domenica 8 febbraio 2015

Forte coi deboli



Il Comune delle letterine timide ai Riva e ai governanti.
Il Comune delle colmate abusive e degli ecomostri.
Il Comune proprietario di case millenarie lasciate crollare.
Il Comune dalle mille inchieste dei suoi amministratori.
Il Comune delle deroghe, degli sperperi impuniti, delle periferie trasandate, dei tumori...
Il Comune penultimo tra i comuni d'Italia.
Il Comune che dà l'esempio di virtù e buon governo

Questo Comune la domenica all'alba sguinzaglia pattuglie di vigili (pagandoli a straordinario?) col compito di reprimere ogni piccola possibilità di speranza per tanti poveri e diseredati.
Il mercatino delle pulci della Salinella è sempre stato un'occasione per tante persone, ridotte all'accattonaggio e socialmente deprivate, per poter racimolare qualche euro con cui campare un'altra settimana.
Povera gente, locale o immigrata, che svolge un compito di grande civiltà e attualità, insegnando ai lamentosi sottoborghesi locali che quello che gettano è una risorsa non monnezza.
Questi indigenti traggono vita e sostentamento dai cassonetti di coloro che piangono disoccupazione e miseria ma poi, la sera, si addormentano al calduccio dei sofà, coi telecomandi sudici in mano, "zappando" sui canali sky tra partite, realities e soap.
In un'epoca di crisi generale questi poveri ci mostrano che si può vivere una povertà dignitosa senza furti o crimini, semplicemente valorizzando quello che l'opulenta società statalista locale considera rifiuti.
Capi d'abbigliamento firmati o messi poche volte, scarpe, elettrodomestici, suppellettili, attrezzi, libri, biciclette, computer, telefonini, dischi e migliaia di altri oggetti che i proprietari chiudono nelle buste messe ad intasare i maleodoranti cassonetti, anzichè prendersi la briga di depositarli nei contenitori appositi (quelli gialli!) o portarli presso qualche centro di raccolta umanitaria.
Il mercatino della Salinella era il giusto punto d'incontro tra chi cerca di risparmiare qualche euro o vuole dare nuova vita e funzione a cose abbandonate da altri, e chi con pochi euro poteva racimolare il necessario per integrare la sua esistenza ridotta all'indispensabile.
Ma il Comune esemplare ora chiede carte bollate, licenze e tasse.
Si, ci vuole la tassa di 300 euro e la domanda scaricabile da internet (già scaduta) per aprire le gabbie dove si può ritagliare qualche decina di euro a settimana dal grasso spreco contemporaneo.
Ci vuole la tassa per avere un posto numerato nella stia dei polli, aperta mezza giornata alla settimana e poi abbandonata a sè stessa.
Ci vuole la tassa per separare chi vende per professione da chi baratta per sopravvivere.

Forte coi deboli e debole coi forti.
E' il Comune penultimo d'Italia. Patrigno dei suoi figli.
Povero di una miseria cieca e stolta, che si pavoneggia di correttezza per qualche carta bollata e macchinose burocrazie.
I polli di professione stanno nella gabbia insieme ai vigili e le galline malandate restano per strada a mendicare.
Quanto sono amare queste uova!


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