L'Ilva, un bambino che dice le bugie con le mani sporche di minerale difeso dai genitori complici al Governo
La
gestione dei minerali Ilva fa acqua da tutte le parti: le prescrizioni
AIA non rispettate, i fog cannon made in tarock, lo scarico del minerale
dalle navi, i nastri trasportatori e il trattamento delle acque.
Il tempo delle bacchette sulle mani come punizione subita a scuola da
un maestro autoritario è finito da molto, anche se non è una leggenda,
rimane una storia vera raccontata ancora da molti genitori mentre oggi
quando accade che una maestra precaria trascrive una nota sul registro
di classe alle scuole medie si trova richiamata dalla preside che a sua
volta ha subito le lamentele dei genitori dell'alunno discolo. La
maestrina precaria, in bilico tra un affitto e il ritorno da bambocciona
a casa dei genitori, viene rimproverata e per "tirare a campare" rimane
senza strumenti per educare i suoi alunni che nel frattempo sono stati
legittimati a comportarsi in maniera più arrogante e maleducata di
quanto abbiano potuto imparare dai loro genitori.
Accade la stessa cosa a questo biricchino stabilimento Ilva di Taranto, tutte le volte che è stato richiamato dai cattivoni che volevano semplicemente fargli rispettare la Legge, con le mani sporche e le finte lacrime, è andato di corsa dai suoi genitori che abitano in un lussuoso feudo romano. Una famiglia allargata e numerosa con mamma e papà, zii e nonni pronti a difendere gli affari di famiglia. Il capo famiglia, un nonno oramai senza memoria, e se ce ne fosse andrebbe distrutta, assicura che tutto proceda per il verso giusto firmando carte e palesando l'illecito del bambino.
Ma è davvero così bugiardo e cattivo questo piccolo di nome Ilva che con le sue marachelle arricchisce la sua famiglia e gente di cui forse non conosciamo neanche il nome anche se questo profitto provoca un disastro ambientale in una terra dove la gente è destinata a morire in silenzio?
Si poteva scegliere un nome differente per questo bambino? Almeno si sarebbe evitato di accostare uno scenario apocalittico, quale è lo stabilimento tarantino, ad un'isola meravigliosa come l'isola d'Elba. Allora vediamo cosa succede.
In questi ultimi giorni si è parlato molto degli strumenti utilizzati nello stabilimento Ilva di Taranto per ottemperare alle prescrizioni AIA che obbligano l'azienda ad utilizzare, ed in alcuni casi migliorare ed intensificare, sistemi di bagnatura e filmatura nelle zone interessate dai cumuli di minerale. Prima di entrare nello specifico degli strumenti utilizzati, ed il modo in cui si utlizzano, ci soffermiamo su una domanda legata all'elemento principale che caratterizza queste operazioni e cioè l'elemento ACQUA
Dove vanno a finire le migliaia di litri di acqua utilizzati per la bagnatura nel parco minerali? In caso di pioggia, invece, come vengono trattate le acque?
Nell'attesa di capire quale possa essere la giusta risposta e dopo aver inoltrato la domanda per i canali istituzionali leggiamo quanto segue:
L’art. 113 del Decreto Legislativo del 3 aprile 2006 n. 152 (titolo III, capo IV: Ulteriori misure per la tutela dei corpi idrici) afferma che
“ai fini della prevenzione di rischi idraulici ed ambientali, le Regioni, previo parere del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, disciplinano e attuano le forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento provenienti da reti fognarie separate; i casi in cui può essere richiesto che le immissioni delle acque meteoriche di dilavamento, effettuate tramite altre condotte separate, siano sottoposte a particolari prescrizioni, ivi compresa l’eventuale autorizzazione”.
Continua a leggere...
E infatti la Regione Puglia, con Deliberazione di Giunta del 19 giugno 2007, n. 883, ha adottato, ai sensi dell’art. 121 del D. Lgs. n. 152/2006, uno specifico progetto di “Piano di tutela delle Acque”.
Piano che, per quanto riguarda gli stabilimenti industriali, relativamente alla disciplina ed al trattamento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, prevede che
“le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne che dilavano dalle pertinenze di stabilimenti industriali, di cui alla definizione, devono essere raccolte in vasche a tenuta stagna e sottoposte ad un trattamento depurativo appropriato in loco tale da conseguire il rispetto dei limiti di emissione previsti dalla tab. 3 di cui all’allegato 5 del D.Lgs. 152/99, per le immissioni in fogna e nelle acque superficiali; il rispetto dei limiti di emissione previsti dalla tab. 4 di cui all’allegato 5 del D.Lgs. 152/99, nel caso di scarico sul suolo. Inoltre, le acque di dilavamento successive a quelle di prima pioggia, che dilavano dalle pertinenze di stabilimenti industriali e che non recapitano in fognatura, devono essere sottoposte, prima del loro smaltimento, ad un trattamento di grigliatura, disoleazione e dissabbiatura”.
Inoltre, il piano regionale prevede anche, come è giusto che sia, delle sanzioni per chi non ottemperi a quanto sopra citato.
L’art. 133, comma 9 del D.Lgs. 152/06 recita: “Chiunque non ottempera alla disciplina dettata dalle Regioni ai sensi dell’articolo 113, comma 1, lettera b), è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da millecinquecento euro a quindicimila euro”.
Mentre l’art. 137, comma 9 D.Lgs. 152/06, dichiara che “chiunque non ottempera alla disciplina dettata dalle Regioni ai sensi dell’articolo 113, comma 3 (ossia chiunque apra o comunque effettui nuovi scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione, oppure continui ad effettuare o mantenere detti scarichi dopo che l’autorizzazione sia stata sospesa o revocata), è punito con l’arresto da due mesi a due anni o con l’ammenda da millecinquecento euro a diecimila euro”.
