Il 30 luglio 2010 una robusta (12 persone) delegazione di “AltaMarea contro l’inquinamento – Coordinamento di Cittadini ed Associazioni di Taranto” ha incontrato la Commissione ambiente e sanità del Comune di Taranto. La seduta della Commissione aveva all'OdG "Monitoraggio questioni ambientali legate al nostro teritorio".
Il Presidente Pugliese ha dato appuntamento alla Commissione e ad Altamarea per la prima settimana di settembre in funzione della preparazione di un Ordine del Giorno, auspicabilmente condiviso da maggioranza e minoranza, da presentare come indirizzo del Consiglio Comunale, rappresentativo delle istanze del movimento civico e concernente l'intero panorama delle industrie del territorio.Ha inoltre aggiunto che alcuni consiglieri avvocati ritengono opportuno che l'Amministrazione nomini avvocati esclusivi per le questioni del risarcimento danni. Ha quindi invitato Altamarea ad illustrare il documento presentato come "Agenda per la seduta della Commissione ambiente del 30 luglio", articolato in tre punti.
Il primo punto riguarda la "Interruzione dei termini per il risarcimento danni". Taranto e provincia necessitano di grandi bonifiche, che significano risorse e lavoro. In aggiunta alle risorse rinvenienti da fondi nazonali ed europei sono reperibili quelle ottenute dagli "inquinatori", nel rispetto del principio "chi inquina paga". Una opportunità è rappresentata dalla condanna di Ilva già comminata in sede penale e confermata dalla Cassazione che consente di chiedere i danni in sede civile. Il Giudice civile non deve dimostrare il danno, già dimostrato in sede penale, ma deve solo stabilire l'entità del danno subito. La preoccupazione di Altamarea sta nel fatto che la cosa possa finire in prescrizione, in quanto il termine ultimo per la richiesta di risarcimento danni in sede civile è il 23 ottobre 2010. Per scongiurare tale pericolo è sufficiente inviare agli interessati, con una semplice raccomandata, l'Atto interruttivo di cui Altamarea ha indicato i punti salienti.
Il secondo punto riguarda le questioni già presentate da Altamarea nella precedente riunione del 22 giugno u.s., rimaste prive di risposta. Esse concernevano: a) il destino dell'Ordinanza Sindacale del 7 giugno relativa alle immissioni di benzo(a)pirene rilevate nella centralina di via Machiavelli; b) la verifica della distanza tra l'abitato e gli impianti industriali a "rischio di incidente rilevante"; c) la caratterizzazione e bonifica del quartiere Tamburi. Su questi temi il Presidente Pugliese si è impegnato a fissare un incontro con il Segretario Generale del Comune perchè venga indicato il Dirigente e la struttura comunale in grado di dare le risposte alle questioni poste da Altamarea. Il presidente Pugliese ha invitato Altamarea a designare due o tre suoi membri che parteciperanno all'incontro con il Segretario Generale. Altamarea ha accolto con favore l'invito riservandosi di indicare i nominativi dopo una consultazione interna. Altamarea ha colto l'occasione per invitare la Commissione a verificare se un’area come quella dell’ex Lido Azzurro, dichiarata inagibile per presenza di amianto, è il luogo adatto dove portare i bambini del quartiere Tamburi a cui è vietato giocare in piazza.
