Ora che, grazie all'impegno congiunto di bravi imprenditori locali (Panittica Pugliese) e Centri di Ricerca internazionali, si è trovato l'"oro rosso" per il mare di Taranto, ha senso che l'ENI faccia richiesta di trivellare tutti i fondali a caccia di petrolio e inquinamento?
La domesticazione salverà il tonno rosso?
I Consorzi europei di ricerca Selfdott e Allotuna sono riusciti a controllare la riproduzione del tonno rosso atlantico (Thunnus thynnus) in cattività, ottenendo uova utilizzabili a partire da tonni rossi ospitati in vasche il che «costituisce la prima indispensabile tappa nella domesticazione di questa specie e per lo sviluppo di un'industria dell'acquacoltura sostenibile, indipendente dalle popolazioni selvagge».
Il consorzio Selfdott, "From aptured-based to SELF-sustained aquaculture and Domestication Of bluefin tuna, Thunnus Thynnus" comprende l'università di Cadice (Spagna), il Cnrs e l'università di Montpellier 2 (Francia), il centro di ricerca per l'acquacoltura di Skretting (Norvegia) e la Malta Fishfarming Ltd, ed è dedicato allo studio della riproduzione, dello sviluppo larvale e della nutrizione del tonno rosso. Il consorzio Allotuna include la regione Puglia , le imprese private Panittica Pugliese e Franco Scarciglia Pesca Acque Marine e l'Associazione armatori da pesca di Molfetta.
Il progetto "Allotuna, Organizzazione di un sistema integrale di allevamento del tonno rosso" consiste nella messa in opera di un sistema di allevamento integrato del tonno rosso nel golfo di Taranto, è finanziato dai Fondi strutturali dell'Unione europea e coordinato da Gregorio De Metrio, del dipartimento benessere e salute animale dell'università di Bari. Il progetto italiano era già riuscito nel dicembre 2008 a produrre 20 milioni di larve da tonni in cattività grazie ad una ricerca applicata, condotta dalla facoltà di medicina veterinaria dell'università di Bari col finanziamento dell'Assessorato regionale pugliese allo sviluppo economico, sono nate venti milioni di larve da tonni in cattività.
Ora l'obiettivo a medio termine è quello di realizzare l'allevamento delle larve fino alla produzione di giovani tonni rossi. Così si pensa di contribuire alla salvezza di una specie che ha raggiunto livelli di sovra-pesca mai visti. (leggi l'articolo completo su Greenreport)
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