Dopo aver letto quanto disposto e legiferato dagli organi istituzionali, ma soprattutto prima di sapere e capire come vengono trattate le acque in alcune zone dello stabilimento Ilva, andiamo a conoscere uno strumento molto "chiacchierato" in questi ultimi giorni a Taranto, il fog cannon
nella foto un fog cannon installato nello stabilimento Ilva
Una cosa è certa, i fog cannon installati nello stabilimento Ilva di Taranto non sono Fog Cannon® (di seguito scriveremo fog cannon per quelli installati in Ilva e Fog Cannon® per quelli venduti da Ecology), la
seconda cosa certa è che la prescrizione nr. 12 dell'AIA
(autorizzazione integrata ambientale) scadeva il 12 ottobre 2012.
Peacelink nel documento consegnato alla Commissione Ambiente del
Parlamento Europeo a Bruxelles e al Ministro Orlando presso il Ministero
dell'Ambiente a Roma, tra le tante prescrizioni non rispettate e già
scadute, aveva indicato anche la nr.12 che riguarda proprio
l'installazione di queste macchine per abbattere le polveri.
Andando per ordine la prescrizione nr.12 dell'AIA dice:
nebulizzazione di acqua medianti apposite macchine progettate e dimensionate all’uopo, per la riduzione delle particelle di polveri sospese generate delle emissioni diffuse derivanti da manipolazione e stoccaggio dei materiali (per Parchi Primari, Parco OMO e Parco Nord)
mentre la nota ILVA DIR.25 del 25-01-13 recita:
L’attività è in corso. Sono state effettuate delle prove di gittata tra il12 ed il 17 novembre 2012. Sono attualmente in ordine n° 8 fogcannon(ordine n° 1792/13 del 22.01.2013). Gli stessi saranno fornitidalla ditta SEMAT.
a seguito della verifica ispra a marzo 2013 si riporta:
Intervento il cui completamento risultadifferito rispetto alla data prescritta. Tale criticità è stata segnalata con nota ISPRA prot.12806 del 21 marzo 2013.
tramite Comunicazione ILVA DIR 144 del 27/04/13 si comunica:
Sono attualmente in ordine n° 10 fog-cannon (ordine n° 1791/13 del 22.01.2013). Come specificato con ns. nota prot.DIR 121 del 19.04.13, le prime 5 macchine fog-cannon (n.3 cannoni nei parchi primari, n.1 nel parco OMO/COK e n.1 nel parco GRF) saranno installate entro il 31.05.13. A seguire, nel mese di giugno saranno messi in servizio altri due cannoni (n.1 cannone nei parchi primari e n.1 nel parco GRF). Infine, nel mese di luglio 2013 saranno messi in servizio gli ultimi cannoni previsti nel progetto 2013 (n.1 cannone nei parchi primari, n.1 nel parco COK e n.1 nel parco GRF).
mentre nell'esito della verifica Ispra si legge:
A seguito dell’accertamento di violazione e della contestazione a ILVA nel I° trimestre 2013, è stato verificato lo stato di attuazione della diffida inoltrata dall’AC con prot. DVA-2013-7543 del 27/03/2013.E’stata presa visione dell’attivazione delle prime cinque macchine fog-cannon di cui tre ubicate nei parchi primari e una presso il parco OMO/Nord Coke, per la riduzione, tramite sistema di nebulizzazione ad acqua, delle particelle di polveri sospese generate dalla movimentazione e stoccaggio dei materiali; la diffida sarà completamente assolta solo al completamento dell’installazione delle rimanenti 5 macchine, prevista non oltre il mese di luglio p.v.; peraltro la diffida stessa prevede la possibilità nel periodo transitorio di metter in atto comunque soluzioni provvisorie, in attesa della fornitura di tutte le macchine; in tal senso il gestore ha adottato le misure provvisorie di bagnatura dei cumuli, tramite autobotte e idrante per il contenimento delle emissioni diffuse durante la movimentazione e lo stoccaggio.
In questo particolare si legge la sigla N4 sul fog cannon utilizzato nello stabilimento Ilva
Ma che differenza c'è tra i fog cannon commissionati alla Semat e quelli della Hi Tech International?
Prima di conoscere la tecnologia brevettata da Hi Tech International che dà mandato ad Ecology per la vendita possiamo dare per certo che quelli brevettati non fanno boati e rumori simili ad esplosioni, molto probabilmente anche quelli installati nello stabilimento Ilva perchè altrimenti nell'ultima verifica Ispra un evento così rumoroso sarebbe stato riportato.
In un nota Ansa del 23 luglio (1) si legge:
La società Hi Tech International che produce in esclusiva il dispositivo brevettato Fog cannon usato per l'abbattimento delle polveri volatili e la società Ecology, che commercializza il prodotto, "non hanno mai fornito all'Ilva" tali dispositivi "che sono del tutto estranei all'incidente" segnalato ieri a Taranto. E' quanto precisato in una nota delle due società in riferimento alla segnalazione fatta ieri dal Comitato di Cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto secondo cui l'altra notte i cittadini del quartiere Tamburi avrebbero avvertito un forte boato provocato dalla messa in funzione di tali apparati all'interno dello stabilimento Ilva. "Il dispositivo brevettato per l'abbattimento delle polveri volatili denominato con marchio registrato 'Fog Cannon' - riferiscono le due società in una nota - è di esclusiva proprietà della società Hi Tech International che ne ha concesso la commercializzazione in via esclusiva in tutto il mondo alla società Ecology". "Il nome Fog cannon - è detto ancora - è registrato in via esclusiva per il dispositivo prodotto", dispositivi "che dette società non hanno mai fornito all'Ilva e che sono del tutto estranei all'incidente segnalato".
Netta presa di posizione della Hi Tech International che di fatto dimostra sul sito ufficiale del prodotto (2) che non costruisce semplicemente macchine che sparano una miscela aria e acqua finemente nebulizzata, anche chi ha riportato su un giornale locale tarantino questa informazione ha omesso, copiando ed incollando solo una parte, una caratteristica fondamentale dei Fog Cannon® venduti dalla Ecology e cioè l'utilizzo di due tensioattivi che vengono premiscelati con l'acqua e solo dopo sparati dalla macchina, i due tensioattivi sono di fondamentale importanza.
in questa fotografia vediamo un Fog Cannon® della Ecology in collaudo
Ma cosa sono questi tensioattivi e a cosa servono? Nella brochure (documento allegato) informativa dei Fog Cannon® si legge:
La macchina emette un potente getto di aria ed acqua nebulizzata, con l'aggiunta eventuale di un tensioattivo che può essere di tipo agglomerante oppure di tipo filmante.
