L'Italia e Taranto dovrebbero essere felici per aver ridotto dell'11% il consumo di carbon fossile.
Sia per i costi di acquisto della materia prima dall'estero che per l'impatto devastante del carbone.
E' la più sporca delle fonti fossili, con un efficienza molto più bassa delle altre (40% max) e altissima produzione di anidride carbonica (effetto serra), diossine e pcb.
E invece ci si lamenta italianamente anche per questo!
Carbone: Assocarboni, in 2014 produzione mondiale +3%, in Italia cala import
La produzione mondiale di carbone, nel 2014,
ha registrato una crescita del 3% raggiungendo i 7,2 miliardi di
tonnellate. Il commercio mondiale via nave è salito del 5% raggiungendo
1,2 mld di tonnellate (di cui 900 mln di tonnellate di carbone da vapore
e 300 mln di tonnellate di carbone metallurgico) mentre sono stabili le
importazione dell’Europa a 216 mln di tonnellate. E' quanto emerge dai
dati diffusi oggi da Assocarboni che evidenzia come
i dati consuntivi
del 2014 per l’Italia siano invece in calo, a causa della chiusura di
Vado Ligure, la situazione di stallo dell’Ilva a Taranto e il perdurare
delle crisi. L'Italia, sostiene l'associazione "ha bisogno di impianti a
carbone, come quelli esistenti che già vantano una efficienza media del
40%, rispetto al 35% medio europeo".
In Italia, rileva Assocarboni, Le importazioni di carbone da vapore sono
infatti scese dell’11% rispetto al 2013, attestandosi a 16 mln di
tonnellate e, in parallelo, sono diminuite del 15% rispetto all’anno
precedente le importazioni di carbone metallurgico e PCI, che si
attestano a 4 mln di tonnellate a fine 2014. In linea con i dati
europei, anche le importazioni italiane di gas sono scese del 11% nel
2014.
Il carbone nel 2014 si conferma leader di mercato, con una quota
mondiale di energia elettrica prodotta da centrali a carbone pari al 42%
(seguono nucleare con 20% e gas con 17%). Una percentuale molto lontana
rispetto al 13% riservato al carbone dal sistema elettrico italiano.
(Focus)
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