E Palazzo De Bellis resta preda dei vandali
I Vigili urbani spesso «murano» l’ingresso dello storico immobile
FABIO VENERE (Gazzetta di Taranto, 26ago09, p.IV)
• «I vigili urbani l’avranno murato almeno una decina di volte». Giovanni Guarino, noto operatore culturale della Città vecchia, passeggia in via Duomo arriva all’altezza del civico 161 e volge il suo sguardo verso Palazzo De Bellis. Palazzo acquistato, cinque sei anni fa, dal Comune di Taranto insieme ad altri due edifici storici del Borgo Antico (Palazzo Fornari e Palazzo Delli Ponti). Ma se questi ultimi due immobili hanno già da anni ormai una loro destinazione specifica, Palazzo De Bellis resta miseramente vuoto, sguarnito.
Lì, negli anni scorsi, il Comune aveva deciso di sistemarvi degli uffici comunali. Ma poi non se ne fece più nulla. Più recentemente, invece, per circa un anno e mezzo all’interno dell’edificio c’è stato un custode. Il suo compito era controllare che nessuno violasse gli uffici in cui erano conservati i documenti ed i computer della società aggiudicataria dei lavori del primo lotto del «delfinario». Progetto, anche questo, naufragato con la dichiarazione di dissesto finanziario di Palazzo di città (17 ottobre 2006).
Ed allora, Palazzo De Bellis è rimasto sguarnito. Negli ultimi due anni poi l’Amministrazione Stefàno ha pensato di sistemare altri uffici comunali. S’era parlato anche di un museo. Voci, ipotesi. Ma quel palazzo rimaneva vuoto.
E così, come racconta alla «Gazzetta», Giovanni Guarino «siamo costretti sempre a chiamare la Polizia municipale per murare in continuazione l’ingresso del palazzo. Puntualmente qualcuno sfonda il muro che viene sistemato per entrare nottetempo per fare i fatti suoi lì dentro. E così, noi abitanti della zona - aggiunge Guarino - chiamiamo i vigili che sono costretti a murare nuovamente».
Guarino ricorda, inoltre, come nei mesi scorsi «lavorammo con la Provincia ad una soluzione che prevedesse per Palazzo De Bellis la sistemazione di una scuola. Ma, per ora, non se ne è fatto nulla. Solo parole».
E’ un Guarino piuttosto sconfortato quello che racconta questa Città vecchia che «si chiude dentro se stessa mentre potrebbe aprire ed aprirsi ai giovani, alla scuola. Questa parte della nostra città non ha futuro, non può averlo se diventa luogo d’aggregazione. Non può essere pensata e trasformata così come si è fatto in questi anni come una ufficiopoli. Trasferire qui solo gli uffici non può dare un rilancio in prospettiva all’Iso - la. Quando gli uffici chiudono, infatti, la gente se ne va. Bisogna - invoca Guarino - affollare questi vicoli di gente, di giovani. Di bambini».
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