L’agglomerante favorisce il legame con la polvere per la sua captazione eprecipitazione al suolo mediante effetto di gravità, è denominato ECS89 ed ècertificato dal Ministero della Sanità Tedesco, dalla VDI 2584 e dalla Ta-Luft.
Il filmante favorisce la costituzione di una crosta superficiale capace di mantenere lapolverosità al di sotto si essa, è denominato ECS90 ed è a base di sali e collantebiologico naturale.
Mentre nella sezione "domande frequenti" (3) del sito con cui Ecology pubblicizza i Fog Cannon® si legge:
A cosa serve un tensioattivo nel flusso di un Fog Cannon® ?
Il tensioattivo serve ad eliminare le tensioni superficiali delle particelle d'acqua, consentendo loro di agglomerare le particelle di polvere più facilmente e di precipitarle per gravità al suolo; diversamente tenderebbero a respingersi per legge fisico elettrostatica. Una volta che le particelle di polvere vengono precipitate al suolo, un diverso tensioattivo svolge un ruolo di filmante, al fine di conservare il più a lungo possibile una crosta superficiale che svolge il ruolo di contenimento.Cos'è un tensioattivo ?
I tensioattivi sono additivi biologici che modificano la tensione superficiale dell'acqua. Sono stati proposti tensioattivi anionici, non ionici e cationici; nei tre casi la componente polare è costituita rispettivamente da ioni solfonici, catene a base di ossido di etilene e ioni ammonio, mentre la componente a-polare è formata solitamente da una lunga catena alifatica (spesso C10-C18). Come si chiama il tensioattivo usato dal Fog Cannon® ?
Sono di due tipi e si chiamano ECS 89 ed ECS 90. Il tensioattivo è dannoso per la salute o per l'ambiente ?
I nostri ECS 89 ed ECS 90 assolutamente no! Anzi, l'ECS 89 è l'unico in commercio ad essere approvato dal Ministero della Sanità di un Paese Europeo, la Germania. L'ECS89 sporca o inquina il prodotto ?
Assolutamente no! La VDI tedesca e la Ta-Luft ne certificano l'assoluta innocuità, tanto che si può bere, respirare, bollire e bruciare senza conseguenze o alterazioni alcune, essendo di base un amido biologicamente ottenuto dal mais e dal riso. Quanto ECS89 consuma un Fog Cannon® ?
Il consumo di tensioattivo è in rapporto fisso di 1/400 al flusso di H2O massimo. Quali sicurezze passive adotta un Fog Cannon® ?
Quelle previste dalla normativa macchine: Decreto del Presidente della Repubblica n° 459 del 24/07/1996 "Regolamento per l'attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368, 93/44 e 93/68 concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine".
Se quindi i Fog Cannon® utilizzano due tensioattivi per due differenti motivi, come descritto e spiegato, quali tensioattivi vengono usati nel parco minerali Ilva? Vengono utilizzati e miscelati nell'acqua usata dai fog cannon? Il loro utilizzo risulta fondamentale proprio perchè l'acqua senza questi tensioattivi avrebbe solamente lo scopo di bagnare i cumuli di minerale che una volta asciugati creerebbero dopo pochi minuti l'effetto spolverio con conseguente interessamento del quartiere Tamburi e del cimitero attiguo. Inoltre risulta interessante il modo in cui il sito della Ecology ci tiene a specificare l'assoluta sicurezza nell'uso di questi tensioattivi proprio perchè di origine naturale.
Ma per cercare di capire se nel parco minerali Ilva si utilizzano addiviti filmanti ed agglomeranti per le polveri di minerale ritorniamo a consultare le prescrizioni AIA (4) dove si parla di bagnatura e filmatura di cumuli, strade e piste dei parchi minerali. Sono diverse quelle dove si parla di bagnatura nelle diverse zone del parco minerali ma la parola filmatura compare nella Nr. 7 e 14
Prescrizione Nr. 7 intensificazione delle attività di filmatura dei cumuli con frequenza settimanale
Prescrizione Nr. 14 Wind Days dovrà essere garantita una filmatura doppia dei cumuli di materie prime stoccati ai parchi primari con frequenza doppia rispetto alle attività di filmatura effettuate secondo quanto previsto nella Pratica Operativa Standard n. G2 PA2 O1 nella edizione in vigore
Mentre per le seguenti semplicemente bagnatura
Prescrizione Nr. 8 implementazione delle attività di bagnatura delle strade dei parchi
Prescrizione Nr. 9 intensificazione delle attività di bagnatura delle piste interne dei parchi;
Prescrizione Nr.11 realizzazione di una nuova rete idranti per la bagnatura dei cumuli
Prescrizione Nr. 12 nebulizzazione di acqua medianti apposite macchine progettate e dimensionate all’uopo, per la riduzione delle particelle di polveri sospese generate delle emissioni diffuse derivanti da manipolazione e stoccaggio dei materiali (per Parchi Primari, Parco OMO e Parco Nord)
Prescrizione Nr. 15 Wind Days dovrà essere garantita una bagnatura doppia delle piste interne dei parchi primari rispetto alle normali condizioni meteo.
Proprio su questo tema Mario Diliberto scrive sul Quotidiano di Puglia, il 25 luglio 2013, quanto segue: Per evitare che le folate di vento scatenino piogge di polveri di minerale, si bagnano i cumuli con degli idranti montati su autobotti. Con quelle si procede alla cosiddetta filmatura delle collinette che svettano al di là del recinto.
Si comprende quindi che il metodo di filmatura viene effettuato tramite autobotti e non con i fog cannon e comunque non si conosce il tipo di sostanza utilizzato per ottenere la fimatura sui cumuli cioè quella crosta superficiale che impedisce lo spolverio e il conseguente innalzamento dei minerali.
