Bonifica dei terreni a Taranto. PeaceLink invita il Presidente della
Provincia a emanare un'ordinanza nei confronti di chi ha inquinato il
quartiere Tamburi
In questi giorni si rincorrono voci di un imminente inizio di quelle
bonifiche dei terreni delle scuole del quartiere Tamburi di Taranto che
erano state più volte annunciate prima lo scorso anno e poi all'inizio
di quest'anno.
Gli spazi verdi delle scuole e le aree gioco del quartiere Tamburi sono infatti contaminate sopra i limiti di legge.
La relazione ufficiale presente sul sito della "Cabina di regia per gli interventi urgenti di bonifica" (
http://www.commissariodelegatoemergenza.it/taranto)
attesta la "presenza di Metalli, Idrocarburi pesanti, PCB e IPA in
concentrazioni superiori alle rispettive CSC (concentrazione soglia di
contaminazione)".
Era prevista l'esecuzione della caratterizzazione, l'elaborazione
dell'Analisi di Rischio sito specifica, la redazione del Progetto di
Bonifica e l'esecuzione dell'intervento di bonifica per le seguenti
aree:
COMUNE DI TARANTO - "Cimitero di San Brunone" Caratterizzazione, analisi di rischio e bonifica dei suoli
COMUNE DI TARANTO - "Scuola De Carolis, Scuola Deledda, ex Scuola
D'Aquino" Caratterizzazione,analisi di rischio e bonifica dei suoli
COMUNE DI TARANTO - Bonifica del Quartiere Tamburi di Taranto
Nella documentazione ufficiale nel sito della Cabina di Regia per le bonifiche si legge:
"Le elaborazioni e le considerazioni effettuate in sede di Analisi di
Rischio hanno evidenziato la effettiva contaminazione del sito (...) Il
Top soil (0-0,1m) risulta contaminato da PCB che determinano rischio
sanitario (cancerogeno) e Selenio che determina rischio ambientale. Il
Suolo Superficiale (0-1m) risulta contaminato da Tallio che determina
rischio sanitario (tossico) per il recettore bambino e rischio
ambientale (per la risorsa idrica sotterranea), e da Selenio,
Idrocarburi Pesanti, PCB e Zinco che determinano rischio ambientale".
In altre parti della documentazione emerge una grave contaminazione
da piombo (inquinante neurotossico) che è estremamente pericoloso in
quanto può provocare un danno irreversibile al cervello dei bambini. Le
analisi effettuate su urine e sangue attestano una preoccupante presenza
nel corpo dei tarantini di piombo, anche nei bambini.
In presenza di un accertato rischio per la salute, la Provincia di
Taranto ha nel 2013 vietato agli studenti di scuola media superiore di
andare nei locali scolastici del quartiere Tamburi: il Commissario
prefettizio bloccò infatti il trasferimento del Liceo Artistico Lisippo
presso la scuola Deledda.
Contemporaneamente il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, ha
consentito ai bambini di scuola elementare di frequentare le scuole nel
quartiere Tamburi.
Taranto è la città dei paradossi: nel quartiere Tamburi possono
andare a scuola i bambini ma non i ragazzi. Per i primi non ci sarebbe
pericolo, per i secondi sì.
In una situazione così anomala, erano più che mai attesi gli interventi di bonifica dei terreni inquinati.
Le attività di bonifica delle aree pubbliche del quartiere Tamburi
erano previste dal ”Protocollo d’intesa per gli interventi urgenti di
bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto” del 26
luglio 2012.
Vi è tuttavia un grave problema che a nostro parere non è stato risolto e da cui dipendono gli stessi interventi di bonifica.
Ci chiediamo infatti se la Provincia e il Comune di Taranto abbiano
individuato i responsabili del superamento dei valori di concentrazione
soglia di contaminazione in applicazione dell’art. 244 del D. Lgs.
152/2006 e ss.mm.ii., come da noi richiesto all'allora Ministro
dell’Ambiente, Andrea Orlando, nell'incontro del maggio 2013. A seguito
di quella richiesta l’avv. Maurizio Pernice del suddetto Ministero
inviava all'Amministrazione provinciale di Taranto il 23/05/2013 una
richiesta di provvedere ai sensi dell’art. 244 e cioè di individuare i
responsabili prima di procedere ai lavori di bonifica.
Tale missiva del Ministero dell'Ambiente è stata da noi consegnata
durante durante una seduta della Cabina di regia per le bonifiche a
tutti i presenti ed in particolare ai referenti istituzionali
considerato che da notizie informali avevamo appreso che non ancora non
era stata ricevuta.
In sostanza il rischio è che si avviino lavori di rimozione del
terreno per la bonifica dei Tamburi modificando lo stato dei luoghi e
impedendo l’accertamento delle responsabilità degli inquinatori.
Ricordiamo che le risorse che si stanno utilizzando per i lavori sono
pubbliche e che quindi non stiamo applicando il principio “Chi inquina
paga”; e aggiungiamo che ciò, oltre ad essere una violazione di una
norma, è anche una scelta assurda in un periodo in cui le risorse
pubbliche sono ancora più scarse del solito. Le bonifiche vanno fatte a
carico di chi ha inquinato, non del contribuente.
Rendiamo pubblico al nuovo Commissario per gli interventi urgenti di
bonifica di Taranto, Vera Corbelli, che tutta la documentazione
l'abbiamo consegnata alla Procura della Repubblica.
Facciamo accoratamente presente anche al nuovo Presidente della
Provincia di Taranto Martino Tamburrano che alla Provincia spetta
l'attuazione dell'articolo 244 del D.Lgs. 152/2006 che recita:
1. Le pubbliche amministrazioni che nell'esercizio delle proprie
funzioni individuano siti nei quali accertino che i livelli di
contaminazione sono superiori ai valori di concentrazione soglia di
contaminazione, ne danno comunicazione alla regione, alla provincia e al
comune competenti.
2. La provincia, ricevuta la comunicazione di cui al comma 1, dopo
aver svolto le opportune indagini volte ad identificare il responsabile
dell'evento di superamento e sentito il comune, diffida con ordinanza
motivata il responsabile della potenziale contaminazione a provvedere ai
sensi del presente titolo.
3. L'ordinanza di cui al comma 2 è
comunque notificata anche al proprietario del sito ai sensi e per gli
effetti dell'articolo 253.
Al nuovo presidente della Provincia Martino Tamburrano facciamo
presente che a lui spetta il compito di diffidare "con ordinanza
motivata il responsabile della potenziale contaminazione", così come
prevede la legge. Se questo non viene fatto l'Italia incorrerà nelle
conseguenze della procedura europea di infrazione. Non solo: le stesse
amministrazioni potrebbero dover rendere conto di fronte all'autorità
competente della ragione per la quale a Taranto non viene applicato il
principio "chi inquina paga".
Invitiamo pertanto il Presidente della Provincia a emanare
un'ordinanza nei confronti di chi ha inquinato il quartiere Tamburi al
fine di applicare - come richiede la legge italiana e la normativa
europea - il principio "chi inquina paga".
Per
PeaceLink - Fulvia Garvame - responsabile nodo PeaceLink Taranto; Alessandro Marescotti - presidente nazionale di PeaceLink