venerdì 6 febbraio 2015

Scusa, per Milano?


Può capitare di trovarsi dalle parti del porto, a una trentina di metri dai binari della ferrovia, sotto ai serbatoi dell'Eni.
Da quelle parti è tutto un fermento di lavori per la nuova strada dei moli.
Qui il progresso ha i colori dei catarinfrangenti.
Ogni giorno gente di tutte le provenienze, auto, camion, gru e furgoni si rimescolano tra cumuli di macerie, terra, prati incolti, uccelli migratori e ricordi della perduta verginità naturale.
L'aria sa di lavoro puzzolente.
Quello che il resto d'Italia non vuole.

Ad un tratto, in lontananza, alcuni lavoratori scorgono due ragazzi che camminano costeggiando a piedi i binari.
Si avvicinano a passo svelto.
Vestono leggero.
Uno di loro ha una borsa sportiva e un cappuccio bianco, l'altro ha un piccolo zaino in spalla.
Quello col cappuccio si guarda intorno e non appena scorge delle persone si ferma.
Posa a terra la borsa e si dirige verso di loro.

Da lontano sembravano due giovani rom intenti a spostarsi da una parte all'altra della grande periferia industriale tarantina.
Poi quando i loro lineamenti sono più nitidi, appare subito chiaro che sono dei migranti.
Forse mediorientali. Probabilmente minorenni.
Ma sono molto decisi.

Quello che ha posato la borsa si avvicina con molta determinazione (o con una certa esperienza nel nascondere il timore e lo smarrimento).
Arrivato ad un paio di metri domanda al gruppo: "Scusa, per Milano?"
Lo stupore e la meraviglia sono i primi segnali di risposta.
Prima di rispondergli gli domandano: "Ma siete a piedi?"
"Si. Dove si va a Milano?"
"Ehm. Continua di là, la vedi Mottola? Quel paese sulla collina?"
"Ah. E' di là?"
"Si, vai verso quella direzione!
"Grazie"

Il ragazzo torna a testa bassa e passo veloce verso il compagno di viaggio che era rimasto accanto ai binari.
Ora si capisce perché, nonostante la loro apparente sicurezza, avessero bisogno di informazioni.
Forse avevano visto il treno per Milano partire dalla stazione e pensavano bastasse seguire i binari per trovare la direzione giusta.
Ma poco prima di quel punto si sdoppiano i tronconi per Bari e per Metaponto.
Volevano sapere quale seguire.

Prima che raggiunga il compagno gli gridano con malcelata ironia:
"Ma lo sai che Milano è lontanissima? A piedi è lunghissima: ci vorrà un anno!"
Il ragazzo non si volta e continua a camminare verso il compagno.
Ha già ripreso la borsa quando l'ilarità che aveva seguito la domanda viene interrotta dalla risposta sibilata con drammatica convinzione: "Si lo so...!"

Intanto  aveva ripreso a camminare col compagno a passo veloce accanto ai binari guardandosi intorno.
Dopo qualche decina di metri si volta, forse per vedere la reazione dei suoi interlocutori.
Si ferma. Guarda nella mano qualcosa che sembra un cellulare.
Lo mette in tasca e riprende a camminare.

Sarà l'ennesima parte del loro viaggio della speranza.

Buona fortuna!

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