Ma al parco minerali dell'Ilva come arriva la materia prima?
Tutti i minerali scaricati dalle navi, che arrivano nel porto di Taranto, vengono trasportati nel parco minerali con i nastri trasportatori. Lo stabilimento Ilva di Taranto, sul proprio sito ufficiale vanta ben 190 km di nastri. C'è poco da vantarsi invece, perchè proprio la prescrizione AIA Nr.6, che riguarda la copertura dei nastri, è stata una delle inadempienze più gravi dello stabilimento Ilva.
Prescrizione Nr.6 con scadenza 27/01/13
Si prescrive all’Azienda, con riferimento alla prescrizione del paragrafo n. 9.2.1.11 del decreto di AIA del 4 agosto 2011, di completare e integrare entro 3 mesi dal rilascio del provvedimento di riesame dell’AIA, l’intervento denominato “Interventi chiusura nastri e cadute”, mediante la chiusura completa (su tutti e quattro i lati) di tutti i nastri trasportatori di materiali sfusi, con sistema di captazione e convogliamento delle emissioni in corrispondenza dei punti di caduta (compresi salti nastro).
A gennaio Ilva comunica (prima relazione trimestrale) (documento allegato in articolo)
Attività in corso. Le attività di chiusura sui 4 lati di tutti i nastritrasportatori dello stabilimento sono attualmente in corso. Per laprescrizione in oggetto è stata inoltrata da ILVA una istanza dimodifica non sostanziale con nota Dir. 257 del 17.12.2012. A seguitodi detta istanza è stata inoltrata ulteriore comunicazione con cui si èspecificato che il termine per l’adeguamento di tutti i nastritrasportatori dello stabilimento è previsto per l’ottobre 2015 (notaILVA Dir. 19/2013 del 17.01.2013).
Mentre a seguito della verifica Ispra del 5/7 Marzo 2013 si legge
Intervento il cui completamento risultadifferito rispetto alla data prescritta.Con istanza di modifica non sostanzialeILVA ha comunicato la nuova scadenzaentro il 27/10/2015. Tale criticità è statasegnalata con nota ISPRA prot.12806 del 21marzo 2013.
Nel mese di Aprile lo stabilimento Ilva comunica (seconda relazione trimestrale) (documento allegato in articolo)
Come specificato con ns. nota prot. DIR 126 del 23.04.13, entro il 20.05.13 sarà inoltrata una comunicazione riportante lo stato di avanzamento dei lavori di chiusura.
Di contro, sempre a seguito della verifica del 28/30 maggio 2013 di Ispra/Arpa si comunica
Intervento il cui completamento risulta differito rispetto alla data prescritta.I tempi, previsti per la completa chiusura dei nastri, permangono significativamente superiori ai vincoli inizialmente imposti in AIA, per di più in carenza di espressione di parere dal parte dell’AC in merito alla modifica non sostanziale avanzata da ILVA al MATTM con nota prot. DIR 257 del 17/12/12 riguardante i tempi di attuazione della prescrizione. Inoltre, nonostante l’avvenuta ultimazione di alcuni interventi presso gli impianti AFO4 nell’area agglomerato e nell’area PCA asservita all’agglomerato, non vi è neppure un chiaro allineamento dei tempi di ultimazione prospettati dal gestore con il crono programma allegato alla richiesta di modifica non sostanziale inoltrata con prot.DIR 257 del 17/12/12 e l’avanzamento lavori chiusura nastri trasmesso con prot.DIR.170 del 20/05/2013.Tale violazione è stata accertata con nota ISPRA prot. 24524 del 11 giugno 2013 ed è stata notificata a ILVA.
Per la serie: abbiamo 190 km di colabrodo, la cittadinanza è invitata a dispensare di minerali di vario tipo sulle proprie tavole, chi non gradisce chiuda le finestre e non disturbi i commensali, famiglia Corisi compresa. (video famiglia corisi giugno 2013 con prelievo minerale in casa a seguito dichiarazioni Bondi sabbia del Sahara http://youtu.be/KaNmrI80vYU)
Andando sempre a ritroso nel lungo percorso che i minerali compiono prima di essere rinfrescati dai fog cannon andiamo a scoprire come vengono scaricati i minerali dalle navi per poter essere trasportati sui nastri. Tutto a norma? Ricordate quel periodo in cui lo slogan era "stiamo rispettando l'AIA"?
Leggiamo la prescrizione AIA che regolamenta l'operazioe di scarico minerali dalle navi che attraccano agli sporgenti del porto di Taranto, e nello specifico quelli utilizzati da Ilva e citati nelle prescrizioni sono il 2° e 4° sporgente.
Prescrizione Nr.5 con scadenza 27/01/13
Si prescrive all’Azienda, con riferimento alle emissioni di polveri derivanti dalla movimentazione di materiali che siano trasportati via mare, l’adeguamento a quanto previsto dalla BAT n. 11, con l’utilizzo di sistemi di scarico automatico o scaricatori continui coperti, entro 3 mesi dal rilascio del provvedimento di riesame dell’AIA.
E qui, sinceramente, se il Mago Silvan fosse stato assunto dall'Ilva per risolvere qualche problemino avrebbe detto "no ragazzi, sono un bravo mago ma sinceramente non ce la faccio a far sparire le gru e le pale meccaniche con il malloppo di minerale tra le benne, fatemi finire la carriera dignitosamente".
Perchè, cosa riesce a dire Ilva così come riportato nelle tabelle riassuntive del primo e secondo trimestre? A Gennaio fa la figura dell'impreparato che risponde all'interrogazione orale su Dante argomentando con il dissidio del Petrarca, magari Ispra è distratta e non se ne accorge.
