lunedì 16 febbraio 2015

E basta co' 'sto piano Blandino!!!

Il documento su Città Vecchia e Borgo sottoscritto dal coordinamento di associazioni "RigeneriAmo Taranto" e presentato all'assessore Lorusso.

Qualche idea per rifare Taranto. 
Qualcuna condivisibile, qualcun'altra proprio no. 
Ma quale idea per rifare i tarantini? 




Proposta di recupero, riqualificazione e valorizzazione della città di Taranto a seguito del Decreto Legge per Taranto n. 1 del 5 gennaio 2015.
Il Decreto Legge per Taranto, n. 1 del 5 gennaio 20015, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 3 del 5/1/2015, pur contenendo una serie di limiti che ci si augura possano essere eliminati o meglio chiariti, a seguito dell’iter delle audizioni, rappresenta per l’intera comunità jonica uno stimolo interessante per promuovere uno sviluppo alternativo alla monocultura industriale, diversificato, ecocompatibile; inoltre ci incoraggia a ridisegnare il volto dell’intera città.
E’ una sfida di grande momento che impone a tutte le forze politiche, sociali, culturali, associative e a tutte le varie articolazioni istituzionali, di fare sistema per promuovere unitariamente un cammino che porti la nostra città a trasformarsi da “città dei fumi e dell’acciaio” e “delle navi da guerra”, così come oggi è purtroppo connotata, a città della cultura e delle risorse del mare, da città quasi totalmente dipendente dalla monocultura industriale a città in grado di imboccare la strada di uno sviluppo diversificato ed ecocompatibile. Fondamentale, in tale ottica, è definire un progetto strategico di tipo partecipato sull’esempio di altre realtà come Bilbao o Torino.
Affinchè Taranto possa ambire a diventare città della cultura, anche se non è stata individuata tra le città finaliste ad ambire a titolo capitale della cultura europea per il 2019, titolo successivamente assegnato alla città di Matera, dobbiamo e possiamo immaginare un percorso simile a quello fatto proprio da Matera. Città considerata “vergogna nazionale” negli anni cinquanta  ma che, guardando al futuro, ha saputo riscattarsi  trasformando i “Sassi”, sinonimo del degrado, in un modello abitativo sostenibile.
Matera ha i “Sassi”, noi abbiamo la “Città Vecchia”, il “Mar Piccolo” e tante altre innumerevoli bellezze e peculiarità del territorio, che nulla hanno da invidiare a Matera.
Occorre darsi dei tempi per raggiungere traguardi di breve, medio e lungo termine, in quanto il Decreto afferma esplicitamente che il Comune deve presentare un “Piano di interventi per il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione della città vecchia”, trasmettendolo ai Ministeri competenti che entro sessanta giorni valutano la compatibilità degli interventi con le esigenze di tutela del patrimonio culturale, una valutazione che è sostitutiva di tutte le autorizzazioni.
E’ indubbio che il cuore del Decreto, considerando specificatamente l’art. 8, diriga le attenzioni alla Città Vecchia e all’Arsenale, ma è anche evidente come trattasi di due “aree bersaglio”di elevata importanza per l’intero tessuto urbano che obbligano ad allargare lo sguardo a tutta la città.
In considerazione di ciò riteniamo fondamentale che le politiche urbanistiche,  in stretto raccordo con le opere di  bonifica del territorio, da questo momento in poi si orientino esclusivamente e decisamente in direzione di un recupero del grande patrimonio immobiliare e della riqualificazione urbana, abbandonando prioritariamente ogni ipotesi non solo di espansione urbana ma anche di consumo di ulteriore suolo pubblico.
A tal proposito è bene ricordare che:
-          alla Camera è in discussione il Disegno di legge "Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato";
-          la Regione Puglia ha approvato la L.R. n. 26 del 20 maggio 2014 “Disposizioni per favorire l’accesso dei giovani all’agricoltura e contrastare l’abbandono e il consumo dei suoli agricoli”, pubblicata sul BUR Puglia n. 66 del 26 maggio 2014;
-          la Regione Puglia ha approvato la L.R. n. 21 del 29 luglio 2008 “Norme per la Rigenerazione Urbana”, che all’art. 1 recita “La Regione Puglia con la presente legge promuove la rigenerazione di parti di città e sistemi urbani in coerenza con le strategie comunali e intercomunali finalizzate al miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e culturali degli insediamenti umani e mediante strumenti di intervento elaborati con il coinvolgimento degli abitanti e di soggetti pubblici e privati interessati”
-          la prima legge del 2015 approvata dalla Regione Puglia, pubblicata nel Bollettino Ufficiale Regionale n.16 del 30 gennaio 2015, è volta alla “Valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale”.  Quest’ultima legge si coordina con altre leggi regionali finalizzate alla tutela, valorizzazione e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.   In particolare per la valorizzazione si collega con la L.R. 17/2013 in materia di “beni culturali, per la tutela dei manufatti di archeologia industriale che non ricadono nelle competenze statali, con la L.R. 14/2008 che sostiene la qualità delle “opere di architetturae di trasformazione del territorio e per la riqualificazione edilizia e urbana del patrimonio industriale dismesso o abbandonato, ed infine con la L.R. 21/2008 sulla “rigenerazione urbana”, sopra richiamata.
