Lettera aperta. ALTAMAREA ALLE ISTITUZIONI
Il 7 giugno 2010. una delegazione di “AltaMarea contro l’inquinamento – Coordinamento di Cittadini ed Associazioni di Taranto” ha illustrato all’assessore regionale all’ambiente dr. Nicastro, coadiuvato dal responsabile del settore ing. Antonicelli, la diffida già inviata al Presidente Vendola sulla importante questione dello sforamento nel 2008 e nel 2009 dell’obiettivo di qualità di 1 ng/mc fissato per il benzo(a)pirene con normativa nazionale in vigore fin dal 1 gennaio 1999.
Al termine dell’incontro la Regione, con un comunicato stampa, affermò: Nel corso dell’incontro odierno, ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste è stato chiarito come non vi siano dubbi in relazione all’esigenza di conseguire la riduzione della concentrazione di benzo(a)pirene ben prima del 31 dicembre 2012, prospettato dal Ministero dell’Ambiente. “Ci siamo impegnati – ha detto Nicastro - a promuovere presso il Ministero, responsabile del procedimento per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per lo stabilimento ILVA, una forte azione di sollecitazione volta alla definizione delle misure necessarie per ridurre il contributo emissivo”. “Tali misure - ha precisato - potranno e dovranno essere anche più stringenti di quelle previste dalle BAT, come peraltro stabilito dalla norma in casi limite come questo. Questo assessorato ritiene che considerata la situazione ambientale che si è determinata nella città di Taranto l’accoglimento di tale richiesta sia doveroso da parte del Ministero dell’Ambiente”. In parallelo la Regione si è attivata per la redazione di un piano di azione finalizzato all’immediato rientro nei limiti previsti dalla legge nel benzo(a)pirene già nel 2010.
Mentre AltaMarea attendeva fiduciosa di conoscere il piano di azione della Regione per l’immediato rientro del benzo(a)pirene già nel 2010, il giorno 1 luglio 2010 il responsabile Ilva per i problemi dell’ambiente, in apposita conferenza stampa ha dichiarato “Sulla cokeria siamo in regola con la legge. Le emissioni sono state abbattute del 50%. Ci difenderemo contro ogni tipo di ricorso”. A tale tracotante affermazione, priva di riscontri oggettivi e certificati, Altamarea ha contrapposto il fatto incontrovertibile che la concentrazione di benzo(a)pirene misurata nella centralina di via Machiavelli come media di parte del 2008 e di tutto il 2009 supera del 30% l’obiettivo di qualità di 1 ng/mc. ARPA Puglia, che è un Ente tecnico pubblico certificato, ha accertato che oltre il 90% del benzo(a)pirene che arriva nella suddetta centralina proviene dai “processi produttivi condotti dall’area a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva e, in modo maggioritario, all’interno di tale area, l’impianto di distillazione del carbon fossile per la produzione di coke metallurgico (cokeria).” Se gli “impianti a norma” di Ilva producono tanto benzo(a)pirene da far sì che la parte che arriva alle centraline è “fuori norma” spetta al gestore ridurre la propria produzione di benzo(a)pirene di modo che la parte che arriva alle centraline della città rispetti l’obiettivo di qualità fissato dalla legge.
Il 12 luglio 2010 ARPA Puglia ha comunicato al Comune e alla Provincia di Taranto nonché alla Regione Puglia che nei primi cinque mesi del 2010 il valore medio mensile di benzo(a)pirene nel quartiere Tamburi di Taranto è salito a circa 3 nanogrammi a metro cubo. Il valore di legge da non superare per il benzo(a)pirene, lo ripetiamo ancora una volta, è di 1 nanogrammo a metro cubo con concentrazione calcolata su base annua come media di tutte le rilevazioni mensili. Il dato comunicato da ARPA Puglia, relativo ai mesi da gennaio a maggio 2010, non è quello definitivo del 2010, ovviamente. Tuttavia, pur ipotizzando per assurdo che nei successivi 7 mesi da giugno a dicembre le immissioni di benzo(a)pirene nella centralina di via Machiavelli risultassero zero, la media annuale del 2010 sarebbe comunque pari a 1,25 ng/mc. E’ lapalissiano, quindi, affermare già oggi, senza tema di smentite, che il valore di legge fissato dalla normativa vigente sarà superato anche nel 2010, come si temeva.
