domenica 16 novembre 2014

Dalla rete...







"Ascoltavo agghiacciato e basito oggi, onorevoli e politici locali che continuano a parlare di "grande scommessa", riferendosi all'ambientalizzazione dell'Ilva da farsi con soldi privati inesistenti, o soldi dello Stato, o soldi delle banche dati col contagocce che servono a stento a pagare stipendi.
Uomini, questi politici, partoriti dal ventre della stessa terra che stanno tradendo, permettendo, senza batter ciglio e con finti sorrisi di cera, che oltre 300.000 persone (Taranto e provincia) continuino a morire ed ammalarsi per colpa di una fabbrica che non può far altro che chiudere, fisiologicamente e probabilmente anche a breve. Preferiscono continuare a essere teatranti da quattro soldi, marionette, attorucoli di un triste e criminale feuilleton, piuttosto che tentare di difendere la propria gente e la loro città. scar
I lavoratori ormai forniscono, di continuo, immagini provenienti dalla loro quotidianità lavorativa, costituendo, in risposta e contrapposizione al "governo ombra" - sgominato e smascherato dall'intervento della magistratura e che comandava sui loro capi incutendo continue tensioni e timori -, un raggio di luce e verità che viene dal basso, che viene proprio da loro, da chi calpesta, vive le proprie ore lavorative e respira più di tutti i veleni di quella fabbrica di morte, portando a lavare a casa tute contaminate.
Lavoratori che non ce la fanno più a vivere non sapendo se percepiranno lo stipendio il mese successivo; non ce la fanno più a lavorare in un ambiente saturo di sostanze micidiali, polveri, gas, emissioni non convogliate. Lavoratori, sebbene in minima parte, tarantini (visto che il resto viene da paesi e città molto lontane dall'ILVA), che vedono finire in mare, nel loro mare, polveri minerali, carbone, ferro, loppa. Prima non parlavano, o parlavano in pochi; ora stanno capendo o hanno capito che i parchi minerari non si chiuderanno mai, che gli sporgenti - sotto sequestro penale ma con facoltà d'uso - non hanno mai risolto le loro criticità motivo dell'azione della magistratura, che il governo li sta prendendo in giro, che Confindustria non può più difendere la loro azienda (perché i soldi non s'inventano), che i sindacati (probabilmente non proprio tutti) non possono tutelare i loro diritti e che, anzi, sono proprio loro stati i primi a venderli ai loro padroni che sono stati, questi ultimi, i peggiori e spregiudicati coloni che questa città potesse meritarsi.
Così come le ho avute, pubblico queste immagini relative all'allagamento degli sporgenti ILVA dove, in alcune sembra non distinguersi la fine della terra e l'inizio del mare. Non esiste un sistema di raccolta acque piovane che funzioni (motivo del sequestro del novembre 2009) e l'acqua contaminata finisce inesorabilmente in mare, nel nostro mare, dove a qualche centinaia di metri, sono stati trasferiti i campi mitili.
Ci hanno ucciso il passato e il presente. Non permettiamo di impedirci di scegliere il nostro futuro che non può essere quello proposto da PD e PDL, perché non esiste l'ambientalizzazione dell'ILVA. La certezza, il presente, lo stato dei fatti è rappresentato da queste immagini che riportano le iniezioni di morte che si sommano agli aerosol che ci stanno continuando a far inalare, dopo tre o più commissariamenti e sei decreti ad aziendam, dopo oltre due anni dal sequestro di quasi tutta la parte vitale dello stabilimento, dopo più di cinquant'anni di riduzione in schiavitù di una terra che sarebbe potuta essere uno dei posti più belli, rigogliosi e fecondi al mondo.
Lavoratori unitevi sempre di più. Solo uniti potrete tutelare il vostro futuro.
Le immagini sono di dominio pubblico. Il mare, come i morti di tumore che riempiono i nostri cimiteri, non hanno copyright, appartengono a tutti noi. Come NOSTRA è la terra che hanno distrutto. Fatele girare se e come volete.
Forza Taranto, forza Taranto Libera!" (Alex Orange)

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