1)      CITTÀ VECCHIA
Per quanto riguarda la “Città Vecchia”, d’obbligo è rifarsi alla relazione preliminare del Comune di Taranto – Ufficio risanamento della città vecchia, e in particolare all’intervento di housing sociale. Riteniamo tuttavia come occorra avere una vision chiara : i processi di recupero, riqualificazione e valorizzazione, così come esplicitamente richiamati dal D.L n. 01/2015, devono avere un carattere non episodico o a macchia di leopardo, o unicamente dettati dall’emergenza, ma organico e sistematico. Il recupero e risanamento della Città vecchia non può inoltre non basarsi, per essere realmente perseguibile, anche sull’effettivo intervento dei privati.
Basilare, inoltre, è l’integrazione sociale: la città vecchia si recupera solo promuovendo una diversificazione del suo tessuto vitale, dei suoi residenti, portando famiglie e giovani di diversi ceti sociali a sceglierla come il posto in cui vivere e, magari, lavorare. Ogni ghetto è destinato a sgretolarsi e poi dissolversi: vale anche per la nostra città. Senza un’inversione di tendenza rispetto al progressivo spopolamento e inaridimento delle basi sociali non c’è alcuna possibilità di costruire il futuro, ma solo la concreta prospettiva una escalation di abbandoni e crolli che porta ad un deserto, civile e fisico.
Per quanto riguarda gli aspetti legati alla lettura e al conseguente recupero del tessuto urbanistico-edilizio, in particolare per quanto concerne l’edilizia residenziale, riteniamo occorra assumere in pieno l’unico piano organico e strutturale in nostro possesso, il “Piano Blandino”. Un piano che prevede la conservazione, il restauro ed il recupero del patrimonio edilizio destinandolo ad utilizzi ad esso strettamente compatibili e parziali diradamenti.
Conseguentemente, ma non di secondaria importanza, occorre procedere al risanamento e consolidamento di tutti gli edifici che presentano carattere di fragilità e rischio di crollo, ipotizzando da subito almeno una sistematica opera di impermeabilizzazione di tutti i lastrici solari, al fine di evitare le continue infiltrazioni delle acque meteoriche nelle strutture sottostanti  che portano al danneggiamento e successivamente al crollo dei fabbricati o di parte di essi.
L’opera di vera e propria azione di recupero, riqualificazione e valorizzazione va iniziata dal recupero e risanamento e dalla restituzione agli usi produttivi del Mar Piccolo.  In questo ambito, per il sostegno ed una regolazione del settore ittico, necessaria è l’individuazione di  aree destinate al P.I.P. per la mitilicoltura (lungo la costa del Mar Piccolo) e per il mercato ittico su terra ferma (indicativamente sul molo San Cataldo). Bisogna quindi partire dalla parte bassa dell’isola, dagli alloggi popolari per proseguire in maniera organica e graduale attraverso i 4 pittaggi (nell’ordine: Turipenne, Ponte, Baglio, S. Pietro) che caratterizzano la configurazione urbanistica della città vecchia.
Riteniamo, inoltre, che l’opera di risanamento vada accompagnata dalle necessarie opere di urbanizzazione indispensabili (rete elettrica, rete idrica e fognante, gas, banda larga) e dall’allocazione di servizi essenziali necessari per un ripopolamento ed un netto miglioramento delle condizioni sociali della città vecchia, quali:
-          un presidio delle forze dell’ordine, anche ai fini di un contrastodegli episodi di vandalismo e di furti perpetrati in questi mesi, che tanti danni hanno arrecato ai Palazzi storici già oggetto di interventi di recupero edilizio;
-          un servizio di pronto soccorso, di guardia medica e di poliambulatorio;
-          un servizio efficace di igiene urbana, che possa agevolare la fruibilità degli spazi pubblici e conseguentemente favorire l’insediamento di altre attività commerciali o artigianali;
-          una sistemazione più razionale della popolazione scolastica, attraverso l’utilizzo delle varie strutture presenti nel quartiere (II circolo didattico “Consiglio”, Istituto comprensivo “G.Galilei”; scuola materna discesa Vasto ecc.) accompagnata da un’incisiva azione di contrasto dell’evasione scolastica;
-          Un piano del commercio modulato in rapporto alle nuove funzioni e necessità emergenti nell’opera di recupero e riqualificazione dei vari comparti dell’isola.