A fronte di questa situazione assolutamente inaccettabile e insopportabile, ci sembra di capire che la Regione Puglia, anziché operare con l’urgenza promessa, intende avviare il cosiddetto “monitoraggio diagnostico” che, secondo noi, sarà solo un procrastinare, ingiustamente e per un tempo indefinibile, l’attivazione di provvedimenti seri ed efficaci per abbattere le immissioni di benzo(a)pirene, terribile cancerogeno, nell’area urbana di Taranto.
A tal proposito avevamo concordato un incontro urgente con il settore ambiente della Regione Puglia e con l’ARPA da tenersi prima del “tavolo tecnico” con Ilva. Tale incontro, programmato per le 12,30 di lunedì 19 è stato rinviato con sms delle ore 22 di domenica 18 luglio e non più riprogrammato, nonostante l’impegno preso dalle Regione e le nostre reiterate sollecitazioni, cui non è seguito neanche un segnale di buona creanza.
AltaMarea ribadisce ancora una volta che la normativa vigente dal 1° gennaio 1999 stabilisce che l'obiettivo di qualità per il benzo(a)pirene è di 1 nanogrammo a metro cubo e che le concentrazioni rilevate nell’area urbana di Taranto devono rimanere assolutamente al di sotto di tale valore. Tale norma ha valore cogente e si applica ad un inquinante che è classificato dallo IARC (Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro) al vertice della pericolosità in quanto è sicuramente cancerogeno (classe 1).
AltaMarea ritiene che nessun cavillo giuridico possa confutare la verità conclamata che la responsabilità dello sforamento del benzo/a)pirene rilevato nella centralina di via Machiavelli sia della cokeria Ilva e ribadisce, pertanto, che è l’azienda che ha il dovere di dichiarare cosa intende fare per far sì che per il benzo(a)pirene sia rispettato finalmente l’obiettivo di qualità di 1 ng/mc nelle centraline urbane. Tocca ai dirigenti Ilva, che non sono privi di conoscenze siderurgiche, trovare a qualunque costo i rimedi per abbattere le proprie emissioni di benzo(a)pirene in quantità tale che la concentrazione rilevata in tutte le centraline dell’area urbana di Taranto sia al massimo uguale all’obiettivo di qualità di 1 ng/mc. E se l’Ilva non è in grado di trovare provvedimenti e tecniche idonee a rispettare tale obiettivo di qualità, deve rassegnarsi a fermare la cokeria.
La proiezione matematica dei morti collegati alla quantità di benzo(a)pirene presente nell’atmosfera e rilevata nella centralina urbana con valori superiori all’obiettivo di qualità, numero di morti evincibile dalla relazione di ARPA Puglia del 4 giugno 2010, non consente a nessuno, e innanzitutto a nessuna delle Amministrazioni Pubbliche coinvolte, di tergiversare o eludere provvedimenti su fatti così gravi ed urgenti.
Sulla questione benzo(a)pirene la Regione e gli Enti locali hanno compiti precisi da concertare sinergicamente: la Regione Puglia ha il dovere ineludibile di intervenire sul piano di azione immediato e sul piano di risanamento dell’atmosfera; il Comune di Taranto ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini; la Provincia ha il dovere di adempiere ai compiti delegati dalla Regione in termini di controlli e verifiche.
Di contro, il Ministero dell’ambiente deve emettere l’Autorizzazione Integrata Ambientale con prescrizioni severe a tutela dell’ambiente e conseguentemente della salute di cittadini e di lavoratori, a conclusione di un procedimento fortemente e colpevolmente già in ritardo di 3 anni.
Alle Autorità Pubbliche spetta operare con severità e tempestività, lungi dalle “cerimonie” degli atti di intesa, dei tavoli tecnici, dei permessi e di altre pastoie burocratiche, ricorrendo se del caso anche ai Carabinieri del NOE, per fare quello che non hanno saputo finora: adoprarsi e controllare che quell’obiettivo di qualità a Taranto, non rispettato dal 1 gennaio 1999, sia finalmente rispettato, ad ogni costo.
Se non accadrà nulla di tutto ciò, saremo costretti a bussare a porte dove non si dovrebbe mai bussare quando sono in campo le Amministrazioni Pubbliche.
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