Il terzo punto riguarda i provvedimenti che il Sindaco dovrebbe prendere alla luce dei nuovi dati sul benzo(a)pirene dei mesi da gennaio a maggio 2010. Altamarea ha rifatto la storia degli ultimi avvenimenti, che hanno visto un sostanziale arretramento della Regione Puglia rispetto alle posizioni precedentemente esposte. Altamarea ha inoltrato alla Regione le integrazioni alla diffida già mandata al presidente Vendola a fine maggio, precostituendo così le condizioni per poter bussare, in caso di inadempienze, a porte dove i cittadini di buon senso non vorrebbero bussare per far rispettare le leggi proprio dalle Istituzioni. La posizione di Altamarea è che il Sindaco ha il potere autonomo per tutelare la salute dei cittadini e gli è chiesto di esercitarlo. Sul piano dei provvedimenti di dettaglio fa fede la nota prot. 0030325 del 21 giugno 2010 di ARPA Puglia (a firma del Direttore scientifico dr. Blonda e del Responsabile U.O. Aria dr. Giua) che ha fornito a tutti gli interessati (Ministero dell’ambiente, Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto, Enti Tecnici centrali e periferici, Ilva e Procuratore della Repubblica di Taranto) i richiesti suggerimenti su "Potenziamento delle attività di monitoraggio dell'aria" e su "Possibili misure per una riduzione del livello di benzo(a)pirene nell'aria". Alla luce di tutto ciò, Altamarea chiede che il Sindaco di Taranto, indipendentemente da quanto farà la Regione Puglia, tuteli la salute dei cittadini con provvedimenti immediati. Qualora non dovesse adempiere ai propri obblighi così come qui richiesti, ci vedremo costretti ad agire in giudizio anche in sostituzione del Comune di Taranto, rimasto eventualmente inerte, per la tutela del nostro diritto alla salute e a un ambiente salubre e per l’interesse collettivo alla tutela della salute e dell’ambiente del Comune di Taranto.
Al termine dell'incontro, tre membri di Altamarea hanno consegnato all'ufficio protocollo del Comune il documento illustrato alla Commissione e l'istanza al Sindaco sull'atto interruttivo della prescrizione. Fatta questa operazione, i tre membri di Altamarea sono stati ricevuti dal Sindaco al quale hanno anticipato il contenuto dei documenti. Il Sindaco si è impegnato a chiedere immediatamente il parere dell'ufficio legale del Comune sul'atto interruttivo e a comunicare ad Altamarea le proprie decisioni la prossima settimana.
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Agenda per la seduta della Commissione Ambiente del Comune di Taranto del 30 luglio 2010 con all’OdG “Monitoraggio questioni ambientali legate al nostro territorio”
1. Questioni poste nella precedente seduta del 22 giugno 2010, inviate al Sindaco con PEC e rimaste senza risposta
1.1 Ordinanza Sindacale del 7 giugno 2010 sul benzo(a)pirene
L’Amministrazione Comunale non ha contestato le inadeguatezze nei “Premesso”, nei “Riferimenti normativi” e negli “Ordina”, né le carenze negli “Aspetti giuridico/amministrativi”, né le insufficienze nei “Contenuti tecnici” per inappropriati provvedimenti.
Oltretutto i termini posti a Ilva nell’Ordinanza sono scaduti e non è nota alcuna azione da parte del Sindaco.
Quanto poi alla pretesa di Ilva di stabilire essa di che cosa si deve occupare la “Commissione ambiente” del Comune di Taranto abbiamo consultato il Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale ed abbiamo letto (pag. 13) che la V Commissione permanente – Ecologia e ambiente ha competenza in materia di Progetti speciali, Igiene e Sanità: sulla sanità l’inquinamento di origine industriale ha fortissime ripercussioni.
1.2 Rischio di Incidente Rilevante - Verifica della distanza tra impianti ed abitato.
Abbiamo chiesto al Comune di fornire al più presto alla popolazione (art. 22 del D.Lvo 334/1999) le informazioni relative ai rischi che essa corre per la presenza sul territorio di aziende sottoposte a “Rischio di Incidente Rilevante”. Non siamo a conoscenza di iniziative dell’Amministrazione in merito.
Abbiamo chiesto che il rappresentante del Comune di Taranto nella Commissione IPPC garantisca personalmente alla cittadinanza di Taranto di avere verificato in sede di istruttoria IPPC/AIA la distanza tra l’abitato dei Tamburi e gli impianti/infrastrutture Ilva “a rischio di incidente rilevante” e di assicurare che tale distanza è assolutamente nei limiti fissati nel “Piano di emergenza Industrie a rischio” redatto dalla Prefettura di Taranto. Non siamo a conoscenza dei risultati di tali verifiche.
