che la fondamentale necessita di salvaguardare il settore siderugico del nostro Paese deve anche portare a scelte di intervento pubblico».
Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervenendo ad un convegno a Bari. «Credo che questa discussione non si possa fare in astratto», ha aggiunto riferendosi all'ipotesi di acquisizione dell'Ilva da parte di stranieri.
«Bisogna vedere - ha proseguito Camusso - quali sono i piani industriali, le quantità produttive, qual è la relazione tra piano industriale che riguarda Taranto e le soluzioni che si costruiscono rispetto a Terni e Piombino. Bisogna fare politica industriale e non affrontare ogni singola situazione in una dimensione del minore dei mali, perchè con questa logica abbiamo perso un terzo dell'apparato produttivo del Paese e non penso che possiamo permetterci di perdere altri pezzi». (Quotidiano)

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