La risposta di Ilva è
La prescrizione è ATTUATA. Le attività sonoconcluse, avendo impiegato sugli scaricatori lemodifiche alla logica di funzionamento in rispettodelle prescrizioni tecniche rilasciate dalla dittaPhoenix. Tale modifica impedisce di fatto ognidiscrezionalità nelle operazioni di sbarco deimateriali alla rinfusa, inibendo il comando diapertura benna allorquando questa risulta piena dimateriale ed è in transito dalla nave alla tramoggiadi scarico. Inoltre l’effetto del pendolamento vieneinibito sempre attraverso modifiche di consensi dimarcia appositamente riprogettati. La stessa societàPhoenix ha provveduto alla ispezione del sistemaimplementato ed ha redatto opportuno rapporto indata 24.01.2013. Da tale verifica risultacorrettamente implementato il sistema prescrittodalla Phoenix.
Ad aprile pensando di averla passata liscia alla prima interrogazione chiude in bellezza puntanto molto più in alto e dichiara
La prescrizione è attuata come ribadito con nota DIR 121 del 19.04.2013.
La prescrizione è attuata? Ispra risonde a seguito della verifica di maggio
La soluzione tecnica implementata da ILVA per l’adempimento della prescrizione 5, relativa ai sistemi di movimentazione dei materiali trasportati via nave, presso gli sporgenti 2 e 4 del porto, non rientra tra quelle espressamente previste dall'autorizzazione, classificabile come rispondente alla BAT 11, come confermato, su richiesta di ISPRA, dal Ministero con prot. DVA 12006 del 24/05/13; tale violazione è stata accertata con nota ISPRA prot. 24524 del 11 giugno 2013 ed è stata notificata a ILVA.L’AC ha ritenuto inoltre che l'adempimento alla prescrizione debba avvenire solo attraverso contenitori con scarico automatico o scaricatori continui coperti, con conseguente esclusione del sistema di scarico con benna attualmente adottato presso lo sporgente 2 per le macchine scaricatrici DM1, DM2 e DM3 e presso lo sporgente 4 per la macchina scaricatrice DM 6. Sempre sullo sporgente 4, risultano inattive le macchine scaricatrici DM5 e DM8, le cui strutture sono ancora danneggiate a causa del tornado avvenuto alla fine del mese di novembre 2012.
La parte in grassetto è fondamentale per capire il perchè del rifiuto del Mago Silvan che reclutato per fare una grande magia avrebbe alzato le mani di fronte a una situazione del genere.
Vediamo le due foto qui sotto che sono state scattate dallo scrivente nella mattina del 6 giugno 2013, cioè quando Ilva aveva già dichiarato che la prescrizione era attuata e quando la verifica Ispra/Arpa era già avvenuta.
scarico con benna mentre la prescrizione dice "...con conseguente esclusione del sistema di scarico con benna attualmente adottato..."
e siccome non ci facciamo mancare nulla caliamo in stiva una pala
meccanica perchè il minerale sul fondo non riusciamo a pescarlo...con le
benne
A parte le operazioni in completa inottemperanza delle prescrizioni AIA, e cioè lo scaricare il minerale con le benne delle gru, ci chiediamo anche se è un'operazione "a norma" calare una pala meccanica nella stiva di una nave? Ma per questa domanda scrivemmo il 10 giugno http://www.peacelink.it/ecologia/a/38509.html e qualcuno ci disse che con queste foto al porto stavamo facendo la caccia alle streghe. Magari a trovarle le streghe, sarebbero molto meno pericolose.
Solo il giorno dopo, 11 giugno 2013, Ispra faceva comunicazione sugli esiti del controllo fatto nei giorni 28/30 maggio 2013 (documento in allegato all'articolo)
Gli stessi dettagli vengono ribaditi sempre da Ispra nella trasmissione del verbale di accertamento e notifica di violazione amministrativa connessa all'inosservanza delle prescrizioni, il trasgressore è Ilva spa che viola il comma 3 dell'art.1 del Decreto Legge 207 del 3.12.12 convertito dalla legge 231 del 24.12.12 che viene sanzionato con una somma che va da 50.000 euro sino al 10% del fatturato dell'Ilva risultante nell'ultimo bilancio approvato. (documento nota ISPRA n. 29513 in allegato all'articolo)
Sempre del 18 luglio 2013 è la nota del Garante Ilva, Dott. Vitaliano Esposito (documento nota Garante-97-2013 in allegato all'articolo), un documento che non ha bisogno di commenti in queste righe.
La storia ha avuto un seguito ed oggi è ben conosciuta con il titolo "salva ilva bis", la trama è sempre la stessa, se c'è qualcuno che vuole far rispettare la Legge interviene il Governo Italiano
(Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e le amministrazioni
del Governo Monti e Letta) che è subito pronto a cambiare le carte in
tavola affinchè il trasgressore non sia sanzionato e possa continuare
indistrurbato a violare la Legge provocando "malattia e morte" come
scrisse la Dott. Patrizia Todisco.
Infine scrive bene il Dott. Vitaliano Esposito, invitandoci a riflettere, quando nella sua nota segnala "l'esposta situazione, che rischia, se possibile, di aggravare la posizione di esposizione del nostro Paese nei confronti della Comunità internazionale, situazione di perdurante violazione, oltre che del diritto alla vita (articolo 2) e al rispetto alla vita privata e familiare (articolo 8), anche dal diritto al rispetto della proprietà tutelato dall'articolo 1 del primo protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea".
Che significato ha oggi la libertà dei componenti della famiglia Riva di fronte ad una sola vita spenta di un bambino, di un padre o di una madre a causa di questo scellerato sistema politico-economico?
per amore del mio popolo non tacerò, don peppe diana
Accade la stessa cosa a questo biricchino stabilimento Ilva di Taranto, tutte le volte che è stato richiamato dai cattivoni che volevano semplicemente fargli rispettare la Legge, con le mani sporche e le finte lacrime, è andato di corsa dai suoi genitori che abitano in un lussuoso feudo romano. Una famiglia allargata e numerosa con mamma e papà, zii e nonni pronti a difendere gli affari di famiglia. Il capo famiglia, un nonno oramai senza memoria, e se ce ne fosse andrebbe distrutta, assicura che tutto proceda per il verso giusto firmando carte e palesando l'illecito del bambino.
