giovedì 14 luglio 2011

Filmare l'apocalisse quotidiana

Dal Blog di Carlo Vulpio
... a cui, per l'importanza di questa documentazione che sfonda il muro di omertà degli operai, evitiamo di sottolineare la caduta di efficacia per la difesa di un indifendibile "battitore a pagnotta" come Sgarbi e la visione forse troppo fuori scala rispetto ai problemi in gioco dei "vendolini" della domenica con la manifestazione facile...

Non è “La morte a Venezia”, ma il film tragico e verissimo “La morte di Taranto” per avvelenamento e asfissia. Scongiurare questo finale si può, ma occorre incamminarsi lungo una nuova Via Francigena, con una “marcia” su Bari, su Roma e su Bruxelles
14 luglio 2011

Come vi avevamo promesso, eccovi alcuni filmati girati all’interno del più grande centro siderurgico d’Europa, l’Ilva.
Questa è solo una “selezione”. Operai e dipendenti dell’Ilva che hanno ripreso queste immagini lo hanno fatto anche perché non sanno più a che santo votarsi e soprattutto perché non credono alle menzogne e allo scaricabarile di:
- presidente di giunta e assemblea regionale, Vendola e Introna;
- presidente di provincia di Taranto: Florido;
- sindaco di Taranto: Stefàno;
- Arpa (agenzia di protezione ambientale regionale);
- polizia provinciale e Asl;
- assessori regionali, provinciali, comunali coinvolti, ognuno per il proprio ruolo e per la propria responsabilità, a tutti i livelli decisionali;
- professionisti dell’ambientalismo d’accatto;
- sindacalisti “di lotta e di pagnotta”, che, se l’Ilva non ci fosse, non ci sarebbero nemmeno loro, perché dovrebbero andare davvero a lavorare;
- “società civile” a senso unico, che si mobilita solo se se ci sono di mezzo le parolette “magiche” Berlusconi e berlusconismo, ma fa la ritrosa quando deve prendersela con “gli altri”, cioè quelli che confezionano leggi truffa sulle emissioni di diossina, chiudono ospedali e riducono la sanità a luogo privilegiato di clientele e di assalto criminale alle risorse, costruiscono discariche sui pozzi di acqua potabile, scempiano il paesaggio consentendo il business mafioso dell’eolico e del fotovoltaico – fonti energetiche utili solo se non “industriali”, vero Legambiente, Sorgenia e gruppetti di disturbo vendoliani?
(Questi ultimi, che campano di politica, sono andati in trasferta anche a Polignano a Mare per provocare e insultare Vittorio Sgarbi, reo di difendere l’ambiente e il paesaggio, e com’è loro costume hanno filmato e diffuso solo ciò che conveniva loro far vedere, cancellando le immagini della provocazione e della contestazione vigliacca cominciata ben prima che Sgarbi salisse sul palco).
Ecco, tutti quelli che vi capitasse di riconoscere in questo elenco non sono credibili. Anzi, sono i vostri veri avvversari. Oltre che nemici degli operai e dei dipendenti dell’Ilva che hanno prodotto questi documenti “dall’interno”. Questi video e queste foto, vogliamo rassicurare anche la dirigenza del siderurgico – che se non crede a noi può chiedere ai carabinieri del Noe – non sono “datati”, né “vecchi”. Ma attualissimi. Il fatto che siano ritratti operai che indossano tute verdi, in dotazione da alcuni anni, non vuol dire nulla. Gli operai sono risparmiosi e prima di indossare le tute nuove hanno pensato bene di finire di usare le vecchie.
Nonostante tutto questo però, il ministero dell’Ambiente concede l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, e ne concede una ancora più “permissiva” di quella abbozzata nel 2009.
Invece di marciare su Bari, e poi su Roma, e poi su Bruxelles, lungo una nuova Via Francigena che scongiuri la morte per avvelenamento e per asfissia di Taranto, i soli che si muovono sono i prezzolati che vanno a Polignano a Mare per occultare, con gli insulti, lo stupro del paesaggio difeso dalla Costituzione italiana. E tutti gli altri, a destra e magari anche a sinistra, dove sono?







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