Il sondaggio: su Ilva città divisa. Bocciate Enipower e Cementir
Innanzitutto 4813 grazie. Tanti sono stati i tagliandi pervenuti alla nostra redazione durante le sei settimane del sondaggio “Scegli il futuro di Taranto”. Grazie per la partecipazione, per la fiducia, per l’attenzione alle nostre iniziative. Abbiamo cominciato dopo il grandissimo successo di “Vota il tuo sindaco”, non senza qualche perplessità. Siamo passati da un argomento in cui la competizione personale ha giocato un ruolo predominante; ad uno che ha posto in maniera diretta e senza filtri questioni di importanza strategica per il presente e per il futuro della nostra collettività. Ad alcuni è sembrata un’eccessiva semplificazione, ad altri un’opportunità di confronto. Abbiamo ricevuto critiche e complimenti, come è normale che sia. In ogni caso, abbiamo tenuto fede al nostro impegno di giornale libero e indipendente, senza padroni nè padrini e che, per questo, può affrontare gli argomenti a viso aperto. Credeteci, non è poco e non è facile resistere ai condizionamenti. I mass media pullulano di editori che stampano giornali per difendere interessi nell’industria e in altri settori che con l’informazione hanno poco da spartire.
I quasi cinquemila tagliandi pervenuti confermano che la strada intrapresa è quella giusta. Il sondaggio è partito in sordina, ma settimana dopo settimana, ha preso corpo grazie anche ai qualificati interventi che abbiamo ospitato. Vogliamo ricordarli e rivolgere anche a loro il nostro ringraziamento: il sindaco Ezio Stefàno; il presidente della Provincia Gianni Florido; l’assessore regionale al Bilancio Michele Pelillo; i consiglieri regionali Arnaldo Sala (Pdl) e Patrizio Mazza (Idv); il presidente di Confindustria Luigi Sportelli; il presidente di Confcommercio Leonardo Giangrande; il segretari generali Daniela Fumarola (Cisl) e Luigi D’Isabella (Cgil); i rappresentanti delle associazioni Biagio De Marzo (Altamarea), Nicola Russo (Taranto Futura), Alessandro Marescotti (Peacelink), Daniela Spera (Legamjonici), Paola D’Andria (Ail), Fabio Matacchiera (Fondo Antidiossina).
I temi del sondaggio, Ilva, aumento della produzione Cementir, nuova centrale Enipower sono al centro del dibattito cittadino e la risposta alla nostra iniziativa dimostra quanto sia diffusa la voglia di esprimere la propria opinione e di partecipare alle decisioni. E veniamo ai risultati. Semplificando il responso delle urne i nostri lettori hanno bocciato in maniera netta la realizzazione dei nuovi impianti Enipower e Cementir. Per la centrale Enipower il dato finale è 581 voti (12,2%) per il sì, 4207 per il no (87,8%). Sono stati 533 (11,2%) i consensi per il nuovo stabilimento Cementir e 4263 (88,8%) i no. Più articolato il giudizio sull’Ilva e non solo perchè le opzioni in campo erano tre. Sul centro siderurgico il sondaggio ci consegna sostanzialmente una città dovosa: 46,4% (2224 voti) in favore della chiusura totale; 11,9% (570) per la chiusura parziale (area a caldo); 41,7% (1997) per l’ecocompatibilità. Mentre per Enipower e Cementir l’andamento dei voti nelle sei settimane è stato costante: dalla prima all’ultima hanno sempre prevalso i no in maniera schiacciante, per l’Ilva ci sono stati diversi cambiamenti nella classifica. Il 16 ottobre, prima settimana di sondaggio il responso fu il seguente: chiusura totale 20%; chiusura parziale 42%; ecocompatibilità 38%. Tre settimane dopo (30 ottobre) il risultato era: 47,8% chiusura totale; 32% chiusura parziale; 20,2% ecompatibilità. L’esito finale, come abbiamo visto, è ancora diverso. Perchè su Enipower e soprattutto su Cementir la bocciatura è così netta, mentre sull’Ilva l’opinione pubblica risulta divisa?
Sul centro siderurgico il dibattito proviene da lontano ed è sedimentato. Una parte dell’opinione pubblica ritiene che si possa archiviare l’era dei colossi industriali in favore di nuove opportunità di sviluppo meno invasive per l’ambiente e meno nocive per lavoratori e cittadini. Un’altra parte, invece, considera ancora la grande industria un importante motore dell’economia, un patrimonio tecnologico e professionale da tutelare e da salvaguardare mediante l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili. Dire no all’Ilva, in definitiva, non è facile come per Enipower e Cementir. Per questi due impianti dal sondaggio è emersa una certa diffidenza generata dall’equazione nuovi impianti uguale maggiore inquinamento. Per vincere questa diffidenza occorrono risposte chiare ed efficaci nel momento in cui si compiranno le scelte. Le tensioni dei giorni scorsi sotto Palazzo di città testimoniano quanta sia alta l’attenzione su questi temi e quanto sia necessario evitare lacerazioni nel tessuto sociale, tenendo insieme le ragioni del lavoro e dello sviluppo con quelle della tutela ambientale e della salute. E’ il momento della responsabilità, ma anche della chiarezza. La classe politico-amministrativa è chiamata ad assumere le sue decisioni con il supporto ed il conforto dei tecnici. Qualsiasi scelta, va adottata in maniera condivisa, nell’interesse dei lavoratori e della collettività, del suo benessere economico e sociale, puntando al miglioramento della qualità della vita.
In questo processo il “Corriere del Giorno” continuerà a svolgere il suo ruolo di organo d’informazione attento alle esigenze del territorio, di sentinella, di spazio aperto al dibattito, al confronto e all’approfondimento. Rivendichiamo con orgoglio la vocazione territoriale e ringraziamo quanti, seguendoci ogni giorno, contribuiscono a rafforzarla. (CdG)
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