Ma è davvero così bugiardo e cattivo questo piccolo di nome Ilva che con le sue marachelle arricchisce la sua famiglia e gente di cui forse non conosciamo neanche il nome anche se questo profitto provoca un disastro ambientale in una terra dove la gente è destinata a morire in silenzio?
Si poteva scegliere un nome differente per questo bambino? Almeno si sarebbe evitato di accostare uno scenario apocalittico, quale è lo stabilimento tarantino, ad un'isola meravigliosa come l'isola d'Elba. Allora vediamo cosa succede.
In questi ultimi giorni si è parlato molto degli strumenti utilizzati nello stabilimento Ilva di Taranto per ottemperare alle prescrizioni AIA che obbligano l'azienda ad utilizzare, ed in alcuni casi migliorare ed intensificare, sistemi di bagnatura e filmatura nelle zone interessate dai cumuli di minerale. Prima di entrare nello specifico degli strumenti utilizzati, ed il modo in cui si utlizzano, ci soffermiamo su una domanda legata all'elemento principale che caratterizza queste operazioni e cioè l'elemento ACQUA
Dove vanno a finire le migliaia di litri di acqua utilizzati per la bagnatura nel parco minerali? In caso di pioggia, invece, come vengono trattate le acque?
Nell'attesa di capire quale possa essere la giusta risposta e dopo aver inoltrato la domanda per i canali istituzionali leggiamo quanto segue:
L’art. 113 del Decreto Legislativo del 3 aprile 2006 n. 152 (titolo III, capo IV: Ulteriori misure per la tutela dei corpi idrici) afferma che
“ai fini della prevenzione di rischi idraulici ed ambientali, le Regioni, previo parere del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, disciplinano e attuano le forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento provenienti da reti fognarie separate; i casi in cui può essere richiesto che le immissioni delle acque meteoriche di dilavamento, effettuate tramite altre condotte separate, siano sottoposte a particolari prescrizioni, ivi compresa l’eventuale autorizzazione”.
Continua a leggere...
E infatti la Regione Puglia, con Deliberazione di Giunta del 19 giugno 2007, n. 883, ha adottato, ai sensi dell’art. 121 del D. Lgs. n. 152/2006, uno specifico progetto di “Piano di tutela delle Acque”.
Piano che, per quanto riguarda gli stabilimenti industriali, relativamente alla disciplina ed al trattamento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, prevede che
“le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne che dilavano dalle pertinenze di stabilimenti industriali, di cui alla definizione, devono essere raccolte in vasche a tenuta stagna e sottoposte ad un trattamento depurativo appropriato in loco tale da conseguire il rispetto dei limiti di emissione previsti dalla tab. 3 di cui all’allegato 5 del D.Lgs. 152/99, per le immissioni in fogna e nelle acque superficiali; il rispetto dei limiti di emissione previsti dalla tab. 4 di cui all’allegato 5 del D.Lgs. 152/99, nel caso di scarico sul suolo. Inoltre, le acque di dilavamento successive a quelle di prima pioggia, che dilavano dalle pertinenze di stabilimenti industriali e che non recapitano in fognatura, devono essere sottoposte, prima del loro smaltimento, ad un trattamento di grigliatura, disoleazione e dissabbiatura”.
Inoltre, il piano regionale prevede anche, come è giusto che sia, delle sanzioni per chi non ottemperi a quanto sopra citato.
L’art. 133, comma 9 del D.Lgs. 152/06 recita: “Chiunque non ottempera alla disciplina dettata dalle Regioni ai sensi dell’articolo 113, comma 1, lettera b), è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da millecinquecento euro a quindicimila euro”.
Mentre l’art. 137, comma 9 D.Lgs. 152/06, dichiara che “chiunque non ottempera alla disciplina dettata dalle Regioni ai sensi dell’articolo 113, comma 3 (ossia chiunque apra o comunque effettui nuovi scarichi di acque reflue industriali, senza autorizzazione, oppure continui ad effettuare o mantenere detti scarichi dopo che l’autorizzazione sia stata sospesa o revocata), è punito con l’arresto da due mesi a due anni o con l’ammenda da millecinquecento euro a diecimila euro”.
Dopo aver letto quanto disposto e legiferato dagli organi istituzionali, ma soprattutto prima di sapere e capire come vengono trattate le acque in alcune zone dello stabilimento Ilva, andiamo a conoscere uno strumento molto "chiacchierato" in questi ultimi giorni a Taranto, il fog cannon
nella foto un fog cannon installato nello stabilimento Ilva
Andando per ordine la prescrizione nr.12 dell'AIA dice:
nebulizzazione di acqua medianti apposite macchine progettate e dimensionate all’uopo, per la riduzione delle particelle di polveri sospese generate delle emissioni diffuse derivanti da manipolazione e stoccaggio dei materiali (per Parchi Primari, Parco OMO e Parco Nord)
mentre la nota ILVA DIR.25 del 25-01-13 recita:
L’attività è in corso. Sono state effettuate delle prove di gittata tra il12 ed il 17 novembre 2012. Sono attualmente in ordine n° 8 fogcannon(ordine n° 1792/13 del 22.01.2013). Gli stessi saranno fornitidalla ditta SEMAT.
a seguito della verifica ispra a marzo 2013 si riporta:
Intervento il cui completamento risultadifferito rispetto alla data prescritta. Tale criticità è stata segnalata con nota ISPRA prot.12806 del 21 marzo 2013.
tramite Comunicazione ILVA DIR 144 del 27/04/13 si comunica:
Sono attualmente in ordine n° 10 fog-cannon (ordine n° 1791/13 del 22.01.2013). Come specificato con ns. nota prot.DIR 121 del 19.04.13, le prime 5 macchine fog-cannon (n.3 cannoni nei parchi primari, n.1 nel parco OMO/COK e n.1 nel parco GRF) saranno installate entro il 31.05.13. A seguire, nel mese di giugno saranno messi in servizio altri due cannoni (n.1 cannone nei parchi primari e n.1 nel parco GRF). Infine, nel mese di luglio 2013 saranno messi in servizio gli ultimi cannoni previsti nel progetto 2013 (n.1 cannone nei parchi primari, n.1 nel parco COK e n.1 nel parco GRF).