1.3 Caratterizzazione e bonifica del rione Tamburi.
Alla luce della grande quantità di interrogativi scaturiti dall’esame delle poche notizie apprese dalla stampa, abbiamo chiesto di consentirci di esaminare e discutere con i tecnici responsabili del procedimento l’intero incartamento relativo alla caratterizzazione e bonifica del rione Tamburi. Non è stato possibile, nè a noi e neanche a qualche Consigliere, di conoscere persino il nome del Responsabile del procedimento. Esprimiamo la più viva sorpresa per un tale stato di cose e ripetiamo che non ci può essere negato il diritto di conoscere il piano generale di caratterizzazione, il piano generale e particolare di bonifica, chi ha vinto l’appalto della prima fase dei lavori, quando inizieranno veramente i lavori, con quale programma, per quali strade, ecc.
Chiediamo, inoltre, che questa Commissione verifichi se un’area come quella dell’ex Lido Azzurro, dichiarata inagibile per presenza di amianto, è il luogo adatto dove portare i bambini del quartiere Tamburi a cui è vietato giocare in piazza.
1.4 Richieste di risarcimento danni da parte del Comune
Abbiamo chiesto che il Comune di Taranto, ed anche la Provincia, avviino le due richieste di risarcimento in sede civile dei danni in seguito a condanne penali di responsabili Ilva: la 1^ richiesta, ex art. 82, comma 4 del Codice di Procedura Penale, è di risarcimento per tutti i danni di natura ambientale, patrimoniale e morale attestati nella sentenza 389/2005 della Corte di Cassazione; la 2^ richiesta è di risarcimento per i danni ambientali provocati dal cattivo funzionamento delle “cokerie” Ilva, che comportò la condanna penale in primo e secondo grado di responsabili Ilva, assolti poi, per prescrizione dei termini, dalla Corte di Cassazione che però ha lasciato aperta la porta per il risarcimento dei danni in sede civile. In merito c’è stata anche la sollecitazione del Consiglio Comunale con votazione quasi unanime. Non è dato di sapere a che punto è il lavoro dei legali del Comune.
2. Provvedimenti del Sindaco dopo i nuovi dati sul benzo(a)pirene nel 2010
2.1 ARPA Puglia, con nota prot. 0034347 del 12 luglio 2010, ha comunicato al Sindaco di Taranto che nei primi cinque mesi del 2010 il valore medio mensile di benzo(a)pirene nel quartiere Tamburi di Taranto è salito a circa 3 nanogrammi a metro cubo. Il valore di legge da non superare per il benzo(a)pirene è di 1 nanogrammo a metro cubo con concentrazione calcolata su base annua come media di tutte le rilevazioni mensili. Il dato comunicato da ARPA Puglia, relativo ai mesi da gennaio a maggio 2010, non è quello definitivo del 2010, ovviamente. Tuttavia, pur ipotizzando per assurdo che nei successivi 7 mesi da giugno a dicembre le immissioni di benzo(a)pirene nella centralina di via Machiavelli risultassero zero, la media annuale del 2010 sarebbe comunque pari a 1,25 ng/mc. E’ lapalissiano, quindi, affermare già oggi, senza tema di smentite, che il valore di legge fissato dalla normativa vigente sarà superato anche nel 2010, come si temeva.
2.2 A fronte di questa situazione assolutamente inaccettabile e insopportabile, la Regione Puglia, anziché operare con l’urgenza promessa, intende avviare il cosiddetto “monitoraggio diagnostico” che, secondo noi, sarà solo un procrastinare, ingiustamente e per un tempo indefinibile, l’attivazione di provvedimenti seri ed efficaci per abbattere le immissioni di benzo(a)pirene, terribile cancerogeno, nell’area urbana di Taranto. Ci è parso di capire che anche il Comune di Taranto intende assecondare l’orientamento dilatorio della Regione Puglia.
