mercoledì 18 aprile 2012

Tutti al "tavolo"!

...e che commensali!!! C'è da andar sicuri che dopo il tavolo ci sarà una lunga... pennichella!!!

Un tavolo interministeriale affronterà l'emergenza Taranto

Bonifiche, riqualificazione urbana, sviluppo, finanziamenti immediati per il porto al centro del vertice a Palazzo Chigi. Il premier e i ministri del governo Monti hanno incontrato la delegazione pugliese capeggiata da Vendola: chieste misure concrete per salvaguardare l'ambiente e la salute dei cittadini senza mettere a rischio le migliaia di posti di lavoro. A Clini il compito di coordinare i lavori

Un tavolo interministeriale affronterà l'emergenza Taranto
Gli insediamenti industriali di Taranto sono importanti per l'Italia e il governo si è fatto carico dei problemi della città, istituendo un tavolo interministeriale che affronti la questione ambientale, coordinato dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini. Il premier Mario Monti risponde all'appello lanciato da enti e istituzioni e ha annunciato la decisione al termine dell'incontro che il presidente del consiglio e i ministri Corrado Passera, Corrado Clini e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Antonio Catricalà hanno avuto con il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido, il sindaco di Taranto Stefano Ippazio e i parlamentari Raffaele Fitto, Nicola La Torre, Ludovico Vico e Antonio Nessa. Per ottenere - spiega una nota di palazzo Chigi - un quadro informativo completo sulla situazione ambientale e socio-economica di Taranto. Al centro della riunione, le questioni delle bonifiche, della riqualificazione urbana, dello sviluppo, dei finanziamenti immediati per il porto.

Il presidente del Consiglio - prosegue il comunicato di palazzo Chigi - ha espresso la volontà del governo di seguire con attenzione particolare le problematiche relative alla città di Taranto, riconoscendo l'importanza per il Paese degli insediamenti industriali del capoluogo ionico, anche costituendo un tavolo con le amministrazioni competenti (Ambiente, Coesione territoriale, Sviluppo economico, Infrastrutture, Salute e Difesa) sotto il coordinamento del ministro Clini. Monti - conclude la
nota - si è rallegrato per la sinergia tra le forze politiche locali, considerandole un auspicio favorevole all'individuazione e adozione delle misure necessarie a dare soluzione alla grave situazione ambientale di Taranto. "Questa è l'occasione per trasformare le sofferenze in opportunità", dice soddisfatto il sindaco Stefano, al termine del vertice a Palazzo Chigi.

"Chiediamo che lo Stato - ha detto il governatore Nichi Vendola - si faccia carico della lunga storia di inquinamento di Stato della città". L'obiettivo del governatore è di "coniugare industria e ambiente, lavoro e salute. Io mi batterò per costruire questo equilibrio". Non servono semplificazioni "che sono figlie di una cultura della sconfitta, mentre il dovere della modernità è quello di coniugare salute e lavoro". Chiudere l'Ilva, ha spiegato il presidente della Regione, "porterebbe cancro e disoccupazione. Lo stabilimento garantisce "12.400 posti di lavoro diretti e cinque o sei mila nell'indotto. Chiudere l'Ilva significherebbe inoltre chiudere un pezzo rilevante dell'industria meccanica italiana". "L'auspicio è che nell'incontro di oggi con il presidente Monti, i ministri Passera e Clini e il sottosegretario Catricalà il governo abbia colto il segnale che abbiamo lanciato. Nei prossimi giorni partirà un tavolo di lavoro tecnico per confezionare un pacchetto di misure concrete, tempestive, per un percorso di rilancio di Taranto".

"Il problema di Taranto diventa un problema nazionale - ha dichiarato a questo proprosito Stefano - il tavolo servirà per tradurre in interventi specifici e immediati misure per l'ambientalizzazione. Anche se quello dell'Ilva, non è più solo un problema ambientale ma si tratta delle mille sofferenze della nostra città. Taranto ha dato da 120 anni alla nazione, e ora chiediamo attenzione al governo". (Repubblica)

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Taranto tra Ilva e ambiente: il governo promette una soluzione

Sulla questione dell’Ilva di Taranto si aprirà un tavolo che coinvolgerà cinque ministeri, quelli dell’Economia, dell’Ambiente, della Difesa, della Coesione territoriale e della Salute, per dare risposte, per mettere in campo interventi, per la bonifica e la tutela dei posti di lavoro. E’ quanto hanno riferito l’assessore regionale all’Ambiente della Puglia Lorenzo Nicastro, il sindaco di Taranto Ippazio Stefano e il presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido, al termine dell’incontro tenutosi il 17 aprile a Palazzo Chigi con il premier Mario Monti, e i ministri dell’Ambiente Corrado Clini e dello Sviluppo economico Corrado Passera. All’incontro era presente anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.

