domenica 27 aprile 2014

Autolesionismo

Ilva, i pm: “Vendola non può essere parte lesa”

 La vicenda è profondamente politica. Eppure – a meno di colpi di scena – toccherà alla magistratura prendere una decisione. E dal punto di vista politico non si tratta di una decisione da poco. Nichi Vendola può rappresentare la Puglia, nell’eventuale processo, chiedendo ai Riva i danni per l’avvelenamento prodotto dal loro siderurgico?
E SE NON POTRÀ farlo, per il leader di Sel, non si tratta di una “condanna” politica – una sorta d’indegnità a curare gli interessi della Puglia – di cui deve prendere atto? Veniamo al punto. Su un lato della medaglia troviamo Vendola, presidente di Regione, imputato per concussione nell’inchiesta Ilva. Sull’altro lato c’è Vendola, presidente di Regione, che rappresenta la Puglia intera come parte civile. E così, se il 19 giugno il giudice per l’udienza preliminare dovesse rinviare a giudizio Vendola, il segretario di Sel dovrebbe chiedere i danni a se stesso. L’unico politico a rilevare questo pesante conflitto d’interessi è stato Angelo Bonelli, portavoce della Federazione dei Verdi e consigliere comunale di Taranto, che ha chiesto al Governo di sostituire Vendola con un commissario ad acta. Il Governo sembra orientato a sostituire Vendola, sì, ma senza commissariarlo, nominando un “curatore speciale” che possa rappresentare la Puglia nel processo. Alla stessa conclusione è giunta la procura di Taranto che, nei giorni scorsi, ha chiesto al gup Vilma Gilli di nominare un “procuratore speciale” che possa curare gli interessi della Regione nella vicenda. La questione ora è al vaglio del giudice. In ambito politico, Bonelli ha posto la questione. In attesa che il gup da un lato, e il Governo dall’altro, prendano una decisione, resta un rischio concreto: che le istituzioni restino fuori dal processo. L’evidente “con – flitto d’interessi”, infatti, potrebbe essere sollevato anche dai Riva e, se non venisse sanato in tempo, potrebbe far tramontare la presenza di Regione e Comune come parti civili. Senza la nomina di un procuratore speciale – o di un commissario, come chiede Bonelli – resta in piedi la sola possibilità prevista dalla legge: gli unici a poter formulare la richiesta di costituirsi parte civile, per Comune e Regione, sono Sindaco e Presidente. IL 18 APRILE, la Giunta pugliese, ha stabilito che si costituirà parte civile: la proposta arriva dalla vicepresidente, Angela Barbanente, ma Bonelli contesta la scelta perché “i poteri del presidente di Regione si trasferiscono alla vicepresidente solo in caso di assenza, o impedimento temporaneo, mentre il 18 aprile scorso Vendola non era né assente, né aveva alcun impedimento temporaneo”. La polemica politica, in vista del 19 giugno, si fa sempre più dura e come spesso accade, quando si parla di Ilva e politica, sembra tutto delegato alla magistratura: sarà il gup, su richiesta della procura, a stabilire se sarà necessario un “pro – curatore speciale” che sostituisca Vendola, per rappresentare la Puglia nell’eventuale processo. (Francesco Casula e Antonio Massari - mentiinformatiche)

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