Ilva avanti con i motori al minimo
L’Ilva è alla vigilia dello stop dell’altoforno 5. Il più grande impianto europeo verrà fermato nella notte tra il 12 e 13 prossimi per essere sottoposto ai lavori di rifacimento previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale. Non ancora completato il piano operativo della fermata. È materia, questa, che l’Ilva definirà nei prossimi giorni non appena il quadro delle risorse sarà più chiaro in termini di disponibilità effettiva. Si calcola che lo stop dell’altoforno 5 possa durare circa sei mesi. Per i costi il commissario dell’Ilva, Piero Gnudi, in un’audizione in Parlamento dei mesi scorsi, ha indicato una stima di circa 250 milioni. Il decreto convertito in legge dal Parlamento assegna ai commissari, oltre alle risorse di Fintecna (156 milioni di euro), anche la possibilità di contrarre un prestito garantito dallo Stato sino a 400 milioni. Soldi che dovrebbero andare agli investimenti industriali e all’innovazione.E oggi a Taranto l’Ilva incontra i trasportatori per vedere come ripartire dopo l’accordo dei giorni scorsi. L’azienda si è detta disponibile a versare il 60% di acconto sulle nuove commesse (dal 15 marzo e sino ad agosto), a saldare il resto entro 30 giorni, e a verificare la possibilità di venire incontro alle richieste della categoria a proposito dei crediti pregressi, cioè precedenti l’amministrazione straordinaria. Che intanto dal 5 marzo scorso è estesa anche a sei società controllate dall’Ilva. Si tratta di Ilvaform, Innse Cilindri, Ilva servizi marittimi, Sanac, Taranto Energia e Lyonnaise Deroulage SA. Giudice delegato Caterina Macchi. (Sole24h)
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