Crediamo inoltre che la vera opera di ricucitura, e fondamentalmente della ”valorizzazione” dell’intera città, debba avvenire attraverso la “Cultura”, ipotizzando la creazione di veri e propri distretti di carattere culturale, non isolati tra di loro ma strettamente interdipendenti.
Il primo di questi distretti andrebbe realizzato proprio nella “Città Vecchia”. Un distretto culturale che faccia leva sul Castello aragonese, così come sul rafforzamento del sistema Universitario tarantino e sul Liceo musicale Paisiello (che va statizzato (per questo chiediamo la presenza del Ministero della Pubblica Istruzione all’interno del tavolo interistituzionale previsto nel decreto) e sulla costituzione di una Pinacoteca civica in uno dei Palazzi storici, in grado di raccogliere tutte le opere pittoriche di Taranto sparse altrove, in città e fuori di essa, di artisti di rilievo come Corrado Giaquinto, Domenico Carella, Antonio D’Orlando, Serafino Elmo, Leonardo Olivieri, Paolo Fenoglio, Paolo De Matteis ecc. Naturalmente per la costruzione di una  Pinacoteca civica, che potrebbe configurare un sistema museale della città vecchia insieme al Mu.di. e al Museo Maiorano, occorre mettere al lavoro esperti di Storia dell’Arte per un censimento e una inventariazione di questo grande patrimonio sconosciuto ai più.
Solo procedendo in questa direzione crediamo si possa rendere “viva” la Città Vecchia e fattibile un suo ripopolamento.
Altri obiettivi che, come RigeneriAmo Taranto, abbiamo individuato sono:
-          Progetti di Valorizzazione e individuazione della corretta destinazione d’uso innanzitutto dei Palazzi nobiliari, prima di procedere al restauro, rendendo fruibili sin d’ora quelli ristrutturati.
-          Fruibilità di tutti i siti di interesse artistico, monumentale, architettonico e archeologico;
-          Recupero della Taranto “Rupestre e Sotterranea”.
2)      BORGO
    Relativamente a quanto anticipato in precedenza, riteniamo che il recupero e la valorizzazione della “Città Vecchia” non possano essere assolutamente disgiunti da interventi mirati a valorizzare il “Borgo Umbertino”.
A tal proposito, oltre all’iniziativa intrapresa dall’A.C. di ristrutturazione del cinema-teatro Fusco, occorre pensare ad un piano esecutivo e di dettaglio, che:
-          ponga fine al devastante fenomeno dell’edilizia di sostituzione e sia improntato al recupero edilizio;
-          valorizzi le aree demaniali dismesse o da dismettere sottraendole, alle mire speculative;
-          riqualifichi il Lungomare e la villa Peripato, gli immobili storici, i siti archeologici, le piazze e le aree pedonali.
Importante è la ridefinizione del piano urbano del traffico in direzione di una mobilità sostenibile e di un allargamento delle aree pedonabili che, attraverso il potenziamento del trasporto pubblico, possano ridurre i livelli di inquinamento prodotti dalle auto e rendere maggiormente fruibile il quartiere come luogo di incontro e di riferimento per l’intera città.
Inoltre, questa rete associativa, memore di quel lenzuolo srotolato lungo il Palazzo degli Uffici alla vigilia del Natale del 2009, recante la scritta “Ricostruiamo la nostra storia. Rinasce Taranto”, ritiene che la ristrutturazione e la giusta fruizione di questo edificio, possa segnare davvero un punto di svolta nella rinascita del borgo umbertino, oggi sempre più desertificato.
Pensiamo che nel Palazzo degli Uffici, possano trovare una giusta collocazione:
-          un “Polo Bibliotecario”, con sale di lettura, ove possano trovare finalmente posto gli innumerevoli libri, anche di alto valore storico, disseminati in vari locali o spazi cittadini, il più delle volte imballati in casse, e privati alla fruizione collettiva;
-          un “Museo di Arte Moderna o Contemporanea”,dotato di Sale Espositive idonee ad ospitare anche mostre temporanee;
-          un Auditorium dotato di Sale di Proiezione;
Del tutto contrari siamo alla paventata realizzazione di un albergo al suo interno.
