Mentre si consuma il dramma della masseria Sant’Andrea, continua il lavoro dei periti all’Ilva
Nella stessa mattinata in cui proseguiva all’interno dell’Ilva il sopralluogo dei periti nominati dal gip Patrizia Todisco per far luce sulle ipotesi di disastro ambientale formulate dalla Procura di Taranto, a pochi chilometri di distanza si consumava il dramma dell’allevatore Antonio D’Alessandro.
Oltre duecento capi di bestiame, contaminati da diossina, sono stati prelevati dal servizio veterinario dell’Asl per essere abbattuti. Nel comprensibile sfogo dell’allevatore, c’è il grido di dolore di un’intera città costretta a privarsi, giorno dopo giorno, delle sue risorse tradizionali (dal settore zootecnico a quello mitilicolo), senza che le istituzioni locali avvertano l’impulso di muovere un dito.
E allora le speranze di giustizia dei tarantini continuano ad essere appese al lavoro della Procura che nei mesi scorsi ha ipotizzato i reati di disastro colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose e inquinamento atmosferico, nei confronti del patron dell’Ilva Emilio Riva, del figlio Nicola, del direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso, dei dirigenti Ivan Di Maggio e Angelo Cavallo.
Come anticipato, stamattina è proseguito l’incidente probatorio avviato ieri. L’attenzione dei periti si è soffermata sulla verifica dei sistemi di abbattimento, monitoraggio e manutenzione delle emissioni relative ai parchi materie prime. Sotto osservazione anche le nuove campagne di monitoraggio per le emissioni del camino E-312. Tra le questioni toccate anche il prelievo ambientale nell’acciaieria e l’installazione di una centralina di monitoraggio delle emissioni per effettuare una campagna della durata di una settimana nei pressi del Mar Piccolo. I lavori continueranno domani e il 3 novembre con la raccolta di campioni.
All’incidente probatorio hanno preso parte, tra gli altri, i tecnici dell’Ilva Di Tursi, Tomassini e Archinà, l’avv. Brescia, consulente chimico nominato dall’Ilva, la dott.ssa Daniela Spera, nominata dall’avvocato Maria Teresa Mercinelli, costituitasi per conto di un allevatore, Vincenzo Fornaro, uno degli allevatori danneggiati dalla contaminazione di diossina, il consulente della Provincia di Taranto Antonio Carrozzini. (inchiostroverde)
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