Un piano per rilanciare la città vecchia di Taranto
A poco più di un mese dal varo dalle legge (la numero 20 del 4 marzo scorso) sull’Ilva e su Taranto, il Comune stringe sul piano per il recupero e la valorizzazione della Città vecchia da presentare al ministero dei Beni culturali. Piano che dovrà essere portato nella prima seduta del Tavolo istituzionale di Palazzo Chigi di cui si attende a breve la convocazione. Accanto al rilancio dell’Ilva, infatti, la legge fa leva su sviluppo del porto, bonifica ambientale, Città vecchia e trasformazione di una parte dell’Arsenale della Marina come museo di archeologia industriale come percorsi nuovi per Taranto. Il tutto da inserire in un Contratto istituzionale di sviluppo, di qui il tavolo di Palazzo Chigi.«La valorizzazione culturale dovrà caratterizzare il piano per la Città vecchia – osserva il sindaco Ezio Stefàno -, ma noi abbiamo anzitutto bisogno di ricreare in questa parte di Taranto condizioni di vivibilità». I problem i più stringenti riguardano fognature e rete idrica. E ancora – dice il sindaco –, «se vogliamo che la Città vecchia riparta e attragga nuove attività, è indispensabile anche la banda larga».
Il comune ha stimato che costerà circa 3 milioni rifare le condotte idriche e fognanti. E se i fondi non verranno dal governo, sarà il comune a reperirli nel suo bilancio. Così come se il governo non reputerà coerenti con gli obiettivi della legge le scelte progettuali del comune, scatterà da parte di quest'ultimo un'altra proposta: il restauro dei palazzi storici Carducci e Troylo e dell'ex complesso Monteoliveto messo all'asta dall'Agenzia del Demanio.
Intervenire su ciascun palazzo (si parla solo di Carducci e Troylo) costa circa 7 milioni e il comune sta ora completando l’adeguamento dei vecchi progetti. Il Comune vuole farne centri per le associazioni e luoghi di cultura in modo che ci sia fruzione pubblica. Agli interventi del Comune si affiancherebbero quelli dei privati (ma Confindustria Taranto sollecita un piano unico per la Città vecchia), dell'Autorità portuale che, con fondi propri, sistemerebbe la zona a mare che va dal molo San Cataldo al Castello aragonese (lo studio di fattibilità sarà pronto il 5 maggio) e dell'Arcidiocesi, che ha presentato al ministro Dario Franceschini un progetto per il recupero della chiesa della Madonna della Salute. (Sole24h)
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