Fiducia sull’Ilva, ok a 1,8 miliardi
Con il via libera al decreto Salva-Ilva dalle commissioni Industria e Territorio del Senato, il provvedimento è passato in Aula dove è atteso per domani mattina il voto di fiducia. Il provvedimento ha creato i presupposti perché l’Ilva possa ottenere circa 1,8 miliardi di euro ai quali vanno a sommarsi i 260 milioni di riapertura delle linee di credito decise nei giorni scorsi da Intesa Sanpaolo e Unicredit. «Abbiamo lavorato a un testo che affronta un argomento importante per il nostro Paese e cioè coniugare il diritto al lavoro, il diritto alla salute ed il diritto a vivere in un ambiente più pulito» ha detto il relatore Albert Laniece, mentre il relatore Salvatore Tomaselli ha sottolineato che, grazie ai cospicui fondi che potranno arrivare nelle casse Ilva, «ora è possibile garantire la continuità produttiva e occupazionale e il processo di risanamento ambientale».I finanziamenti
Nel
dettaglio, tornando al decreto, il testo approdato in Aula prevede
fondi derivanti per 156 milioni da Fintecna, 1,2 miliardi dallo sblocco
dei fondi sequestrati ai Riva e 400 milioni di finanziamenti con
garanzia dello Stato che i commissari possono ora ottenere da Cassa
Depositi Prestiti. Sul fronte delle misure a sostegno dell’indotto, è
stato chiarito che la prededucibilita’ dei crediti con l’Ilva anteriori
all’ammissione in amministrazione straordinaria riguarderà le Pmi (come
definite dalla raccomandazione Ue del 2003) che hanno effettuato
prestazioni «necessarie al risanamento ambientale, alla sicurezza, alla
continuità dell’attività degli impianti produttivi essenziali nonché
all’attuazione del Piano Ambientale». Votate anche misure a sostegno
dell’autotrasporto e delle piccole imprese con uno stop che fino al 20
dicembre 2015 ai pagamenti dovuti per cartelle esattoriali. Sul fronte
dell’autotrasporto, nell’incontro al Ministero dei Trasporti sono emerse
due proposte di Maurizio Lupi agli autotrasportatori: la liquidazione
totale dei crediti maturati dopo il 21 gennaio (ingresso dell’Ilva in
amministrazione straordinaria) e pre-deducibilità per quelli maturati
precedentemente a quella data. Rispedite per ora al mittente, perché gli
autotrasportatori dell’indotto hanno confermato i blocchi: «restano
fino a quando non avremo garanzie nero su bianco e non otterremo gli
acconti che l’Ilva ha promesso».
Le tasse
Sospesi anche i versamenti dovuti per pagamenti erariali (Iva, Irpef,
Irap ecc..). È stato portato a 35 milioni il fondo di garanzia a
sostegno delle Pmi dell’indotto e del territorio di Taranto. E vengono
portati a 10 milioni di euro i fondi per la messa in sicurezza e
gestione dei rifiuti radioattivi in deposito nell’area ex Cemerad
ricadente nel Comune di Statte in provincia di Taranto. Il decreto,
modificato dalle Commissioni, ribadisce al 4 agosto 2016 il termine
ultimo per realizzare il Piano Ambientale previsto dal Dpcm del 14 marzo
2014.
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