2.3 AltaMarea ribadisce ancora una volta che per Taranto la normativa vigente dal 1° gennaio 1999 stabilisce che l'obiettivo di qualità per il benzo(a)pirene è di 1 nanogrammo a metro cubo. Tale assunto è stato condiviso proprio dalla Regione Puglia che nella nota prot. AOO 089 del 29.06.2010 – 0008737, a firma dell’assessore Nicastro, inviata a Ministero dell'ambiente, ARPA Puglia, Provincia di Taranto e Sindaco di Taranto, sostiene che a Taranto c'è "un'emergenza ambientale dovuta al superamento dell'obiettivo di qualità per i livelli di benzo(a)pirene". Questo fatto importante è un successo di AltaMarea, che vede riconosciute ufficialmente le proprie argomentazioni, per cui le concentrazioni rilevate nell’area urbana di Taranto dovevano rimanere assolutamente al di sotto di tale valore da almeno 10 anni. La suddetta norma ha valore cogente e si applica ad un inquinante che è classificato dallo IARC (Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro) al vertice della pericolosità in quanto è sicuramente cancerogeno (classe 1).
2.4 AltaMarea ritiene che nessun cavillo giuridico possa confutare la verità conclamata che la responsabilità dello sforamento del benzo/a)pirene rilevato nella centralina di via Machiavelli sia della cokeria Ilva e ribadisce, pertanto, che è l’azienda che ha il dovere di dichiarare cosa intende fare per far sì che per il benzo(a)pirene sia rispettato finalmente l’obiettivo di qualità di 1 ng/mc nelle centraline urbane. Tocca ai dirigenti Ilva, che non sono privi di conoscenze siderurgiche, trovare a qualunque costo i rimedi per abbattere le proprie emissioni di benzo(a)pirene in quantità tale che la concentrazione rilevata in tutte le centraline dell’area urbana di Taranto sia al massimo uguale all’obiettivo di qualità di 1 ng/mc. E se l’Ilva non è in grado di trovare provvedimenti e tecniche idonee a rispettare tale obiettivo di qualità, deve rassegnarsi a fermare la cokeria.
2.5 Con nota prot. 0030325 del 21 giugno 2010, ARPA Puglia (a firma del Direttore scientifico dr. Blonda e del Responsabile U.O. Aria dr. Giua) ha fornito a tutti gli interessati (Ministero dell’ambiente, Regione Puglia, Provincia e Comune di Taranto, Enti Tecnici centrali e periferici, Ilva e Procuratore della Repubblica di Taranto) i richiesti suggerimenti su "Potenziamento delle attività di monitoraggio dell'aria" e su "Possibili misure per una riduzione del livello di benzo(a)pirene nell'aria".
2.6 La proiezione matematica dei morti collegati alla quantità di benzo(a)pirene presente nell’atmosfera e rilevata nella centralina urbana con valori superiori all’obiettivo di qualità, numero di morti evincibile dalla relazione di ARPA Puglia del 4 giugno 2010, non consente a nessuno, e innanzitutto a nessuna delle Amministrazioni Pubbliche coinvolte, di tergiversare o eludere provvedimenti su fatti così gravi ed urgenti.
2.7 Alla luce di tutto ciò, si chiede che il Sindaco di Taranto, indipendentemente da quanto farà la Regione Puglia, tuteli la salute dei cittadini con provvedimenti immediati. Qualora non dovesse adempiere ai propri obblighi così come qui richiesti, ci vedremo costretti ad agire in giudizio anche in sostituzione del Comune di Taranto, rimasto eventualmente inerte, per la tutela del nostro diritto alla salute e a un ambiente salubre e per l’interesse collettivo alla tutela della salute e dell’ambiente del Comune di Taranto.
3. Interruzione dei termini per il risarcimento danni
Dato il protrarsi indefinito del lavoro dei legali dell’Amministrazione sulla richiesta di risarcimento danni, chiediamo al Sindaco di Taranto di interromperne i termini con una semplicissima comunicazione, come da istanza allegata.
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