L'Arpa della Puglia sta seguendola vicenda della zona verde inquinata del rione Tamburi di Taranto, a ridosso dell’Ilva, sulla quale il sindaco, Ippazio Stefano, nelle scorse settimane, ha vietato ai bambini di giocare. L’ordinanza vieta il calpestio delle aree verdi del triangolo tra via Deledda, via Galeso e via Lisippo, che sono risultate contaminate da idrocarburi e metalli pesanti.
Le osservazioni dell’Arpa si conosceranno all’inizio di agosto. I dati sull'inquinamento emergono dalla relazione tecnica del progetto per il risanamento del rione Tamburi commissionata dal Comune ad un gruppo di tecnici. Nello studio si afferma che “i risultati dell’analisi di rischio hanno evidenziato un rischio totale non accettabile per le sostanze cancerogene” in relazione allo 'scenario bambinì”.
Il pericolo per i bimbi è riferito a due inquinanti in particolare: i Pcb (policlorobifenili) e il Berillio. I più piccoli potrebbero infatti inconsapevolmente ingerirli o anche, nel caso dei Pcb, venire contaminati per via del solo contatto dermico. Altamarea, un coordinamento di cittadini e associazioni locali, ha scritto al direttore generale dell’Arpa, Giorgio Assennato, affinchè chiarisca la provenienza delle sostanze che hanno inquinato il suolo. E all’associazione Assennato risponderà nei primi giorni di agosto, soffermandosi in particolare sulla procedura tecnico-scientifica seguita da consulenti del Comune che hanno suggerito di bonificare l’area inquinata e di imporre il divieto di calpestio per i bambini.
Proprio attorno all’area industriale, per una fascia di circa 20 chilometri, la Regione Puglia a causa del forte inquinamento da diossina, ha vietato il pascolo. Il dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto ha invece disposto di recente l'abbattimento di altri mille capi di bestiame (che si aggiungono agli altri 1.200 già abbattuti nei mesi passati) nelle cui carni è stata trovata una concentrazione di diossina superiore ai limiti di legge. (GdM)
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