Morì di mesotelioma, il tumore causato
dall'amianto, lavorando all'Ilva di Taranto, ma per l'Inail i figli non
hanno diritto ad alcun riconoscimento per il decesso da malattia
professionale: solo l'assegno di 2.000 euro per le spese funerarie. E'
quanto denuncia Luciano Carleo, presidente dell'associazione
'Contramianto onlus', che rivolge un appello ai parlamentari per
modificare l'art. 85 del Dpr 1124/65, il Testo unico per infortuni e
malattie professionali.
La legge sull'assicurazione da infortuni e
malattie da lavoro limita il diritto di rendita al solo coniuge nella
misura del 50%, ai figli conviventi non occupati il 20% sino al 21esimo
di età, se studenti universitari sino al 26esimo anno. "Nessun
riconoscimento Inail - scrive Carleo - sarà corrisposto ai figli di un
elettricista del siderurgico di Taranto morto di cancro pleurico per
esposizione all'amianto perché, essendo vedovo (aveva perso la moglie
alcuni anni addietro di tumore), il diritto non può andare ai figli
maggiorenni e occupati: questo è quanto previsto dall'art. 85 del Dpr
1124/65. Una vera ingiustizia. Per questo - conclude il presidente di
Contramianto Onlus - chiediamo ai parlamentari di Camera e Senato di
mobilitarsi affinché la norma venga cambiata per ripristinare il giusto
diritto". (Rep)
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