Ilva, emendamento sblocca 156 milioni di Fintecna. Aia entro agosto 2016
Un emendamento presentato dai relatori sblocca i 156 milioni di euro dei fondi Fintecna destinati all’Ilva. Nella modifica presentata da Salvatore Tommaselli (Pd) e Albert Laniece (Autonomie) è tolto l’obbligo dei pareri di Avvocatura dello Stato e ministero dell’Ambiente, inoltre - spiega Tomaselli – nell’emendamento si chiarisce che "la liquidazione oltre ad essere definitiva e non soggetta ad azione revocatoria, preclude ogni azione risarcitoria per danno ambientale generatosi, relativamente agli stabilimenti ex-Iri oggi Ilva, prima 16 marzo 1995".In un altro emendamento presentato dai relatori viene definito, spiega sempre Tomaselli, "che l'amministrazione straordinaria debba richiedere al potenziale affittuario o acquirente la presentazione di un Piano Industriale e finanziario nel quale devono essere indicati gli investimenti, le risorse finanziarie necessarie e le relative modalità di copertura, che si intendono effettuare per garantire le predette finalità. Questo al fine di garantire uno stabile futuro allo stabilimento, alla sua attività e produzione e, quindi, all’occupazione".
Inoltre, in un altro emendamento è previsto che tutte le prescrizioni ambientali previste dal Piano Ambientale dell’Aia per l’Ilva dovranno essere ultimate entro il 4 agosto 2016.Viene così riconfermata la data fissata in precedenza dalla "legge 3 agosto 2013, n. 89, e successive modificazioni".
A Taranto, intanto, continua la protesta e i Tir bloccano le statali, a Roma il premier Matteo Renzi ha convocato un vertice per tirare le somme sul caso Ilva e spingere tutti a fare la propria parte nel più breve tempo possibile. Il vertice è durato poco più di due ore e ha visto attorno allo stesso tavolo oltre al premier e al sottosegretario Graziano Delrio, i ministri interessati, seduti di fronte ai vertici di Cassa Depositi Prestiti (Francesco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini). Presenti anche i commissari straordinari dell’Ilva Piero Gnudi, Andrea Laghi e Corrado Carruba oltre al consigliere economico Andrea Guerra.
Dopo il vertice nessuna dichiarazione ufficiale, ma chi era presente ha raccontato di un premier consapevole della grave situazione che si sta creando a Taranto e della volontà del governo di aiutare i lavoratori e le imprese dell’indotto, ormai allo stremo per lo stop dei pagamenti seguito all’ammissione in amministrazione straordinaria. Un emendamento del governo in questo senso dovrebbe arrivare la prossima settimana. Un altro punto ribadito al tavolo come dato acquisito e indiscutibile: il completo adempimento delle prescrizioni Aia come stabilito dal decreto del Piano Ambientale del marzo 2014.
Sempre durante il vertice i commissari straordinari hanno dato al governo la notizia della riapertura da parte di Intesa Sanpaolo delle linee di credito. Il fido, secondo quanto si è appreso, si aggirerebbe intorno ai 200 milioni e sarà erogato nei prossimi giorni. La decisione è arrivata dopo un incontro avvenuto lunedì scorso al quale hanno partecipato anche le altre due banche creditrici dell’Ilva: Unicredit e Banco Popolare.
A spingere la banca a rompere gli indugi e a dare nuova fiducia al colosso siderurgico in difficoltà sarebbe stata proprio la determinazione del Governo a chiudere il percorso di risanamento del colosso siderurgico italiano in breve tempo. Sempre secondo alcune indiscrezioni emerse dopo il vertice, anche Cassa Depositi Prestiti e il Ministero dell’Economia (da cui Cdp è controllata all’80%) starebbero studiando un prestito garantito dallo Stato, nell’ordine di altri 200 milioni, per dare ulteriore ossigeno all’Ilva. Su questo tipo di operazione incomberebbe però il rischio di un’infrazione europea per aiuti di Stato. Ma, in questo caso, il Governo conta di superare l'esame evidenziando che il finanziamento viene utilizzato per investimenti caratterizzati da una forte innovazione.
Quattrocento milioni restano però solo un po' di ossigeno per sopravvivere qualche mese in attesa che possa decollare sia la newco che prenderà in affitto gli stabilimenti Ilva, sia la società di tournaround prevista dal decreto Investment compact che della newco dovrebbe avere la maggioranza. "L'Ilva non ha ancora una prospettiva chiara di medio termine che può venire solo dalla definizione del soggetto che avrà la responsabilità della gestione industriale e commerciale" ha commentato il presidente della commissione industria del Senato Massimo Mucchetti.
SEQUESTRATA NAVE A RAVENNA
La Corona Australe, una delle navi dell’Ilva, è stata sottoposta a sequestro conservativo al porto di Ravenna.
L'imbarcazione, un pusher tug, è arrivata a Ravenna dal porto di Venezia ed è stata fermata, a quanto si apprende, sulla base di un provvedimento del tribunale civile di Venezia, per un debito di alcune decine di migliaia di euro che l’armatore avrebbe nei confronti di una società veneta.
Sulla vicenda esprime «forte preoccupazione» il coordinatore nazionale della Fit-Cisl per il Trasporto marittimo Giovanni Olivieri, commentando gli sviluppi della vicenda Ilva. "Purtroppo – afferma in una nota – la nostra richiesta di incontro urgente fatta all’azienda non ha avuto risposta, per cui la rinnoviamo. Sottolineo che stiamo parlando del futuro di 196 marittimi italiani e 14 amministrativi. Ci organizzeremo per visitare i mezzi nei porti italiani e faremo di tutto per salvaguardare gli interessi degli equipaggi".
"Non va neanche dimenticato – aggiunge – che l’Ilva ha grossi debiti con vari armatori italiani". "Da parte nostra – conclude Olivieri – non intendiamo abbassare l’attenzione sulla vicenda, per cui continuiamo a seguirne gli sviluppi passo passo". (GdM)
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