Taranto, via la terra inquinata dal quartiere Tamburi
Un’operazione che durerà centocinquanta giorni su 36 mila e 400 metri quadrati di terreno del quartiere Tamburi. Operazione che somiglia davvero a un intervento chirurgico: saranno asportati i primi 30 centimetri di terra da aiuole e zone verdi. Il paziente è il quartiere più martoriato della città, a ridosso delle ciminiere che hanno colorato quella terra - e non solo - di un rosso ruggine. Quella stessa terra che indusse il sindaco Stefàno a emanare un’ordinanza che vietava l’accesso alle aree verdi non pavimentate del quartiere Tamburi su cui si riscontrava “un rischio sanitario non accettabile”.Ieri è stato ufficializzato il via alle operazioni di bonifica nelle aree del Sottoprogetto 4. Il lotto in questione fa parte della riqualificazione della zona residenziale mentre una seconda fase riguarderà la zona più a nord, vicino al cimitero San Brunone. Ad aggiudicarsi l’appalto per circa 2 milioni di euro è stata l’azienda Axa: i quantitativi di terreno verranno rimossi, stoccati e depositati temporaneamente in un’area nei pressi del campo sportivo Atleti d’Italia.
Come anticipato, saranno asportati i primi trenta centimetri per ogni terreno e sostituiti da terra vergine acquistata dall’Amiu. La caratterizzazione aveva dato risultati incontrovertibili sui superamenti dei livelli di inquinanti.
In particolare, i risultati delle analisi relativi ai campioni di suolo/sottosuolo avevano evidenziato superamenti delle “concentrazioni soglia di contaminazione” nel suolo superficiale in maniera estesa per il Berillio (11 su 39 campioni) e sporadicamente per Antimonio, Piombo, Zinco, PCB, Idrocarburi pesanti mentre nel suolo profondo per Antimonio (4 su 39 campioni) e puntualmente per Arsenico, Berillio, Cromo totale, Nichel, Cobalto e Idrocarburi pesanti. Nel marzo 2011, l'analisi di rischio integrata evidenziò le criticità relative al rischio totale per sostanze cancerogene da suolo superficiale non accettabile. Come già riportato nella precedente analisi del maggio 2010, il rischio per singola sostanza cancerogena restava non accettabile per i parametri PCB e Benzo(a)Pirene. Si confermava, inoltre, il rischio per i bambini di entrare in contatto con sostanze come PCB, Antimonio, Piombo e Ferro.
Sarà una tensostruttura in depressione a fare da deposito temporaneo per questi cumuli che saranno ulteriormente analizzati prima di essere trasferiti e smaltiti verso i siti finali. I lavori proseguiranno per cinque mesi e inizieranno operativamente la prossima settimana.
Alla presentazione ufficiale c’erano il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, il commissario straordinario per le bonifiche, Vera Corbelli, l’amministratore delegato Gruppo Axa, Giampiero Corvaglia e i progettisti Maurizio Notarnicola, Gianluca Intini e Vincenzo La Gioia.
«Si avvia un’era nuova, fatti concreti, si entra nel vivo dell’ambientalizzazione» è stato il concetto espresso dai due rappresentanti istituzionali.
Propositi che però si scontrano con le fonti inquinanti ancora attive. Secondo quanto ammesso anche dall’ingegner Intini che ha ricordato le previsioni dell’Arpa Puglia: uno studio dell’agenzia regionale, emerso durante la cabina di regia dell’aprile del 2013, ha calcolato che i terreni bonificati potranno ritornare agli stessi livelli di inquinamento in un lasso temporale che varia dai 50 ai 150 anni. Ovviamente, a seconda dei livelli e del tipo di produzione delle industrie presenti a Taranto. Il progetto, infine, prevede l’intervento anche in alcune scuole. Anche qui è bene fare delle precisazioni. Per l’aspetto delle bonifiche, saranno interessate al momento tre scuole, Giusti, Gabelli e Vico poiché quelle che si trovano al confine settentrionale (D’Aquino, De Carolis e Deledda) erano escluse dal perimetro della vecchia caratterizzazione.
Quindi, il Comune ha dovuto realizzare nuovamente la caratterizzazione: nel giro di due mesi si comprenderà l’analisi di rischio e se ci dovesse essere un superamento degli inquinanti anche in quelle scuole, si procederà alla bonifica. Per quanto riguarda la riqualificazione strutturale, invece, il protocollo prevede l’adeguamento termico-impiantistico delle scuole de Carolis, Deledda, Gabelli, Giusti e Vico. (Quot)
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