"L'Ilva inquina come due anni fa", la procura accusa 52 tra politici e industriali
Il procuratore della Repubblica di Taranto Franco Sebastio ha formalmente reiterato la richiesta di rinvio a giudizio per 52 imputati, 49 persone e 3 società all'udienza preliminare "Ambiente svenduto" sul disastro ambientale di Taranto.Dirigenti ufficiali ed occulti (i così detti "fiduciari") e membri della famiglia Riva, proprietaria dell'Ilva, rischiano il rinvio a giudizio per associazione per delinquere, disastro ambientale ed avvelenamento di sostanze alimentari. Nel presentare le sue conclusioni al gup Vilma Gilli il procuratore Sebastio ha presentato un lungo elenco di prove, fra cui esposti di associazioni ambientaliste ed enti pubblici, relazioni tecniche di Asl e Spesal ed i risultati di due incidenti probatori al termine dei quali medici ed epidemiologi hanno concluso che lo stabilimento siderurgico di Taranto causa malattia e morte.
Fra le prove anche moltissime intercettazioni telefoniche dalle quali, per il procuratore Sebastio, emergono episodi di concussione, corruzione, favoreggiamento e violazione dei segreti d'ufficio. Il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per diversi tecnici ministeriali, politici ed amministratori che avrebbero favorito il siderurgico. Fra questi il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola accusato di aver fatto pressioni sull'Arpa e l'ex presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, entrambi accusati di concussione. Rinvio a giudizio è stato chiesto anche per il sindaco di Taranto, Ezio Stefano, accusato di abuso d'ufficio, per gli attuali assessori regionali all'Ambiente, Lorenzo Nicastro, e alla Sanità Donato Pentassuglia, quest'ultimo all'epoca dei fatti presidente della commissione regionale Ambiente, nonche' per l'ex assessore regionale Nicola Fratoianni, oggi deputato di Sel, tutti accusati di favoreggiamento.
"Se oggi si decidesse di eseguire un sopralluogo nell'area delle batterie delle cokerie Ilva per verificare se ci sono stati interventi di miglioramento dell'inquinamento ambientale, potrebbe anche emergere che nulla o quasi è cambiato rispetto al 26 luglio 2012, quando gli impianti a caldo vennero posti sotto sequestro su disposizione della magistratura". E' quanto avrebbe sottolineato nel suo intervento il pm di Taranto Mariano Buccoliero, discutendo nell'udienza preliminare, in corso a porte chiuse nel capoluogo ionico, del procedimento penale per disastro ambientale a carico dell'Ilva. Lo si è appreso da fonti vicine alla Procura.
Buccoliero ha concluso il suo intervento passando la parola ad un altro pm, Giovanna Cannarile, che dovrebbe soffermarsi sui danni ambientali causati dall'inquinamento dell'Ilva agli edifici del quartiere Tamburi, a ridosso del siderurgico, e ai suoi abitanti. (RepBA)
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