Il tavolo sarà coordinato da Clini: lo comunica Palazzo Chigi. Monti si è anche rallegrato per la “sinergia tra le forze politiche locali”, un “auspicio favorevole all’individuazione e adozione delle misure necessarie a dare soluzione alla grave situazione ambientale di Taranto”. Il premier “ha espresso la volontà del governo di seguire con attenzione particolare le problematiche relative alla città di Taranto, riconoscendo l’importanza per il Paese degli insediamenti industriali del capoluogo ionico”.

No alla chiusura dell’Ilva di Taranto ma diritto alla salute e al lavoro: questa la posizione espressa da Vendola al termine dell’incontro. Chiudere l’Ilva, ha spiegato il governatore pugliese, “porterebbe cancro e disoccupazione”. Vendola ha ricordato che lo stabilimento garantisce “12.400 posti di lavoro diretti e cinque o sei mila nell’indotto. Chiudere l’Ilva significherebbe inoltre chiudere un pezzo rilevante dell’industria meccanica italiana”. “Chiediamo che lo Stato - ha detto Vendola - si faccia carico della lunga storia di inquinamento di Stato della città”. L’obiettivo del governatore e’ di “coniugare industria e ambiente, lavoro e salute. Io mi batterò per costruire questo equilibrio”. Non servono semplificazioni “che sono figlie di una cultura della sconfitta - ha detto Vendola - mentre il dovere della modernità è quello di coniugare salute e lavoro”.

Evidente nelle parole di Vendola il riferimento alla posizione presa da alcune associazioni (Peacelink, Ail, Cittadinanzattiva), che hanno lamentato di “non poter partecipare” ai tavoli in cui si prenderanno le decisioni. In contemporanea alla riunione di governo, i Verdi hanno organizzato un sit-in a Piazza Montecitorio. Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, ha chiesto al governo “impegni immediati e tangibili per far partire la bonifica, un processo di conversione ecologica di un’area dove, secondo la procura di Taranto, l’inquinamento provoca malattia e morte”.

“Il sindacato preme per un’assunzione di responsabilità delle istituzioni: dal governo ci aspettiamo impegni concreti”. A dirlo è il segretario generale della Cgil di Taranto, Luigi D’Isabella, sentito in mattinata da rassegna.it. “È importante che l’incontro sia stato convocato”, osserva D’Isabella. “Noi chiediamo un impegno per le bonifiche, sia dal punto di vista finanziario sia da quello normativo. Occorre riaprire la procedura ‘Aia’ (l’autorizzazione ambientale del ministero, ndr) per l’Ilva, nell’ottica di nuovi abbattimenti delle emissioni inquinanti, come ha detto anche il ministro Clini. Lo si può fare tenendo in marcia gli impianti, come è stato fatto con le nuove norme per limitare la diossina che hanno posto Taranto all’avanguardia”.

Per il sindacato, poi, è necessario un investimento sugli asset strategici: il porto, le aree demaniali e le infrastrutture: “Siamo convinti che Taranto sia una parte fondamentale per risolvere il problema del Mezzogiorno, non certo la causa. È una partita, quella dell’Ilva, per la quale le parti sociali hanno elaborato una piattaforma comune”.”Al di là di ogni strumentalizzazione elettorale (a Taranto si vota per le amministrative, ndr) - conclude D’Isabella -, siamo convinti che la coesione sociale si mantiene con l’ambientalizzazione delle fabbriche, non con la chiusura. Anche perché l’economia tarantina è vitale per tutto il paese. Per questo chiediamo al governo un’attenzione particolare. È una richiesta legittima, l’impatto ambientale non può pesare solamente sulle spalle di una città che ha già pagato”. (Rassegna.it)

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