martedì 22 novembre 2011

Finalmente: la scoperta della polvere!

Legambiente su parchi minerali Ilva
Comunicato stampa

La perizia presentata dall’ing. Giambattista De Tommasi, CTU nominato dal giudice che ha in carico il contenzioso tra un condominio del quartiere Tamburi e l’Ilva in merito ai presunti danni subiti dall’edificio condominiale a causa delle polverii stoccate nei parchi materie prime, sebbene sia da aspettare il giudizio che il tribunale emetterà in merito, è comunque un documento di grande interesse.
Il CTU, infatti, conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che la polvere di color rosso-bruno che imbratta strade, aiuole ed edifici dei Tamburi proviene inconfutabilmente dai parchi minerali del siderurgico e si accumula velocemente in quantità così ragguardevoli da superare nettamente i valori previsti della normativa tedesca in materia, non essendovi in Italia specifiche norme sulle polveri grossolane (sono invece normati i limiti per le polveri sottili PM10, PM 2,5, PM1).
La stessa perizia sostiene ciò che Legambiente ha ribadito in mille occasioni e cioè che l’irrorazione con acqua e la filmatura con prodotti che creino una crosta sulla superficie dei cumuli di minerale non sono assolutamente in grado di evitare il diffondersi delle polveri nell’ambiente e il loro trasporto per mezzo dei venti fuori dal perimetro del siderurgico.
La perizia fotografa inoltre una movimentazione dei minerali da e per l’area parchi effettuata su nastri trasportatori a cielo aperto. Il che, evidentemente, peggiora ulteriormente la situazione della dispersione delle polveri.
Le conclusioni cui giunge il CTU, al di là di quelle che saranno le risultanze del processo, sono peraltro evidenti a chiunque conosca il quartiere Tamburi e la posizione dei parchi minerali posti a pochi metri dagli stabili e coincidono con quanto Legambiente aveva empiricamente dimostrato nella sua iniziativa Mal’aria industriale del 2009: 1000 lenzuoli bianchi esposti per circa un mese e mezzo ai balconi e alle finestre dei Tamburi e poi consegnati all’allora ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo tutti dello stesso color rosso-bruno menzionato più volte nella perizia.
La perizia dunque ci conferma nella nostra reiterata richiesta di una soluzione definitiva e radicale per i parchi minerali che non può che essere la loro copertura.

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