venerdì 6 febbraio 2015

C'è una città che cerca di ragionare lontano dalla dipendenza megaindustriale

Comunicato stampa di Confcommercio Taranto


Il Decreto per Taranto del 5 gennaio scorso, rappresenta un’occasione per mettere in campo interventi per il “recupero, la riqualificazione e la valorizzazione della Città Vecchia di Taranto”. Entro sessanta giorni l’Amministrazione Comunale dovrà elaborare un progetto di riqualificazione del centro storico antico.
A distanza di oltre trent’anni dal Piano Blandino (premiato nel 1975 ad Amsterdam, per l’anno europeo del Patrimonio Architettonico ), ma  solo in minima parte attuato, Taranto si ritrova a dover riprendere in mano i progetti – da Urban II ai Piani Città-  elaborati nel corso di tre decenni. Molte idee  da riprendere e  molte da rivedere, anche perché in questi anni il profilo socio-economico dell’Isola è profondamente mutato:   buona parte dei suoi abitanti sono andati via (oltre 15.800 nel 1969, 2400 oggi) molti spontaneamente altri coattamente per  i tanti  crolli che negli anni hanno coinvolto non solo le abitazioni (tra cui  l’ultimo  importante del Pittaggio Ponte, in via Garibaldi), ma finanche  il patrimonio culturale.  Decenni di abbandono e incuria: dalla crollata cupola della chiesa di San Paolo in via Pentite, al degrado di Palazzo Carducci, prestigioso immobile del 17° secolo da oltre quattordici anni di proprietà comunale, depredato di quasi tutti i suoi arredi.
Città Vecchia assieme al suo patrimonio architettonico  ha perso anche il suo tessuto sociale fatto soprattutto di pescatori, artigiani e commercianti; le  attività economiche di vicinato sono infatti quasi del tutto scomparse e non resta che un pugno di poche attività commerciali, inadeguate a dare risposte ai bisogni della popolazione residente e di  passaggio. I pochi investimenti effettuati nell’ultimo decennio sono stati  nel settore alberghiero e della ristorazione e bar, sul richiamo di un propagandato rilancio turistico  dell’Isola, - negli anni della amministrazione Di Bello -  al quale,  però, ha fatto seguito la  chiusura di diverse  attività.
L’unico fatto positivo, realmente nuovo, di questi ultimi anni è stato rappresentato dalla istituzione della sede dell’Università; ciò malgrado Città Vecchia non è ancora in grado di offrire servizi pubblici e privati  per gli studenti e per i docenti. L’Università si è detto, sin dall’annuncio della sua ubicazione,  ‘rappresenta un’opportunità per il rilancio dell’Isola’ ; un’occasione che ad oggi è stata solo in minima parte colta: nessun progetto pubblico ha contribuito a valorizzarne la presenza anche in termini di vantaggio economico-sociale.
Il fermento socio- culturale degli ultimissimi anni, la presa di coscienza di una parte di popolazione alla ricerca di una identità storica a cui ancorare le radici della città, e soprattutto la presenza di un arcivescovo illuminato, hanno riacceso l’interesse per Città Vecchia, coinvolgendo in un dibattito da toni  appassionati, i cittadini al di là del Ponte. Tre anni di confronti, analisi, proposte e promesse non in grado purtroppo di fermare i crolli, di arginare il degrado, di dare decoro e sicurezza all’Isola.
E’ dei giorni scorsi la notizia che i Carabinieri hanno deciso di aprire  una propria sede in via Garibaldi; un fatto concreto che rappresenta finalmente un modo reale di interagire con il tessuto sociale di Città Vecchia.
E’ in questa direzione che occorre orientare le politiche di riqualificazione del borgo antico di Taranto; sarebbe un errore se  si concentrasse l’attenzione sugli aspetti edilizi ed architettonici, privilegiando cultura e residenzialità, e sottovalutando che ciò che rende davvero vivo un contesto urbano sono le attività economiche, le attività artigianali e la certezza della fruizione  dei  servizi primari. Una città turisticamente attrattiva,  non è tale se l’offerta culturale e del divertimento non è supportata dai servizi al cittadino e dall’offerta commerciale, e se non si creano le condizioni per dare continuità e qualità alle attività vocazionali del territorio, come la pesca e la mitilicoltura. 
Ecco, in tal senso il confronto che Confcommercio andrà ad intraprendere con l’Amministrazione Comunale e con gli altri partner del tavolo chiamati al Piano di Città Vecchia  per il  Decreto Taranto, può  rappresentare  un’occasione per voltare finalmente pagina

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