Gli atti del convegno "Polveri ultrafini e nanoparticelle"
Convegno a più voci per fare il punto sulle conoscenze in merito alle micropolveri atmosferiche. L´importanza di intrecciare conoscenze tecnico scientifiche, reti di sorveglianza e monitoraggio, prevenzione dei rischi per la salute al centro degli interventi.Presentato un sistema di sorveglianza ambientale e di valutazione epidemiologica nelle aree circostanti gli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti in esercizio in regione Emilia-Romagna, che coinvolge gli Assessorati regionali all´Ambiente e alla Sanità e Arpa.
Il convegno "Polveri ultrafini e nanoparticelle", organizzato da Regione Emilia-Romagna, dall´Agenzia regionale prevenzione e ambiente (Arpa) e dall´Università di Ferrara, tenutosi il 14 novembre presso l´Ateneo ferrarese, ha fornito un quadro di sintesi sullo stato attuale delle conoscenze e sulle prospettive di ricerca e sviluppo in merito ai diversi aspetti del tema: le fonti di generazione, le modalità di diffusione nell´ambiente, le migliori tecnologie disponibili per ridurne l´emissione, le tecniche disponibili per monitorarle, gli effetti che producono sulla salute.
La sessione del mattino, incentrata sulle tecniche di monitoraggio e caratterizzazione chimico fisica delle polveri, ha visto la partecipazione, tra i relatori,di due esperti di fama internazionale:il prof. Kettrup dell´Università di Monaco di Baviera, e il prof. Mayer del TTM di Niederrudhorf, in Svizzera.
Le diverse relazioni hanno evidenziato la complessità del tema: per esempio, l´impossibilità di definire tecnologie che riducano contemporaneamente polveri fini e ultrafini (e dunque la necessità di bilanciare i rischi che derivano dalle diverse forme di combustione) e la relativa incertezza sulla misura degli impatti sanitari delle polveri.
Il convegno ha mostrato i risultati positivi che può fornire l´intreccio tra monitoraggio, ricerca, attività di prevenzione sanitaria. Di massima rilevanza è, dunque, la rete di collaborazioni tecnico scientifiche intessute negli anni tra enti di ricerca, servizi sanitari pubblici, università, enti di vigilanza e controllo.
La relazione del Direttore generale di Arpa, Alessando Bratti, ha mostrato la prossima organica ricaduta operativa di questo insieme di soggetti e di conoscenze su un caso particolare: l´organizzazione di un sistema di sorveglianza ambientale e di valutazione epidemiologica nelle aree circostanti gli impianti di incenerimento in esercizio in regione Emilia-Romagna.
Il progetto, che integra le competenze di Arpa con quelle degli Assessorati all´Ambiente e alla Sanità della Regione, si pone l´obiettivo di organizzare un Sistema di sorveglianza ambientale e sanitaria che consenta di valutare nel tempo sia le tendenze dell´inquinamento ambientale nelle aree circostanti gli inceneritori in esercizio, sia l´esposizione e i relativi effetti avversi sulla salute.
Dal 1° gennaio 2007 si avvieranno le fasi sperimentali di indagine, che prevedono il controllo delle emissioni in atmosfera riguardanti inceneritori diversi per tipologia e costruttiva e rifiuti trattati, con il conseguente sviluppo di metodologie d campionamento analoghe, e la definizione puntuale dei parametri da ricercare.
Già nella fase sperimentale saranno inoltre attivati gli strumenti, previsti dalle norme più recenti, di diffusione dei dati e di attuazione di piani comunicativi e di coinvolgimento delle popolazioni interessate alle emissioni.
L´assoggettamento degli inceneritori alla normativa europea Ippc, che prevede il rilascio di autorizzazione ambientale integrata per questo tipo di impianti - legata anche alla valutazione della adozione delle migliori tecniche disponibili per contenere gli effetti ambientali - salda la necessità di una forte evoluzione delle competenze del controllo con l´adozione di pratiche partecipative nell´elaborazione delle decisioni. (ARPA Emilia Romagna)
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