mentre nell'esito della verifica Ispra si legge:
A seguito dell’accertamento di violazione e della contestazione a ILVA nel I° trimestre 2013, è stato verificato lo stato di attuazione della diffida inoltrata dall’AC con prot. DVA-2013-7543 del 27/03/2013.E’stata presa visione dell’attivazione delle prime cinque macchine fog-cannon di cui tre ubicate nei parchi primari e una presso il parco OMO/Nord Coke, per la riduzione, tramite sistema di nebulizzazione ad acqua, delle particelle di polveri sospese generate dalla movimentazione e stoccaggio dei materiali; la diffida sarà completamente assolta solo al completamento dell’installazione delle rimanenti 5 macchine, prevista non oltre il mese di luglio p.v.; peraltro la diffida stessa prevede la possibilità nel periodo transitorio di metter in atto comunque soluzioni provvisorie, in attesa della fornitura di tutte le macchine; in tal senso il gestore ha adottato le misure provvisorie di bagnatura dei cumuli, tramite autobotte e idrante per il contenimento delle emissioni diffuse durante la movimentazione e lo stoccaggio.
Prima di conoscere la tecnologia brevettata da Hi Tech International che dà mandato ad Ecology per la vendita possiamo dare per certo che quelli brevettati non fanno boati e rumori simili ad esplosioni, molto probabilmente anche quelli installati nello stabilimento Ilva perchè altrimenti nell'ultima verifica Ispra un evento così rumoroso sarebbe stato riportato.
In un nota Ansa del 23 luglio (1) si legge:
La società Hi Tech International che produce in esclusiva il dispositivo brevettato Fog cannon usato per l'abbattimento delle polveri volatili e la società Ecology, che commercializza il prodotto, "non hanno mai fornito all'Ilva" tali dispositivi "che sono del tutto estranei all'incidente" segnalato ieri a Taranto. E' quanto precisato in una nota delle due società in riferimento alla segnalazione fatta ieri dal Comitato di Cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto secondo cui l'altra notte i cittadini del quartiere Tamburi avrebbero avvertito un forte boato provocato dalla messa in funzione di tali apparati all'interno dello stabilimento Ilva. "Il dispositivo brevettato per l'abbattimento delle polveri volatili denominato con marchio registrato 'Fog Cannon' - riferiscono le due società in una nota - è di esclusiva proprietà della società Hi Tech International che ne ha concesso la commercializzazione in via esclusiva in tutto il mondo alla società Ecology". "Il nome Fog cannon - è detto ancora - è registrato in via esclusiva per il dispositivo prodotto", dispositivi "che dette società non hanno mai fornito all'Ilva e che sono del tutto estranei all'incidente segnalato".
Netta presa di posizione della Hi Tech International che di fatto dimostra sul sito ufficiale del prodotto (2) che non costruisce semplicemente macchine che sparano una miscela aria e acqua finemente nebulizzata, anche chi ha riportato su un giornale locale tarantino questa informazione ha omesso, copiando ed incollando solo una parte, una caratteristica fondamentale dei Fog Cannon® venduti dalla Ecology e cioè l'utilizzo di due tensioattivi che vengono premiscelati con l'acqua e solo dopo sparati dalla macchina, i due tensioattivi sono di fondamentale importanza.
La macchina emette un potente getto di aria ed acqua nebulizzata, con l'aggiunta eventuale di un tensioattivo che può essere di tipo agglomerante oppure di tipo filmante.
L’agglomerante favorisce il legame con la polvere per la sua captazione eprecipitazione al suolo mediante effetto di gravità, è denominato ECS89 ed ècertificato dal Ministero della Sanità Tedesco, dalla VDI 2584 e dalla Ta-Luft.
Il filmante favorisce la costituzione di una crosta superficiale capace di mantenere lapolverosità al di sotto si essa, è denominato ECS90 ed è a base di sali e collantebiologico naturale.
Mentre nella sezione "domande frequenti" (3) del sito con cui Ecology pubblicizza i Fog Cannon® si legge:
A cosa serve un tensioattivo nel flusso di un Fog Cannon® ?
Il tensioattivo serve ad eliminare le tensioni superficiali delle particelle d'acqua, consentendo loro di agglomerare le particelle di polvere più facilmente e di precipitarle per gravità al suolo; diversamente tenderebbero a respingersi per legge fisico elettrostatica. Una volta che le particelle di polvere vengono precipitate al suolo, un diverso tensioattivo svolge un ruolo di filmante, al fine di conservare il più a lungo possibile una crosta superficiale che svolge il ruolo di contenimento.Cos'è un tensioattivo ?
I tensioattivi sono additivi biologici che modificano la tensione superficiale dell'acqua. Sono stati proposti tensioattivi anionici, non ionici e cationici; nei tre casi la componente polare è costituita rispettivamente da ioni solfonici, catene a base di ossido di etilene e ioni ammonio, mentre la componente a-polare è formata solitamente da una lunga catena alifatica (spesso C10-C18). Come si chiama il tensioattivo usato dal Fog Cannon® ?
Sono di due tipi e si chiamano ECS 89 ed ECS 90. Il tensioattivo è dannoso per la salute o per l'ambiente ?
I nostri ECS 89 ed ECS 90 assolutamente no! Anzi, l'ECS 89 è l'unico in commercio ad essere approvato dal Ministero della Sanità di un Paese Europeo, la Germania. L'ECS89 sporca o inquina il prodotto ?
Assolutamente no! La VDI tedesca e la Ta-Luft ne certificano l'assoluta innocuità, tanto che si può bere, respirare, bollire e bruciare senza conseguenze o alterazioni alcune, essendo di base un amido biologicamente ottenuto dal mais e dal riso. Quanto ECS89 consuma un Fog Cannon® ?
