mercoledì 23 aprile 2014

Requiem per un altro "figlio" di Bondi

Lucchini, l'acciaieria di Piombino si spegne

Niente acquirenti. A casa 3 mila operai. Altoforno in stand by. La crisi del secondo polo siderurgico d'Italia dopo l'Ilva.

L'altoforno è pronto a crollare in un sonno profondo. Spegnendo, assieme alla produzione, il futuro di oltre 4 mila lavoratori.
La notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 aprile dovrebbe essere ''addormentato''. Poi l'acciaieria Lucchini di Piombino entra in stand by. Bloccata per 25 giorni, prima della chiusura definitiva.
Anestetizzata come le speranze degli operai di questo Comune di quasi 35 mila abitanti nella provincia di Livorno.
IL SECONDO POLO DOPO TARANTO. È il secondo polo siderurgico italiano dopo Taranto. Come l'Ilva, è stata guidata dal “risanatore” Enrico Bondi, che l'ha trasformata nel 2003 da società per azioni a holding.
Nel 2005 il passaggio ai russi di Severstal. Nel 2008 lo scoppio della crisi. Dal dicembre 2012 è in amministrazione straordinaria sotto il commissario Piero Nardi. È stata dichiarata insolvente dal tribunale di Livorno nel gennaio 2013. E ora «la Fabbrica», come la chiamano tutti, è vicina al capitolo finale della sua storia.

1. Stabilimento in cerca di un acquirente. Il bando scade il 30 maggio

  • Lo stabilimento della Lucchini a Piombino. (Imagoeconomica)
Ma come si è arrivati a questo epilogo? Le società ammesse al bando (che si chiude a fine maggio) per la cessione dell'acciaieria non hanno manifestato interesse. L'offerta della Smc - società dell'uomo d'affari giordano Khaled al Habahbeh e con sede legale a Tunisi - è tramontata, mentre le speranze ora si concentrano sul progetto degli indiani della Jsw.
MANCANZA DI PROSPETTIVE. Così il governo e il commissario straordinario Nardi si sono convinti della mancanza di prospettive che consentano il proseguimento dell'attività.
Diventa quindi «indispensabile», secondo le intenzioni del vice ministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, mettere a punto il progetto di riqualificazione ambientale e di riconversione industriale dell'area.
DALLA REGIONE 60 MILIONI. Il programma, per il quale la Regione ha messo a disposizione 60 milioni, a cui si aggiungono fondi europei, mira al rilancio del sito della Lucchini grazie a un nuovo forno elettrico e a tecnologie di ultima generazione, come Corex e Finex.
Ci sarebbero poi le bonifiche ambientali, la riqualificazione dell'area per favorire nuove attività produttive, anche nell'ambito di un polo di smaltimento delle navi, e politiche attive la ricollocazione dei lavoratori.

2. Contratti di solidarietà ai dipendenti, cig per l'indotto

Per gli operai il futuro resta incerto. Il 17 aprile al Mise (ministero dello Sviluppo economico) è stato raggiunto l'accordo durante un vertice con i rappresentanti della Regione Toscana, i sindacati e l'azienda.
A FAVORE IL 97% DELL'ASSEMBLEA. L'intesa prevede contratti di solidarietà per i lavoratori della Lucchini e ricorso agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione in deroga) per quelli dell'indotto. L'ok è arrivato col parere favorevole del 97% dei votanti all'assemblea.
Questa forma di accompagnamento è prevista per il periodo necessario a individuare un soggetto acquirente.
CABINA DI REGIA PER L'OCCUPAZIONE. Anche il problema più generale delle prospettive occupazionali è stato affrontato: si è deciso che nell'accordo di programma per Piombino debba essere inserita l'istituzione di una cabina di regia per l'occupazione del sito.

