Ilva: esplode la protesta dei trasportatori, da mesi non prendono soldi
E' il giorno dei trasportatori che lavorano da e per l'Ilva di Taranto e che attendono da mesi di essere pagati dall'azienda per i lavori effettuati. Dopo essere stati fermi per diversi giorni con i loro mezzi all'esterno di una delle portinerie del siderurgico, riducendo al minimo l'entrata e l'uscita di materiali e prodotti dallo stabilimento industriale, stamani circa 150 trasportatori hanno riacceso i loro mezzi per un presidio di protesta sulle statali vicine all'area industriale di Taranto: la 106 per Reggio Calabria e la 100 per Bari. Una lunga autocolonna di mezzi e', infatti, partita stamattina dirigendosi prima verso San Basilio, localita' del comune di Mottola, al confine tra le province di Bari e Taranto. Da qui poi i mezzi torneranno indietro verso Taranto distribuendosi lungo le due statali. La protesta di questa mattina compatta tutto il mondo dell'autotrasporto: consorzi, cooperative, associazioni di categoria e singoli operatori. "Sono circa 150 mezzi che stamattina stiamo portando in strada - spiega Giacinto Fallone, autotrasportatore e portavoce del fronte della protesta - non vogliamo bloccare la citta', ne' creare disagi al traffico e ai cittadini. La nostra sara' una marcia lenta dalla portineria C dell'Ilva a San Basilio-Mottola e poi di nuovo verso Taranto e il siderurgico.Finita la marcia - aggiunge Fallone - torneremo davanti alla portineria C dell'acciaieria e qui attenderemo la conclusione del vertice di stamattina a Palazzo Chigi dal quale speriamo escano notizie positive". Nel panorama dell'indotto che attende pagamenti da mesi dall'Ilva e che teme che con l'amministrazione straordinaria - alla quale l'azienda e' sottoposta dal 21 gennaio scorso - i crediti maturati possano essere azzerati o ridimensionati, il mondo del trasporto e' un fronte molto delicato. L'Ilva in amministrazione straordinaria, attraverso i commissari Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi, ha, intanto, avanzato una proposta di revisione contrattuale ai trasportatori che prevede, tra l'altro, il riconoscimento della prededucibilita' dei crediti a far data dal 21 gennaio scorso, il pagamento, dal 30 gennaio, del 60% in acconto e il restante 40 entro 30 giorni dalla data della fattura anziche' a 60 giorni, infine il pagamento, entro il 10 febbraio, delle commesse eseguite dal 21 al 30 gennaio scorsi.
Tale proposta, pero', non e' stata accettata da una serie di organizzazioni che rappresentano i vettori del trasporto Ilva.
Per i lavori effettuati prima che l'azienda entrasse in amministrazione straordinaria, l'Ilva, si apprende dagli operatori, avrebbe proposto l'80% dei crediti monetizzati e il restante attraverso misure straordinarie di carattere fiscale e contributivo. L'attesa dei trasportatori dell'Ilva, anche quelli di Genova, Novi Ligure, Porto Marghera, oltre a quelli di Taranto, cosi' come dell'indotto industriale, guarda al vertice previsto per stamani a Palazzo Chigi e in cui dovrebbero essere affrontati gli emendamenti dell'esecutivo al decreto legge sull'Ilva approvato alla vigilia di Natale e ora al Senato - decreto che dal 10 febbraio sara' in aula -, e le modalita' attraverso la quale la costituenda societa' per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese in crisi potra' intervenire nella vicenda Ilva. Questa societa' sara' pubblica, e' prevista dalle norme dell'Investiment Compact, e l'Ilva sara' presumibilmente il primo campo operativo. La societa', partecipata da Cdp e Fsi, sara' nella newco dell'Ilva, quella che stando alla tabella di marcia del Governo dovrebbe nascere a meta' marzo e prendere in affitto, per 18-36 mesi, gli impianti di Taranto dall'amministrazione straordinaria. Nell'immediato, invece, Governo e commissari straordinari dell'Ilva dovranno occuparsi della liquidita' dell'azienda perche' da questa dipendono lo sblocco dei pagamenti di indotto e trasportatori, il ritorno ad un minimo di normalita' per il siderurgico di Taranto e il ripristino della produzione. Diversi impianti, infatti, sono fermi da giorni, soprattutto nell'area a freddo, perche' l'Ilva non ha potuto approvvigionarsi di materie prime. La liquidita' immediata all'Ilva dovrebbe arrivare sia dallo svincolo dei 150 milioni accantonati da Fintecna per un vecchio contenzioso tra Ilva e Riva, sia dall'apertura di nuove linee di credito da parte dei commissari dell'amministrazione straordinaria. Questi ultimi, in incontri avuti a Milano, avrebbero gia' ricevuto disponibilita' dalle banche, mentre lo sblocco dei 150 milioni di Fintecna dovrebbe essere oggetto di uno dei nuovi emendamenti al decreto Ilva.(AGI) .
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