Signor Presidente Vendola,
Lei ha più volte dichiarato di avere compreso davvero lo spessore della situazione di Taranto, creata dall'inquinamento di origine industriale, attraverso le letterine e le parole che i bambini di Taranto Le hanno fatto giungere. Il Suo dolore per quelle creature innocenti e la Sua solidarietà verso i loro genitori sono stati sinceri ed hanno indotto Lei ad assumere decisioni coraggiose contro l'apatia e l'indifferenza delle Istituzioni nazionali. Qualcosa è cambiato, ma il "maligno" che sovrasta questo territorio è sempre presente ed imperante. Esso si manifesta ogni giorno sotto abiti diversi: avantieri indossava quelli della polvere dai parchi primari, ieri quelli della diossina dall’agglomerato, oggi si presenta con quelli del benzo(a)pirene dalla cokeria e dei metalli pesanti dalle emissioni convogliate, diffuse e fuggitive. Ma i bambini dei Tamburi quel "maligno" così vestito non lo riconoscono, nè saprebbero evitarlo. I loro genitori in questi giorni saranno alle prese con le loro domande: Perchè ora non posso più andare a giocare giù in giardino? ma fino a ieri ci andavo! quando potrò tornarci? e ora che faccio?
Da genitori e nonni immaginiamo le risposte che quei genitori daranno ai loro figli, avendo anche l'angoscia di non possedere nessuna speranza a cui attaccarsi per infondere un pò di fiducia e indurre un sorriso.
"Altamarea contro l'inquinamento - Coordinamento di Cittadini ed Associazioni di Taranto", avverte la fortissima preoccupazione presente in "AIL - Sezione di Taranto" e in "Bambini contro l'inquinamento" che sono a contatto diretto e quotidiano con casi drammatici e constatano la propria impotenza e l'inadeguatezza dei provvedimenti che di volta in volta vengono adottati dall’Autorità competente.
Altamarea, in questi giorni, ha manifestato, inascoltata, le perplessità suscitate dalla misconosciuta vicenda della caratterizzazione e bonifica del quartiere Tamburi. A pelle si sente che le cose stanno ancor peggio di come sono state comunicate. Si possono comprendere le motivazioni di tanta prudenza, ma nel contempo è certo che, se non si hanno le idee chiare su come stiano le cose veramente, si rischia di rinviare i provvedimenti risolutori e, nel frattempo, di sprecare risorse, il che non è poco in periodo di vacche magrissime com'è quello che si vive a Taranto.
Caro Presidente, questa di Taranto non è solo un'emergenza cittadina, è un dramma regionale, nazionale ed europeo: venga subito a Taranto, faccia chiarezza su quello che sta accadendo, imprima un'accelerata sui provvedimenti, incontri i cittadini e non solo le Istituzioni, faccia sentire che lo Stato c'è anche qui. Il Presidente Napolitano, a dei ragazzini di una scuola della provincia di Taranto andati a trovarLo al Quirinale, ha manifestato il Suo dolore e rammarico per non avere conosciuto a suo tempo cosa avrebbe provocato di male ai cittadini di Taranto l'industrializzazione decisa a fin di bene. A quel rammarico, però, non è seguito nulla. E qui c'è qualcuno che, in questa situazione drammatica, ha l'impudenza di festeggiare i "50 anni di acciaio a Taranto", che oltretutto non sono neanche tutti suoi.
Venga subito Presidente.
"Altamarea contro l'inquinamento - Coordinamento di Cittadini ed Associazioni di Taranto"
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