E' da un anno e mezzo che la "puzzeria" sforna di tutto e che fa Odortel?
Con tutta la buona volontà e apprezzando le buone intenzioni del pesante carrozzone politicizzato dell'ARPA, dobbiamo ammettere che sto Odortel da quando è stato messo in sperimentazione (novembre 2013...) non ha prodotto alcun risultato in termini di applicazione di una qualsivoglia richiesta di mitigazione alle fonti, nè tantomeno si registra alcuna denuncia al NOE e agli organi deputati al sanzionamento delle emissioni odorifere. La puzza che attanaglia questa città sotto vento c'è sempre come prima e più di prima! Il 3 marzo l'Eni ha flatulato indisturbata svuotando serbatoi e tubi per la gioia di tutte le narici ex-spartane. Insieme all'ENI, l'Ilva, le discariche della Taranto-Massafra, l'Idrochemical e tutte le belle fonti di pestilenze del lato oscuro del territorio pare che non siano minimamente preoccupate del puzzometro a telefonate inventato dall'ARPA!
Ora si cancella pure quel paravento di legge che potrebbe impensierire le mosche e... benvenuti nella città della puzza tossica e perenne.
Buona puzza! (quattro stagioni, ovviamente!)
Emissioni odorigene in Puglia e a Taranto, l'Arpa scrive a Vendola: «Guai ad abolire i controlli».
Il direttore regionale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, ha scritto una lettera aperta al presidente della regione Puglia, Nichi Vendola e al presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, chiedendo loro di non recepire la sospensione, approvata dalla V Commissione consiliare, di due articoli della legge regionale 7/99,ì riguardante la Disciplina delle emissioni odorifere delle aziende. Le modifiche porterebbero a eliminare un provvedimento che «pur con evidenti limiti applicativi», precisa l'Arpa, rappresenta «l'unico riferimento normativo per reprimere i fenomeni emissivi odorigene».Assennato propone invece di approvare «l'articolato messo a punto dal tavolo tecnico assessorato Ecologia-Arpa, che risolverà le incongruenze normative della legge regionale 7/99, permettendone l'applicazione e consentendo la continuità del sistema di controlli, necessario per tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini, piuttosto che gli interessi di pochi soggetti inquinatori». «Chi andrà ad informare i cittadini di Taranto - si chiede tra l'altro Assennato - che in base alla cancellazione della legge viene meno l'unico riferimento normativo in base al quale l'attività di monitoraggio delle sostanze odorigene, svolta da Arpa, poteva condurre a concreti interventi di mitigazione?».L'Arpa fa rilevare, inoltre, che la norma «aveva lo scopo di regolamentare le emissioni puntuali di tutte le aziende responsabili di impatto osmogeno oltre che dei sansifici» e che «è stata utilizzata come riferimento nei numerosi procedimenti autorizzativi regionali di Aia, Via, ecc.», ed ha consentito di effettuare «numerosi controlli su vari insediamenti produttivi, con successiva attuazione di procedimenti correttivi a tutela della popolazione interessata».
Questa attività, puntualizza Assennato, «si è svolta in tutte le province pugliesi, anche a supporto delle iniziativa dell'autorità giudiziaria ma, in particolare, a Taranto ha visto la realizzazione di un progetto innovativo (Odortel), frutto di una utile sinergia con il mondo universitario». Nel progetto sono coinvolte decine di cittadini del quartiere Tamburi e di altre aree della città che, attraverso un numero verde, informano l'Arpa degli eventi odorigeni che si verificano nell'area attivando, nel contempo, un sistema di campionamento che viene automaticamente acceso attraverso il software del sistema.
La V Commissione consiliare, aggiunge Assennato, ha approvato «inopinatamente» un progetto di legge «che la sospensione degli articoli 1 e 1 bis della legge regionale 7/99, annullando, di fatto, la validità della normativa in questione, senza tener alcun conto della proposta approvata congiuntamente da Assessorato regionale all'Ecologia e Arpa Puglia». Qualora il Consiglio regionale pugliese «approvasse - conclude Assennato - tale improvvido disegno di legge, ciò costituirebbe un atto in completa controtendenza rispetto alla produzione normativa regionale degli ultimi anni, che ha visto l'emanazione di dettati assolutamente innovativi, volti alla tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini, atto di sapore reazionario, che farebbe arretrare la governance pugliese di almeno 16 anni».
(Quotidiano)
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