Quanto sopra insieme all’area del “mercato coperto”, ove si trovano i resti di un anfiteatro da riportare alla luce, al “Museo Archeologico” da potenziare, al “Castello Aragonese”, al “Museo Etnografico”, all’Istituto talassografico può costituire un Secondo Distretto Culturale.
Un Terzo Distretto Culturale può far leva su parte delle aree dell’Arsenale M.M.,per le quali il decreto prevede progetti di valorizzazione.
In particolare possono essere oggetto di interesse le aree della ex Stazione Torpediniere dove, una volta dismesse, si può pensare di creare un “Parco Museale del Mare e della Marineria” che, congiuntamente al recupero dell’affaccio costiero sul Mar Piccolo, è stato in parte già elaborato nell’ambito dell’Area Vasta Tarantina con apposita scheda progettuale.
Riguardo alla fruibilità dell’affaccio costiero, in linea di principio, siamo contrari all’abbattimento del muraglione dell’Arsenale, ritenendo invece che in esso vadano aperti dei varchi lungo il suo perimetro che rendano accessibili ai cittadini, attraverso percorsi ben definiti, le bellezze di carattere artistico, architettonico, archeologico e paesaggistico che si trovano al di là di quel muro.
In questo ambito possono trovare collocazione anche gli interventi di riqualificazione e valorizzazione delle aree demaniali dismesse quali gli ex Baraccamenti Cattolica, la Caserma Mezzacapo, l’ex Cinema Arsenale, l’ex arena Artiglieria senza dimenticare l’ex Palazzo Frisini il quale andrebbe invece consolidato, ristrutturato, riqualificato ed eventualmente destinato a diventare il “Teatro della Città”, considerata la possibilità di ampie aree a parcheggio all’interno della Caserma Mezzacapo.  Non dimentichiamo che Taranto è l’unica città della Puglia a non avere un teatro degno di questo nome.
3)      QUARTIERE “TAMBURI”
Continuando nell’ottica di una visione complessiva del recupero della città di Taranto, considerando quale obiettivo prioritario quello del recupero del Mar Piccolo, vero elemento urbanistico e paesaggistico di ricucitura della varie parti di città, si può immaginare un Quarto Distretto Culturale nella zona dei Tamburi, con il recupero dell’affaccio sul Mar Piccolo  e la riqualificazione della zona del fiume Galeso dove riteniamo importante rispolverare l’idea della creazione di un “Parco Letterario”, intitolato ai grandi poeti che hanno decantato il fiume Galeso. Non dimentichiamo che questo fiume è secondo solo al Tevere come presenza nei testi latini a noi pervenuti. Il parco deve prevedere la rinaturalizzazione del fiume nella sua parte reggimentata, il recupero o la demolizione di una serie di edifici che si trovano nei pressi (ex Cantieri navali e Buffoluto), il recupero dell’immobile destinato al laboratorio di educazione ambientale e dell’edificio in carparo nei dintorni, inizialmente destinato ad edificio scolastico, entrambi in stato di completo abbandono.
4)      QUARTIERE“PAOLO VI”
Un Quinto Distretto Culturale può interessare il quartiere “Paolo VI”, dove abbiamo già la presenza di strutture importanti come il Politecnico, destinati ad arricchirsi di due facoltà, ingegneria aerospaziale e ingegneria ambientale, ma che può fare anche perno sul riutilizzo della Masseria Vaccarella e soprattutto sulla riqualificazione della Circumarpiccolo, fino al “Convento dei Battendieri” e all’area protetta della “Palude La Vela”. Area quest’ultima che, come già sostenuto in un altro nostro documento, va allargata come riserva regionale fino ad includere la Salina Grande, le zone intorno alla palude Erbara e ove insiste il “Parco Cimino”.
Naturalmente ci rendiamo conto della complessità di un progetto di ridisegno della città, che richiede tempi lunghi di realizzazione e la necessità di una selezione degli obiettivi. Complessità che non può non essere affrontata anche nel redigendo nuovo PUG.
La rete delle Associazioni RigeneriAmoTaranto

Arci Futura
Legambiente
Associazione culturale  “A Moro”
Aicc
Associazione culturale “Santa Maria della scala”
Arca
INBAR - Sezione di Taranto

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