Ma l’ambiente no!
Secondo indiscrezioni apparse
sul quotidiano ‘La Repubblica’, ArcelorMittal avrebbe presentato
un’offerta d’acquisto per rilevare lo stabilimento siderurgico jonico.
Stando a quanto appresso verrebbero riconfermate il mantenimento degli
attuali livelli di occupazione, l'intenzione di investire nel gruppo per
il rilancio della produzione e la volontà di rilevare l’Ilva nella sua
interezza. Latita però la questione ambientale
Un primo significativo passo per la
cessione dello stabilimento siderurgico jonico è stato compiuto. Secondo
indiscrezioni apparse quest’oggi sul quotidiano ‘La Repubblica’,
ArcelorMittal, avrebbe presentato un’offerta d’acquisto, nella quale
però non ci sarebbero ancora indicazioni economiche, mentre verrebbero
riconfermate il mantenimento degli attuali livelli di occupazione,
l'intenzione di investire nel gruppo per il rilancio della produzione e
la volontà di rilevare l’Ilva nella sua interezza. Nello specifico Il
polo di Taranto, per l'attività fusoria, di Genova e di Novi Ligure, per
le attività di laminazione.
Sembra dunque che sia stata attesa le
condizione posta dal commissario Piero Gnudi e dal ministro dello
Sviluppo Economico Federica Guidi: preservare l'occupazione. Ancora non
del tutto limpide invece le questioni inerenti l’attuazione degli
investimenti necessari in materia di risanamento ambientale. Questione
nient’affatto trascurabile questa, che potrebbe far capitolare Taranto
dalla padella estremamente unta dei Riva alla brace dei franco indiani.
La trattativa comunque è solo agli inizi e di certo non mancheranno i
colpi di scena. (Cosmopolismedia)
Prima offerta per Ilva da Marcegaglia e gli indiani
Entra nel vivo la gara per la conquista
dell'Ilva. ArcelorMittal, leader mondiale del settore siderurgico con
una produzione di 91 milioni di tonnellate, ha presentato l'offerta non
vincolante per l'acquisto del gruppo italiano. La multinazionale
dell'acciaio, che in Italia ha scelto come partner il gruppo
Marcegaglia, ha così deciso di compiere il primo, significativo passo in
una competizione che si annuncia ancora ricchi di colpi di scena e che a
breve potrebbe anche vedere in campo la Cassa Depositi e Prestiti. La
prima mossa ufficiale, comunque, porta per ora la firma di
ArcelorMittal.
Secondo quanto risulta a Repubblica nell'offerta presentata non ci sarebbero ancora indicazioni economiche, mentre verrebbero riconfermate il mantenimento degli attuali livelli di occupazione, l'intenzione di investire nel gruppo per il rilancio della produzione e la volontà di rilevare l'Ilva nella sua interezza. Il gruppo, infatti, poggia essenzialmente sui tre poli di Taranto, per l'attività fusoria, di Genova e di Novi Ligure, per le attività di laminazione. Fondamentale, per ArcelorMittal è poter contare non solo sulle attività produttive di Taranto, ma anche sullo stabilimento di Genova-Cornigliano, che ha rinnovato i suoi impianti e che, soprattutto, mette a disposizione un milione di metri quadrati affacciati sul mare, una piattaforma logistica ideale da cui servire i mercati europei.
Le condizioni poste dal commissario straordinario del governo Piero Gnudi, che alle banche nei giorni scorsi ha chiesto di procedere con la seconda tranche del prestito-ponte, sono sostanzialmente note: preservare l'occupazione e attuare tutti gli investimenti in materia ambientale. Argomenti che non possono essere messi in discussione, come ha più volte spiegato anche il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. ArcelorMittal chiede però di concentrare in una "bad company" tutte le partite "incagliate" e le sofferenze dell'Ilva, riunendo attività e occupati nella nuova "good company" che entrerebbe nella rete internazionale del gruppo che produce acciaio in oltre sessanta Paesi del mondo.
Mentre appare in questo momento più defilata la posizione del gruppo indiano Jindal, resta invece confermato l'interesse per l'Ilva da parte del gruppo Arvedi. A sostegno della famiglia siderurgica potrebbe presto scendere in campo anche la Cassa Depositi e Prestiti. L'amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini ha infatti confermato nelle scorse settimane l'interesse di Cdp per un settore "strategico" come quello dell'acciaio, in un Paese che è ancora il secondo produttore europeo. (Rep)
Secondo quanto risulta a Repubblica nell'offerta presentata non ci sarebbero ancora indicazioni economiche, mentre verrebbero riconfermate il mantenimento degli attuali livelli di occupazione, l'intenzione di investire nel gruppo per il rilancio della produzione e la volontà di rilevare l'Ilva nella sua interezza. Il gruppo, infatti, poggia essenzialmente sui tre poli di Taranto, per l'attività fusoria, di Genova e di Novi Ligure, per le attività di laminazione. Fondamentale, per ArcelorMittal è poter contare non solo sulle attività produttive di Taranto, ma anche sullo stabilimento di Genova-Cornigliano, che ha rinnovato i suoi impianti e che, soprattutto, mette a disposizione un milione di metri quadrati affacciati sul mare, una piattaforma logistica ideale da cui servire i mercati europei.
Le condizioni poste dal commissario straordinario del governo Piero Gnudi, che alle banche nei giorni scorsi ha chiesto di procedere con la seconda tranche del prestito-ponte, sono sostanzialmente note: preservare l'occupazione e attuare tutti gli investimenti in materia ambientale. Argomenti che non possono essere messi in discussione, come ha più volte spiegato anche il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. ArcelorMittal chiede però di concentrare in una "bad company" tutte le partite "incagliate" e le sofferenze dell'Ilva, riunendo attività e occupati nella nuova "good company" che entrerebbe nella rete internazionale del gruppo che produce acciaio in oltre sessanta Paesi del mondo.
Mentre appare in questo momento più defilata la posizione del gruppo indiano Jindal, resta invece confermato l'interesse per l'Ilva da parte del gruppo Arvedi. A sostegno della famiglia siderurgica potrebbe presto scendere in campo anche la Cassa Depositi e Prestiti. L'amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini ha infatti confermato nelle scorse settimane l'interesse di Cdp per un settore "strategico" come quello dell'acciaio, in un Paese che è ancora il secondo produttore europeo. (Rep)
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