venerdì 27 marzo 2015

Indottolo felice

Ilva, il giudice autorizza a pagare i trasportatori

Arriva un’altra schiarita per i trasportatori dell’Ilva. Il giudice del Tribunale di Milano, Caterina Macchi, delegato alla procedura dell’amministrazione straordinaria dell’azienda, ieri ha autorizzato i commissari a saldare i crediti pregressi «per un importo che non superi per ciascuno di essi la percentuale del 32% dei crediti vantati per prestazioni rese amteriormente all’apertura della procedura e secondo tempistiche rimesse alla prudente valutazione dei commissari». Le imprese del trasporto che lavorano con l’Ilva sono circa 150 in tutt’Italia e vantano crediti complessivi per 48 milioni di euro. Una buona fetta di questi 48 milioni riguarda Taranto.
Sussiste «la necessità di evitare che venga pregiudicata la continuazione dell’attività di impresa della società» ed è considerata «adeguatamente prudenziale la soglia percentuale massimo di soddisfacimento dei crediti in oggetto, dei quali non appare peraltro da escludere la quantomeno parziale riconducibilità all’area di applicazione» di quanto previsto dalla legge 20 del 2015 - è l’ultima legge sull’Ilva - «con conseguenza spettanza del rango prededucibile»: così scrive il giudice Macchi nel provvedimento riferendosi sia all’Ilva (continuità della società) che ai trasportatori (soddisfacimento dei crediti). La percentuale del 32 per cento va intesa come tetto. Non è quindi garantito che tutti abbiano lo stesso trattamento. Ora sarà l’Ilva a definire le modalità di pagamento con un piano che indicherà tempi ed entità delle somme da corrispondere. In seguito, si passerà alle imprese diverse dal trasporto. Per quest’ultimo i commissari avevano fatto istanza al giudice delegato lo scorso 18 marzo.
Quaranta giorni con i Tir fermi davanti alla portineria C dell’Ilva. Tanto è durata la protesta dei trasportatori cominciata lo scorso 19 gennaio, cioè qualche giorno prima che l’Ilva entrasse in amministrazione straordinaria in base alla legge Marzano. A spingere la categoria ad una forma di protesta così dura, che subito si estese anche agli altri siti dell’Ilva come Novi Ligure, Genova e Marghera, fu il timore di perdere, o di vedere largamente ridimensionati proprio a causa dell’amministrazione straordinaria, i crediti maturati e non pagati dall’Ilva. La protesta coinvolse anche le imprese dell’indotto, le quali limitarono al minimo le prestazioni di lavoro nel siderurgico, mentre i trasportatori bloccarono le spedizioni dei prodotti finiti consentendo l’accesso in fabbrica solo dei materiali e dei mezzi strettamente necessari alla continuità produttiva.
La protesta è stata superata solo quando, con la presentazione degli emendamenti in Senato al decreto legge sull’Ilva, fu garantita la prededuzione dei crediti vantati sia dall’indotto che dal trasporto. La prededuzione è, in sostanza, una sorta di garanzia. Per i trasportatori, tuttavia, non furono sufficienti gli emendamenti. Per arrivare alla rimozione dei blocchi, i commissari hanno sottoscritto un accordo ad hoc che prevede che ai trasportatori del Nord sia versato, sui servizi affidati dal 21 gennaio in poi, un acconto dell’80 per cento con saldo entro un mese, percentuale, questa, che scende al 60 per i tarantini. Questo perchè, in sede di trattativa, gli operatori tarantini hanno chiesto all’Ilva di avere meno sulla parte corrente pur di spuntare qualcosa in più sui vecchi crediti. Si ritiene infatti che da questi crediti, più che dagli anticipi, dipenda la continuità delle imprese del trasporto. Nei giorni più acuti della protesta, i trasportatori denunciarono che mesi di mancati pagamenti da parte dell’Ilva li avevano portati sul lastrico. Superata l’emergenza, nei giorni scorsi l’Ilva ha intanto insediato con i trasportatori un tavolo tecnico che ha avviato le prime iniziative relative al pagamento delle nuove commesse. E ora arriva lo sblocco di parte dei crediti. Un fatto, commentano fonti vicine all’azienda, che contribuisce a rafforzare il lavoro intrapreso dai commissari e dai nuovi manager per il rilancio dell’Ilva. (GdM)

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