Dragaggi al porto di Taranto, il Consiglio di Stato dà l'ok. Ora si può stipulare il contratto dei lavori
Stavolta, si può tirare un sospiro di sollievo. Si spera, definitivo. Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva sui dragaggi al porto di Taranto e la ditta Astaldi Spa ha potuto firmare le carte per l’affidamento dei lavori.La telenovela sembra giunta al termine anche se rimane in piedi la questione del merito. Ma - meglio sussurrarlo - da indiscrezioni istituzionali e sindacali, la strada sembrerebbe in discesa.
Una storia intricata che ieri ha subìto un passaggio fondamentale. La domanda di sospensiva al Consiglio di Stato era stata avanzata dalla seconda classificata, ossia il consorzio Grandi Lavori Fincosit Spa; al Tar di Lecce, invece, aveva ricorso anche la ditta Piacentini, più in giù nella graduatoria.
Dapprima il Tar di Lecce, con ordinanze cautelari 36/2015 e 37/2015 depositate il 23 gennaio, aveva respinto le istanze.
Ieri, stessa sorte dal Consiglio di Stato. Un percorso a ostacoli e non semplice sin dall’inizio: l’empasse era stata causata da un’offerta risultata anomala perché troppo bassa rispetto ai parametri generali stimati per l’intera opera.
A fine dicembre, in attesa dei ricorsi pendenti, l’Autorità Portuale aveva proceduto a un’aggiudicazione efficace ma non alla consegna dei lavori: l’importo è di quasi 52 milioni di euro.
L’offerta economica di Astaldi Spa è stata nello specifico di 51.867.153,06 euro oltre 279.101,76 per oneri inerenti all’attuazione dei piani di sicurezza. A base di gara era posto un progetto definitivo per 72.182.438,81 di euro.
Il tempo offerto per l’esecuzione dei lavori era pari a 327 giorni solari su 670 giorni previsti in progetto posto a base di gara.
Il dragaggio ha sia la finalità di bonifica ambientale mediante la rimozione dei sedimenti contaminati (2,3 milioni di metri cubici di sedimenti), sia di portualità attraverso il raggiungimento della profondità di 16,50 metri che consentirà l’attracco di portacontainer da 18 mila Teus rispetto a quelle attuali da 8 mila.
I lavori sono complementari all’adeguamento della banchina, assegnato a Consorzio stabile Grandi Lavori, Ottomano e Favellato il 28 agosto del 2014, che prevede un importo di poco meno di 50 milioni di euro compresi gli oneri per la sicurezza.
Opere strutturali saranno realizzate lungo la banchina esistente per consentire l’approfondimento dei fondali dagli attuali 14,50 metri ai 16,50.
Non solo. Si realizzeranno le vie di corsa in grado di servire le gru di banchina di ultima generazione con la possibilità di intervento sino alla ventiquattresima fila della stiva delle portacontainer di nuova generazione.
Sarà consentita la movimentazione contemporanea di quattro container da 20 piedi per volta, si raddoppierà la capacità di trasferimento di carico per gru con 100 tonnellate/metro lineare e 2 milioni di Teus (misura standard di volume nel trasporto dei container, ndc).
Restano in piedi, come specificato a fine gennaio dall’Autorità portuale, le udienze di merito al Tar fissate rispettivamente per il 18 marzo 2015 e 9 aprile 2015. Ma, da ieri, si guarda con meno pessimismo al restyling del porto tarantino. (Quot)
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