Ora i Democratici preferiscono non prendersi meriti, ma di sicuro la nomina di Corrado Clini a ministro dell'Ambiente rappresenta anche un successo del Pd.
Direttore generale del ministero dell'Ambiente dal 1990, attualmente della Direzione per lo Sviluppo sostenibile, il Clima e l'Energia del dicastero, il neoministro è nato a Latina il 17 luglio 1947 e si è laureato nel 1972 in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma. Dopo aver fatto da "sherpa" a decine di conferenze e incontri internazionali, la sua competenza e la sua credibilità all'estero sono elevatissime. La lunghissima permanenza al ministero fa di Clini un tecnico supernavigato, che ha lavorato sia al servizio di Berlusconi che di Prodi. "Sono un servitore dello Stato ed è un impegno che onorerò nel modo migliore", ha commentato a caldo dopo la nomina. "Spero di convincere - ha aggiunto - che realizzare una logica di sviluppo sostenibile in Italia sarà un driver per la crescita".
Non che in passato Clini non abbia avuto motivi di scontro con la sinistra e il movimento ecologista. Le tensioni sono esplose soprattutto quando l'ex direttore generale ha sposato con enfasi l'ostilità del centrodestra per il Protocollo di Kyoto e le politiche europee a sostegno del clima e della riconversione energetica. Se l'Italia è stata sul punto di far saltare la direttiva 20-20-20 1, considerata ormai universalmente un caposaldo delle politiche Ue, è stato anche per il lavoro svolto all'epoca da Clini. Senza dimenticare che il neoministro è stato (e probabilmente è ancora) un nuclearista convinto.
"Peccati" che ora sembrano almeno in parte perdonati. In questo momento, dice ancora Della Seta, "è la persona più adatta perché chiunque altro rischierebbe di finire stritolato". Giudizio condiviso da Legambiente che lo definisce "una persona seria e competente che giudicheremo dai fatti, una persona affidabile che soprattutto sa di cosa parla". Se Stefania Prestigacomo esordì con la frase shock "io di ambiente non so nulla", effettivamente è già un bel passo avanti. (La Repubblica)
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