Ilva lancia lo spot al cinema. «Ora basta pregiudizi» Su tv, bus e cinema l'iniziativa dell'azienda simbolo di Taranto, In 30 secondi i motivi dell'orgoglio
TARANTO - Sotto processo per inquinamento, l’Ilva attacca con una campagna di comunicazione. E manda in campa Luca Basile, uno dei suoi migliori tecnici ambientali. È il protagonista dello spot di trenta secondi che l’azienda ha realizzato e manda da ieri in onda su tv private e nei cinema. Ma questo è solo un pezzo della campagna che coinvolge anche giornali e radio locali. L’ingegnere tipo scelto dall’Ilva non è a caso uno specialista di ambiente. L’inquinamento è il tema ormai da mesi accostato all’immagine del centro siderurgico. La campagna pubblicitaria avrà una durata di quattro settimane. Tre le sale cinematografiche interessate. L’Ilva vuole diffondere messaggi che mettano in evidenza il lavoro dei dipendenti, il rapporto con la città e l’ambiente in un momento delicato per lo stabilimento, sotto inchiesta della Procura di Taranto per le emissioni inquinanti e le morti procurate. Luca Basile nella realtà non esiste, ma rappresenta, nelle intenzioni dell’azienda, gli 11.500 dipendenti Ilva. I messaggi recitano, come quello che conclude lo spot nei cinema e i passaggi televisivi nelle tv locali: «Ilva c’è un mondo dentro», o «Non fermarti alle apparenze», come appare nella pubblicità sui quotidiani, spot radio e bus dell’azienda dei trasporti extraurbani Ctp.
Gli spot video sono realizzati dall’agenzia di comunicazione genovese Roense, che conta tra i suoi clienti grosse società, come le multinazionali di elettronica Sony Ericsson e Kenwood e la famiglia dei vini Fratelli Gancia. È la prima volta che le pubblicità dell’Ilva compaiono sugli schermi dei cinema o sulle fiancate degli autobus. «Sono in molti - spiega Andrea Rogazione, responsabile dell’ufficio comunicazione dell’Ilva - a giudicare il nostro stabilimento in modo superficiale e spesso frutto di pregiudizi. La nuova campagna, non vuole raccontare un’altra verità, ma è un forte invito per tutti a riflettere su ciò che difficilmente viene raccontato: un mondo di persone, di professionalità e di impegno». «Lo spot aziendale non può essere confuso con la manifestazione del 30 marzo che ha visto spontaneamente scendere in strada 7 mila lavoratori - racconta un ingegnere Ilva che vuole rimanere anonimo - anche se io, personalmente, come tarantino e tecnico dello stabilimento, mi riconosco nella figura di Luca Basile, l’ingegnere dello spot». In quella marcia, con tecnici e operai l’uno accanto all’altro, c’era anche Giuse Alemanno, operaio da dieci anni delle officine Ilva nonché scrittore e autore di «Invisibili», il racconto degli operai dentro la grande fabbrica. «Montavo di turno alle 15, ho visto la marea di lavoratori e mi sono accodato, perché sono sempre dalla parte degli operai - spiega Alemanno - che hanno diritto di conoscere la verità. Una verità su ambiente e salute a Taranto, che oggi nessuno conosce e nessuno è in grado di fornire, ma che deve essere l’unica strada per trovare un giusto equilibrio tra chi difende il proprio lavoro e chi non vuole morire. A partire da chi c’è dentro. La pubblicità dell'Ilva, al cinema e sui bus, non mi sorprende, ma mi trova indifferente come tutte le pubblicità commerciali che tentano di aggredire l’occhio del passante». La campagna pubblicitaria dell’Ilva fa parte di un’aperta strategia comunicativa dell’azienda, che va dall’informazione sui propri investimenti in campo ambientale e della sicurezza sul lavoro, alla pubblicazione di un trimestrale con una tiratura di 35 mila copie, chiamato «Il Ponte», come il ponte girevole simbolo della città e come il legame comunicativo che l’azienda cerca con i propri dipendenti ed ex dipendenti. Nella strategia rientra anche il monitoraggio di siti internet e gruppi Facebook. Inoltre, ogni anno viene presentato alla stampa il rapporto su sicurezza e lavoro e vengono organizzate le visite delle scuole nello stabilimento. Per i ragazzi è stata promossa, con l’Inail e l’Ufficio scolastico provinciale, una campagna di comunicazione sulla prevenzione degli incidenti con il concorso «Guidiamo la vita». Due anni fa, invece, era stato ideato un giochino via internet, accessibile attraverso il sito, dove un omino operaio era impegnato a raccogliere minerali che piovevano dal cielo provenienti da una nave attraccata al porto. Più minerale si raccoglieva più punti si ottenevano.
Gino Martina (CdM)
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