mercoledì 11 aprile 2012

Il Grillo parlante

Prima del comizio, il camper. É lì che Beppe Grillo incontra Alessandro Furnari, il candidato sindaco del MoVimento 5Stelle.
Il comico-tribuno sta attraversando l’Italia su quattro ruote abitabili. Lo incontriamo a bordo mentre la folla si accalca all’esterno e le digitali puntano sul parabrezza.
Parte dal paradosso, Grillo. E poi tira diritto, sferzante e irriverente. Ce n’è per tutti, anche per Dio. «Qui non ho niente da dirvi: sapete già tutto di ciò che non va. Ma qui accadono cose strane: ho incontrato gente sana!». Ci sarebbe da ridere ma non ride nemmeno lui. «Mi sento responsabile, ragazzi. Sono genovese: vi abbiamo ceduto l’area a caldo delle nostre acciaierie. E adesso siete afflitti da una patologia degna di un neuropsichiatra: lavoro contro salute!».
Secondo Grillo, chiudere lo stabilimento sarebbe una sciagura. E il paradosso raddoppia. «Taranto senza siderurgia? A parte i lavoratori… che fine farebbero le pompe funebri, i barellieri, i falegnami, i fiorai, i marmisti, le farmacie, i radiologi». E c’è una protesta da raccogliere, indirizzare. Ma qui da vent’anni le proteste s’intrecciano. Hanno assunto colori e forme diverse: i grillini arrivano tardi? La piazza è piena, però. Tutto esaurito per Grillo e le sue 5Stelle.
«C’è sempre spazio per rivendicare il futuro. Tutto è sempre possibile. Dipende da noi. In Belgio, senza Governo stanno risolvendo i loro guai. L’Islanda chiude due banche mentre i cittadini riscrivono la Costituzione. Qui a Taranto e a Lecce la wireless non va, però si produce carbone. Si brucia il coke: roba vecchia. C’è la diossina qui… e comunicare è utopia. Giriamo a vuoto, ragazzi! Il veleno lo s’ingoia già nella culla e ti insegnano che farne a meno è anche difficile. Eppure, cambiare si può. Mandiamo a casa chi dice e non fa, ad esempio. Chi divide i cittadini sull’evasione fiscale, mettendoci uno contro l’altro».
Antipolitica a basso costo, anzi gratis? «Certo che no – ribatte Grillo – la nostra è un’idea, non un partito. Non contestiamo i fondi pubblici: non li prendiamo e basta. Siamo quello che diciamo. E facciamo quello che diciamo. Questa è politica».
Nel camper ci sono due collaboratori. Uno siede al volante, l’altro è di fronte al computer. Twitter e Facebook sono gli altoparlanti di Grillo che ogni giorno, con un post, tiene vivo il MoviMento.
«Taranto è un paradiso distrutto. Si potrebbe vivere col minimo, con la nuova agricoltura: eravate il granaio dei romani, altro che carbone!».
Taranto senza Ilva possibile? E l’Italia senza… «gli italiani, se possibile». Grillo alla battuta non rinuncia. Nasce comico e della politica continua a ridere urlando per rabbia.
«L’economia sta bruciando soldi con una rapidità pazzesca mentre il ragioner Monti continua a fare il contabile. Chi lavora in un grattacielo newyorkese decide per noi.. che intanto viviamo di voto di scambio. Dobbiamo sognare un altro futuro che non sia la sopravvivenza. Sembra difficile ma a lungo termine alcuni obiettivi ce li possiamo anche dare: energia pulita e agricoltura, perchè no? Non sono qui ad insegnare. I nostri candidati hanno entusiasmo e sono incensurati. Noi siamo fatti così».
Grillo lascia il camper e si concede alla folla. Battuta-stoccata-battuta-stoccata: ce n’è per tutti, da Casini a Vendola, passando per Monti. Anche Dio è nel copione. «Scendi da lì -urla Grillo fissando il balcone del Carmine – vieni tra noi ma non mandare tuo figlio: stavolta non è roba per bambini». (CdG)

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