giovedì 8 aprile 2010

San Raffaele, un malaffare di preti privati nella Puglia "rossa"

Comunicato: In difesa della sanità pubblica, gratuita e universalistica

Con l'operazione “San Raffaele del Mediterraneo”, la Regione intende chiudere i due principali ospedali tarantini, ridurre i posti letto, licenziare un numero imprecisato di operatori sanitari.
Nella delibera regionale del gennaio 2010 è scritto infatti: “La realizzazione della struttura prevede che le attività degli stabilimenti SS. Annunziata e G. Moscati confluiscano nel nuovo San Raffaele del Mediterraneo”.
Dietro questa operazione si nasconde un business enorme che va dalla messa sul mercato della salute dei tarantini fino alle speculazioni edilizie della Fintecna immobiliare, che otterrà, grazie alla variazione del piano regolatore, il diritto a costruire dove prima non era previsto.
Con questo progetto il governo Vendola ha deciso di affidare la gestione del nuovo ospedale alla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor a cui ha destinato 210 milioni di soldi pubblici per una struttura gestita dal privato: Dio guarisce questo significa Raffaele in ebraico, la Regione paga! L'affidamento della nostra sanità a un privato – Don Luigi Maria Verzé, un prete sospeso dal sacerdozio nel 1964 con l'ammonimento di Papa Montini “occupati più dei sacramenti che degli affari”, grande amico di Berlusconi, plurindagato per vicende che vanno dai rimborsi gonfiati e abusi edilizi (San Raffaele di Milano) alla collusione con i servizi segreti, non ci pare assolutamente un vantaggio e una garanzia per il nostro futuro.
Riteniamo scellerata l'idea che la cura delle persone sia fonte di profitto e affidata a strutture private: case di cura, cliniche, centri, istituti, chiamati spesso col nome di un santo o di una madonna seguito dalla specifica forma giuridica (la maggior parte sono società per azioni o società a responsabilità limitata) che hanno un solo fine: lo scopo di lucro.
Negli U.S.A, Obama si sta giocando la faccia su una riforma sanitaria che limiti il potere dei privati e delle corporazioni a vantaggio delle classi meno abbienti, infatti è noto che se non disponi di una assicurazione sanitaria (che costa svariate migliaia di dollari l'anno) ti lasciano crepare per strada.
Non è certo quello che accadrà nell'immediato futuro a Taranto, ma pare più che evidente che la direzione intrapresa sia esattamente questa: lasceranno gonfiare le spese sanitarie fino al parossismo (già oggi oltre l'80% del bilancio delle regioni), per poi urlare all'impossibilità di continuare così.
Inoltre, nelle strutture private, avvengono in egual misura incidenti anche gravi: tumori non
riconosciuti come tali (che poi hanno portato alla morte dei pazienti); operazioni inutili al solo fine di intascare i rimborsi; persone entrate per fare semplici operazioni e finite in coma o su una sedia a rotelle. Ci chiediamo anche se nella nuova struttura verrà garantito il diritto di autodeterminazione delle donne sancito con la legge 194, visto e considerato che al San Raffaele di Milano si fa la diagnosi prenatale, ma l'aborto non è praticato!
Anche dal punto di vista economico non esiste un solo caso, in Italia, in cui l'affidamento ai privati abbia rappresentato un risparmio per le casse regionali, cosa questa riconosciuta persino dalle stesse amministrazioni locali con l'internalizzazione dei lavoratori delle cooperative e ditte appaltatrici, al fine di risparmiare sull'IVA e sulla quota parte del profitto.
Privatizzare la sanità aumenta il rischio di sprechi, ruberie, corruzioni, spartizioni partitocratiche,
collusioni con il malaffare e con le organizzazioni criminali, così come proprio le cronache
giudiziarie di questi giorni ci ricordano.

Per questi motivi lanciamo l'allarme a tutti i cittadini: non permettiamo che questa scellerata
operazione vada in porto. Mobilitiamoci con ogni mezzo necessario. Per info: 099 4721307- 4716012

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