geagea |
Il fatto è che certa carta stampata, consapevolmente o meno, si presta ad alimentare questo stato di terrore costante che è funzionale a tenere la città sotto il giogo del ricatto economico.
Quei passaggi sugli impianti sono dovuti. Prima o poi, sono dovuti. Quindi mercato o no, operai o meno, non è un problema della città se chi doveva fare lavori ha fatto melina per anni ed anni ed ora si ritrova con gli arretrati e i commissari in casa!
Anzi, bisogna essere consapevoli che ogni stop corrisponde ad un passo avanti verso la "possibile" messa a norma. E sicuramente il calo di produzione ha effetti benefici sull'aria che respiriamo!
Una città normale fa paura?
O forse è meglio avere sempre il lupo sotto casa per vendere qualche giornaletto in più?
Crisi all’Ilva, stop all’altoforno 2 Tre mesi di chiusura
L'Ilva fermerá da oggi l'altoforno 2 per la crisi del mercato siderurgico. La scorsa notte è avvenuta l'ultima carica di materiali per consentire l'ultima colata di ghisa, dopodiché l'impianto resterá inattivo per tre mesi, periodo nel quale, utilizzando la fermata, saranno effettuati in anticipo sul programma dell'Autorizzazione integrata ambientale i lavori di ammodernamento che riguarderanno fra l'altro il sistema di raffreddamento e la parte alta dell'altoforno.
La fermata dell'altoforno 2, insieme a quella dell'acciaieria 1, era già stata annunciata ai sindacati metalmeccanici a metà giugno e oggi diviene operativa. Nei giorni scorsi sono state eseguite tutte le operazioni preliminari allo stop dell'altoforno 2, la cui produzione a regime è di circa 5.000 tonnellate di ghisa al giorno. Col blocco dell'altoforno 2, l'Ilva marcerà solo con due altiforni essendo l'1 già stato fermato l'8 dicembre mentre il 3 è inattivo da molto tempo. Restano quindi in funzione gli altiforni 4 e 5. Quest'ultimo si fermerà agli inizi dell'estate del prossimo anno.
Ma dopo l'altoforno 2 l'Ilva fermerà nei prossimi giorni anche l'acciaieria 1 che già da oggi si predisporrà al blocco con un assetto di marcia ridotto. Rispetto ai tre mesi previsti per l'altoforno 2, lo stop dell'acciaieria 1 sarà più contenuto e in questo periodo lo stabilimento siderurgico andrà avanti con una sola acciaieria, la 2. Per l'altoforno 2, spiegano i tecnici dell'Ilva, la fermata sarà meno complessa di quella dell'altoforno 1, anch'esso soggetto ai lavori di rifacimento prescritti dall'Aia. Oggi, infatti, non ci sarà quella che i tecnici chiamano la colata della «salamandra», ovvero di quella parte di ghisa che col tempo si deposita nella parte bassa dell'altoforno e non viene mai fatta fuoriuscire. Questo non avverrà, spiegano ancora i tecnici, perchè rispetto all'altoforno 1 i lavori da farsi sul 2 saranno meno impegnativi e richiederanno minor tempo essendo stato quest'impianto già oggetto di migliorie.
Con quest'ulteriore stop, la produzione giornaliera di ghisa scende da 17-18mila tonnellate a 14-15mila al giorno. Prima che si fermasse l'altoforno 1 si producevano 21-22mila tonnellate di ghisa al giorno. Stando ad una prima tabella di marcia, era previsto che nella prima metà del 2014 sarebbero stati fermi insieme gli altiforni 1 e 5 essendo l'attività dell' 1 condizionata dal rifacimento, a monte, delle batterie coke che alimentano l'impianto, i cui lavori richiedono più tempo rispetto a quelli dell'impianto stesso. L'Ilva, però, soprattutto se nel frattempo le condizioni del mercato saranno migliorate, non ha escluso di far ripartire l'altoforno 1 a prescindere dal completamento delle batterie coke collegate, alimentandolo dall’esterno. Cioè acquistando il coke sul mercato. (GdM)
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