3. Video appello degli operai al papa: «Francesco fai qualcosa»

Gli operai hanno lanciato un appello persino al papa: «Francesco, qui siamo alla fine. Fai qualcosa».
Il video curato da Klaus Davi e dalla Cgil Toscana deve essere consegnato direttamente a Bergoglio, ma anche a tutti i deputati, senatori, nonché alla presidente della Camera Laura Boldrini.
«INTERCEDA LEI, SIAMO DISPERATI». Paolo Tempini ha esordito così nel filmato: «Gradirei, vorrei, pregherei che il papa intercedesse per le acciaierie». Poi è toccato ad Andrea Galli, che ha chiesto al pontefice di «prendersi a cuore la vicenda: siamo disperati, non c'è persona migliore».
Quindi il turno di Dario Giannaneschi: «Francesco, qui siamo alla fine di un percorso». E ha chiesto di «prendere in mano la situazione e coinvolgere tutte le parti politiche».
«SIAMO I NUOVI POVERI DEL FUTURO». Giuseppe Garito ha invitato a «pregare anche per noi perché saremo i nuovi poveri del futuro, saremo i disperati». Salvatore ha ammesso che «una parola di conforto da lui sarebbe importante per tutti». Infine la chiusura con Francesco Masangui, che ha parlato di «una zona che sta per morire e 4.500 persone (tra dipendenti e indotto, ndr) che rischiano di essere mandate a casa, una bella fetta di patrimonio culturale e lavorativo che se ne va».

4. Un lavoratore in sciopero della fame davanti ai cancelli

  • La mappa dell'acciaieria Lucchini.
Un altro dipendente, il 54enne Paolo Francini, ha trascorso 48 ore in sciopero della fame davanti al cancello dello stabilimento, tra Pasqua e Pasquetta.
«Io dal 1980 lavoro qui, adesso non me la sentivo proprio festeggiare a casa, tra colombe e scampagnate come se nulla stesse accadendo», ha spiegato.
«È IL MOMENTO DELLA LOTTA». «Questo come forma di protesta contro il governo, ma anche per dire a me stesso, ai miei colleghi di lavoro e ai sindacati che non è giunto il momento di innalzare la bandiera bianca, ma quella della mobilitazione e della lotta. La nostra volontà deve essere più forte della decisione politica di uccidere le nostre speranze».
Ha dormito sulle scalinate di ingresso, ma non è rimasto solo, complice la partecipazione di sindacati e altri lavoratori. «Ora da qui bisogna che partano iniziative per far diventare Piombino emergenza nazionale».

5. A Piombino un dipendente Lucchini è candidato sindaco del M5s

La politica, quasi all'unisono, finora si è limitata ad appelli contro la chiusura e a richiedere l'intervento del governo.
Il 25 maggio 2014 a Piombino ci sono le elezioni comunali. Massimo Giuliani (Pd) è il candidato del centrosinistra e ha promesso di «non lasciare niente di intentato. Gli strumenti giusti non può che averli il governo, sia a livello di conoscenza degli interlocutori e della loro attendibilità, sia per l'individuazione dei canali da attivare».
I GRILLINI: «SILENZIO DEI MEDIA». L'aspirante sindaco del Movimento 5 stelle è Daniele Pasquinelli, operaio della Lucchini. «Come si risollevano le sorti dell'impianto? Creando nuovi mercati e un piano industriale pluriennale», ha detto in un'intervista al Corriere etrusco in cui si lamentava del silenzio dei media nazionali sulla vicenda.
I SINDACATI CHIAMANO RENZI. Fiom, Fim e Uilm assieme alla Rsu dell'industria siderurgica hanno chiesto un incontro con il premier Matteo Renzi.
Mentre l'eurodeputata di Forza Italia Lara Comi ha punzecchiato proprio l'ex sindaco di Firenze: «A Matteo dovrebbero fischiare le orecchie, considerato il suo radicamento sul suo territorio. Mi viene il dubbio che non sia poi così forte in Toscana. Quando uno va a Roma forse si dimentica da dove proviene».
La senatrice dem Laura Puppato ha spiegato a KlausCondicio: «Io dico questo. Per le grandi realtà economiche e produttive, dove c'è una incapacità o una inadeguatezza anche da parte delle imprese, va valutato pienamente un intervento governativo, come è stato fatto per l'Ilva, dove lo Stato si è reso commissario».
SEL CONTRO IL MINISTRO GUIDI. Dario Stefano (Sinistra ecologia e libertà) se l'è presa con il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi: «Lei dorme e questo non ci consente di recuperare un deficit, quello della politica industriale». (Lettera43)

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