venerdì 2 luglio 2010

Ilva: chiacchiere e distintivo!

ALTAMAREA - COMUNICATO STAMPA DEL 2 LUGLIO 2010
SIAMO STUFI DI SENTIR DIRE CHE L’ILVA E’ A POSTO CON LE NORME

L’Ilva continua a non rispettare questo territorio, la sua gente e il comune sentire.

Nella conferenza stampa del 1 luglio 2010 il responsabile aziendale per i problemi dell’ambiente ha dichiarato “Sulla cokeria siamo in regola con la legge. Le emissioni sono state abbattute del 50%. Ci difenderemo contro ogni tipo di ricorso”. Noi diciamo semplicemente che questa affermazione non ci interessa e non dovrebbe interessare neanche le Autorità Pubbliche. La questione è un’altra.
Secondo le rilevazioni di ARPA Puglia la concentrazione di benzo(a)pirene misurata nella centralina di via Machiavelli come media di parte del 2008 e di tutto il 2009 supera del 30% l’obiettivo di qualità di 1 ng/mc. ARPA Puglia, che è un Ente tecnico pubblico certificato, ha accertato che oltre il 90% del benzo(a)pirene che arriva nella suddetta centralina proviene dai “processi produttivi condotti dall’area a caldo dello stabilimento siderurgico Ilva e, in modo maggioritario, all’interno di tale area, l’impianto di distillazione del carbon fossile per la produzione di coke metallurgico (cokeria).” Se impianti “a norma” producono tanto benzo(a)pirene da far sì che la parte che arriva alle centraline è “fuori norma” spetta al gestore ridurre la propria produzione di diossina di modo che la parte che arriva alle centraline della città rispetti l’obiettivo di qualità fissato dalla legge.
Noi riteniamo che nessun cavillo giuridico possa confutare la verità conclamata che la responsabilità dello sforamento del benzo/a)pirene rilevato nella centralina di via Machiavelli sia della cokeria Ilva.
Noi invitiamo il Sindaco di Taranto e qualunque altro “mediatore” a non accettare il confronto con Ilva sul piano dei provvedimenti tecnici o gestionali che l’azienda ha il dovere di prendere per far sì che sia rispettato immediatamente per il benzo(a)pirene l’obiettivo di qualità di 1 ng/mc nelle centraline urbane: su nessun ring del mondo si permetterebbe il combattimento tra un peso supermassimo contro un peso mosca, per di più cieco.
Tocca ai dirigenti Ilva, che non sono privi (ciechi) di conoscenze siderurgiche, trovare a qualunque costo i rimedi per abbattere le proprie emissioni di benzo(a)pirene in quantità tale che la concentrazione rilevata in tutte le centraline dell’area urbana di Taranto sia al massimo uguale all’obiettivo di qualità di 1 ng/mc. E se l’Ilva non è in grado di trovare tecniche idonee a raggiungere e mantenere tale obiettivo di qualità, deve rassegnarsi a chiudere la cokeria. La proiezione matematica dei morti collegati alla quantità di benzo(a)pirene presente nell’atmosfera e rilevata nelle centraline urbane con valori superiori all’obiettivo di qualità, numero di morti evincibile dalla relazione di ARPA Puglia del 4 giugno 2010, non consente a nessuno, e innanzitutto a nessuna delle Amministrazioni Pubbliche coinvolte, di cincischiare o eludere fatti così gravi.
Alle Autorità pubbliche spetta l’importantissimo compito di fare controlli severi e tempestivi, lungi dalle “cerimonie” dei permessi e di altre pastoie burocratiche, ricorrendo se del caso anche ai Carabinieri del NOE. Le Autorità Pubbliche, però, hanno anche il dovere civico di chiedere scusa ai cittadini di Taranto per non aver saputo controllare che quell’obiettivo di qualità a Taranto fosse rispettato dal 1999.
Le scuse alla città dovrebbe farle anche l’Ilva, che non poteva non sapere avendo vissuto molti anni fa un’analoga vicenda a Genova, se non vuole smentire il principio della responsabilità sociale cui talvolta ha fatto riferimento nei rapporti con il territorio.
Se non accadrà nulla di tutto ciò, saremo costretti a bussare a porte dove non si dovrebbe mai bussare tra persone per bene.

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