domenica 11 luglio 2010

Fatti, Presidente!

Signor Presidente Vendola,

Lei ha più volte dichiarato di avere compreso davvero lo spessore della situazione di Taranto, creata dall'inquinamento di origine industriale, attraverso le letterine e le parole che i bambini di Taranto Le hanno fatto giungere. Il Suo dolore per quelle creature innocenti e la Sua solidarietà verso i loro genitori sono stati sinceri ed hanno indotto Lei ad assumere decisioni coraggiose contro l'apatia e l'indifferenza delle Istituzioni nazionali. Qualcosa è cambiato, ma il "maligno" che sovrasta questo territorio è sempre presente ed imperante. Esso si manifesta ogni giorno sotto abiti diversi: avantieri indossava quelli della polvere dai parchi primari, ieri quelli della diossina dall’agglomerato, oggi si presenta con quelli del benzo(a)pirene dalla cokeria e dei metalli pesanti dalle emissioni convogliate, diffuse e fuggitive. Ma i bambini dei Tamburi quel "maligno" così vestito non lo riconoscono, nè saprebbero evitarlo. I loro genitori in questi giorni saranno alle prese con le loro domande: Perchè ora non posso più andare a giocare giù in giardino? ma fino a ieri ci andavo! quando potrò tornarci? e ora che faccio?
Da genitori e nonni immaginiamo le risposte che quei genitori daranno ai loro figli, avendo anche l'angoscia di non possedere nessuna speranza a cui attaccarsi per infondere un pò di fiducia e indurre un sorriso.
"Altamarea contro l'inquinamento - Coordinamento di Cittadini ed Associazioni di Taranto", avverte la fortissima preoccupazione presente in "AIL - Sezione di Taranto" e in "Bambini contro l'inquinamento" che sono a contatto diretto e quotidiano con casi drammatici e constatano la propria impotenza e l'inadeguatezza dei provvedimenti che di volta in volta vengono adottati dall’Autorità competente.
Altamarea, in questi giorni, ha manifestato, inascoltata, le perplessità suscitate dalla misconosciuta vicenda della caratterizzazione e bonifica del quartiere Tamburi. A pelle si sente che le cose stanno ancor peggio di come sono state comunicate. Si possono comprendere le motivazioni di tanta prudenza, ma nel contempo è certo che, se non si hanno le idee chiare su come stiano le cose veramente, si rischia di rinviare i provvedimenti risolutori e, nel frattempo, di sprecare risorse, il che non è poco in periodo di vacche magrissime com'è quello che si vive a Taranto.
Caro Presidente, questa di Taranto non è solo un'emergenza cittadina, è un dramma regionale, nazionale ed europeo: venga subito a Taranto, faccia chiarezza su quello che sta accadendo, imprima un'accelerata sui provvedimenti, incontri i cittadini e non solo le Istituzioni, faccia sentire che lo Stato c'è anche qui. Il Presidente Napolitano, a dei ragazzini di una scuola della provincia di Taranto andati a trovarLo al Quirinale, ha manifestato il Suo dolore e rammarico per non avere conosciuto a suo tempo cosa avrebbe provocato di male ai cittadini di Taranto l'industrializzazione decisa a fin di bene. A quel rammarico, però, non è seguito nulla. E qui c'è qualcuno che, in questa situazione drammatica, ha l'impudenza di festeggiare i "50 anni di acciaio a Taranto", che oltretutto non sono neanche tutti suoi.

Venga subito Presidente.

"Altamarea contro l'inquinamento - Coordinamento di Cittadini ed Associazioni di Taranto"

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