martedì 24 marzo 2015

Pagheranno?


Inceneritore di Taranto, danni per 6 milioni. In 4 condannati al risarcimento per l’indebito affidamento

Ammonta a circa sei milioni di euro il risarcimento che la Corte dei Conti, sezione giurisdizionale di Bari, ha riconosciuto per l’indebito affidamento all’Ati guidata dalla Tme Termomeccanica della gestione dell’inceneritore di Taranto.La sentenza è stata emessa dalla Corte presieduta da dottor Francesco Lorusso (consigliere relatore dottor Antongiulio Martina, consigliere dottor Vittorio Raeli), che ha distinto le posizioni dell’ex assessore Filipo Condemi, dell’ex dirigente comunale Marcello Vuozzo, dell’ex segretario generale Giuseppe Luigi Spada e dell’ex sindaco Rossana Di Bello. I primi tre, secondo le prospettazioni della Corte, sono stati ritenuti responsabili di una colpa diretta, per aver attuato iniziative finalizzate all’indebito affidamento della gestione dell’inceneritore. E sono stati condannati a risarcire il danno quantificato in cinque milioni e mezzo di euro.
Quanto all’ex sindaco, che sarebbe stato concorrente «a titolo di colpa grave», è stato condannato a pagare la somma totale di quattrocentomila euro, ma in solido con gli altri tre. In sostanza, secondo quanto evidenziato dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti le responsabilità maggiori, e dirette, in quell’affidamento indebito, sarebbero state individuate nelle azioni attuate dall’avvocato Condemi, dall’architetto Vuozzo e dal dottor Spada. Per la Corte dei Conti, invece, l’apporto «causale» dell’allora sindaco fu «limitato».
 Le conclusioni della Corte dei Conti sono giunte dopo l’esame della richiesta di risarcimento per danno avanzata dalla procura regionale della magistratura contabile e le controdeduzioni della difesa. Alla base della decisione, l’assunto secondo cui l’affidamento della gestione all’Ati «Tme Termomeccanica» fu predisposta a prezzi nettamente superiori a quelli contabilizzati da Amiu/Smal, che in convenzione fra loro furono fatte fuori dall’affidamento.
Secondo la dottoressa Adele de Gennaro, vice procuratore regionale, la dottoressa Di Bello “peccò” di negligenza nel non verificare la portata di quell’affidamento. Gli altri, secondo la prospettazione dell’accusa, ebbero invece un ruolo diretto, poichè avrebbero agito in favore dell’assegnazione alla Tme invece che all’Amiu/Smal che si erano associate. Per questo motivo, la procura chiese alla Corte dei Conti di condannare tutti al pagamento, in solido fra loro, di circa 7 milioni e mezzo di euro. In camera di consiglio, la Corte ha ritenuto di dover operato una distinzione fra tutte le posizioni, finendo con l’assegnare una responsabilità minima all’ex sindaco di Taranto. Nel processo penale, per la cronaca, l’ex sindaco fu assolto mentre l’ex assessore al ramo Filippo Condemi, l’ex segretario generale del Comune Luigi Spada e l’architetto Marcello Vuozzo incassarono condanne, poi cancellate dalla prescrizione. (Quot)

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