venerdì 1 luglio 2011

Analisi Ilva: ma quale sorpresa?

Comunicato stampa
Il campionamento sul caminio E312 “a sorpresa” richiede sempre una telefonata di preavviso di almeno 90 minuti.

Nei giorni scorsi abbiamo appreso che, dopo un campionamento effettuato nell’area agglomerato e precisamente sul camino E312, l’ARPA Puglia ha riscontrato, ancora una volta, valori troppo alti, ben lontani da quel 0,4 ng/mc di diossine e furani previsto dalla legge regionale.
Il valore medio delle emissioni, infatti, è risultato pari a 0,70 ng/mc a cui è stato già decurtato, così come prevede la legge, il 35% che costituisce uno scarto per colmare eventuali errori durante la misurazione (“incertezza della misura”).

Ma è bene che la gente sappia tutta la verità:

1) Il campionamento è sempre stato eseguito per non più di 7 – 8 ore, durante la mattina, a partire dalle ore 9,00. Non è MAI stato eseguito di notte, quando, a causa dell’oscurità, più facilmente si potrebbero immettere in atmosfera fumi e polveri senza che essi siano visibili.
2) Il campionamento è sempre stato eseguito solo sul camino E312 che, pur rappresentando la fonte più temibile di immissione in atmosfera di diossine e furani, potrebbe non essere l’unica. Nella sola area Ilva vi sono oltre 200 camini che non sono mai stati campionati nemmeno una volta.
3) Il campionamento dell’Arpa Puglia viene eseguito manualmente e non in continuo e attraverso 2 modalità:
a) Con Preavviso: alcuni giorni prima i dirigenti dell’Arpa chiamano la direzione Ilva e avvisano del loro ingresso.
b) Senza Preavviso: 90 minuti prima di entrare, i dirigenti dell’Arpa chiamano la direzione Ilva e avvisano del loro ingresso che avverrà poco più tardi. Si noti, dunque, che i controlli definiti “senza preavviso” prevedono, in realtà, un intervallo di c.a un’ora e mezza, tempo ampiamente sufficiente per permettere ai tecnici dell'Ilva di “correre ai ripari” aumentando l' iniezioni di carbone attivo per il filtraggio delle polveri, oppure abbassando il regime degli impianti. Il tempo richiesto, riferiscono dall'Arpa, è dovuto alla preparazione del pontone che deve essere predisposto per la salita dei tecnici sulla ciminiera.
4) Il campionamento viene eseguito solo una o due volte durante l'anno.
5) Il campionamento in questione viene effettuato solo sulle diossine e furani e non su altri elementi pericolosi (es. metalli pesanti, idrocar-buri policiclici aromatici, ecc).
6) Il campionamento in questione non viene mai effettuato sulle immissioni non convogliate (quelle non diffuse tramite camini) e provenienti dalle “aree basse”che non sono mai state censite, come più volte documentato dal sottoscritto, anche durante la notte per mezzo di telecamera ad infrarossi. Lo stesso rapporto dei carabinieri ci riferisce di “esplosioni” e “bagliori” di fumi intensi e vapori derivanti dallo scarico di scorie liquide delle acciaierie nei carri di trasporto verso i forni. I carabinieri del Noe, altresì, specificano che queste emissioni, non convogliate, sono capaci di propagarsi oltre il muro di recinzione ed dei confini stessi dell’ILVA
Alla luce di quanto fin qui esposto, si può intuire che il campionamento in oggetto, non potrà mai essere esaustivo ed efficace, considerando la sua limitatezza sia dal punto di vista temporale, sia nel numero delle sostanze campionate che nel numero delle fonti di emissione.
Esprimo, infine, il mio compiacimento nei confronti del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Lecce che è riuscito ad evidenziare numerose e gravi “anomalie” reiterate quasi quotidianamente all’interno dell’area industriale, al punto che lo stesso Nucleo ha chiesto espressamente alla Procura di Taranto di adottare “un provvedimento cautelare reale diretto ad evitare il protrarsi delle attività illecite e del conseguente inquinamento…”
Considerando la gravità degli episodi descritti e della presumibile incidenza sulla salute degli abitanti, rimango, invece, abbastanza perplesso per il temporeggiamento della Procura nell’avanzare, al Giudice per le indagini preliminari, una richiesta di sequestro degli impianti per motivi cautelari così come suggerito dal Nucleo Operativo Ecologico dei C.C. di Lecce.

Fabio Matacchiera, Fondo Antidiossina Taranto Onlus

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