Il consumo di tensioattivo è in rapporto fisso di 1/400 al flusso di H2O massimo. Quali sicurezze passive adotta un Fog Cannon® ?
Quelle previste dalla normativa macchine: Decreto del Presidente della Repubblica n° 459 del 24/07/1996 "Regolamento per l'attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368, 93/44 e 93/68 concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine".
Se quindi i Fog Cannon® utilizzano due tensioattivi per due differenti motivi, come descritto e spiegato, quali tensioattivi vengono usati nel parco minerali Ilva? Vengono utilizzati e miscelati nell'acqua usata dai fog cannon? Il loro utilizzo risulta fondamentale proprio perchè l'acqua senza questi tensioattivi avrebbe solamente lo scopo di bagnare i cumuli di minerale che una volta asciugati creerebbero dopo pochi minuti l'effetto spolverio con conseguente interessamento del quartiere Tamburi e del cimitero attiguo. Inoltre risulta interessante il modo in cui il sito della Ecology ci tiene a specificare l'assoluta sicurezza nell'uso di questi tensioattivi proprio perchè di origine naturale.
Ma per cercare di capire se nel parco minerali Ilva si utilizzano addiviti filmanti ed agglomeranti per le polveri di minerale ritorniamo a consultare le prescrizioni AIA (4) dove si parla di bagnatura e filmatura di cumuli, strade e piste dei parchi minerali. Sono diverse quelle dove si parla di bagnatura nelle diverse zone del parco minerali ma la parola filmatura compare nella Nr. 7 e 14
Prescrizione Nr. 14 Wind Days dovrà essere garantita una filmatura doppia dei cumuli di materie prime stoccati ai parchi primari con frequenza doppia rispetto alle attività di filmatura effettuate secondo quanto previsto nella Pratica Operativa Standard n. G2 PA2 O1 nella edizione in vigore
Mentre per le seguenti semplicemente bagnatura
Prescrizione Nr. 8 implementazione delle attività di bagnatura delle strade dei parchi
Prescrizione Nr. 9 intensificazione delle attività di bagnatura delle piste interne dei parchi;
Prescrizione Nr.11 realizzazione di una nuova rete idranti per la bagnatura dei cumuli
Prescrizione Nr. 12 nebulizzazione di acqua medianti apposite macchine progettate e dimensionate all’uopo, per la riduzione delle particelle di polveri sospese generate delle emissioni diffuse derivanti da manipolazione e stoccaggio dei materiali (per Parchi Primari, Parco OMO e Parco Nord)
Prescrizione Nr. 15 Wind Days dovrà essere garantita una bagnatura doppia delle piste interne dei parchi primari rispetto alle normali condizioni meteo.
Proprio su questo tema Mario Diliberto scrive sul Quotidiano di Puglia, il 25 luglio 2013, quanto segue: Per evitare che le folate di vento scatenino piogge di polveri di minerale, si bagnano i cumuli con degli idranti montati su autobotti. Con quelle si procede alla cosiddetta filmatura delle collinette che svettano al di là del recinto.
Si comprende quindi che il metodo di filmatura viene effettuato tramite autobotti e non con i fog cannon e comunque non si conosce il tipo di sostanza utilizzato per ottenere la fimatura sui cumuli cioè quella crosta superficiale che impedisce lo spolverio e il conseguente innalzamento dei minerali.
Ma al parco minerali dell'Ilva come arriva la materia prima?
Tutti i minerali scaricati dalle navi, che arrivano nel porto di Taranto, vengono trasportati nel parco minerali con i nastri trasportatori. Lo stabilimento Ilva di Taranto, sul proprio sito ufficiale vanta ben 190 km di nastri. C'è poco da vantarsi invece, perchè proprio la prescrizione AIA Nr.6, che riguarda la copertura dei nastri, è stata una delle inadempienze più gravi dello stabilimento Ilva.
Si prescrive all’Azienda, con riferimento alla prescrizione del paragrafo n. 9.2.1.11 del decreto di AIA del 4 agosto 2011, di completare e integrare entro 3 mesi dal rilascio del provvedimento di riesame dell’AIA, l’intervento denominato “Interventi chiusura nastri e cadute”, mediante la chiusura completa (su tutti e quattro i lati) di tutti i nastri trasportatori di materiali sfusi, con sistema di captazione e convogliamento delle emissioni in corrispondenza dei punti di caduta (compresi salti nastro).
A gennaio Ilva comunica (prima relazione trimestrale) (documento allegato in articolo)
Attività in corso. Le attività di chiusura sui 4 lati di tutti i nastritrasportatori dello stabilimento sono attualmente in corso. Per laprescrizione in oggetto è stata inoltrata da ILVA una istanza dimodifica non sostanziale con nota Dir. 257 del 17.12.2012. A seguitodi detta istanza è stata inoltrata ulteriore comunicazione con cui si èspecificato che il termine per l’adeguamento di tutti i nastritrasportatori dello stabilimento è previsto per l’ottobre 2015 (notaILVA Dir. 19/2013 del 17.01.2013).
Mentre a seguito della verifica Ispra del 5/7 Marzo 2013 si legge
Intervento il cui completamento risultadifferito rispetto alla data prescritta.Con istanza di modifica non sostanzialeILVA ha comunicato la nuova scadenzaentro il 27/10/2015. Tale criticità è statasegnalata con nota ISPRA prot.12806 del 21marzo 2013.
Nel mese di Aprile lo stabilimento Ilva comunica (seconda relazione trimestrale) (documento allegato in articolo)
Come specificato con ns. nota prot. DIR 126 del 23.04.13, entro il 20.05.13 sarà inoltrata una comunicazione riportante lo stato di avanzamento dei lavori di chiusura.
Di contro, sempre a seguito della verifica del 28/30 maggio 2013 di Ispra/Arpa si comunica
Intervento il cui completamento risulta differito rispetto alla data prescritta.I tempi, previsti per la completa chiusura dei nastri, permangono significativamente superiori ai vincoli inizialmente imposti in AIA, per di più in carenza di espressione di parere dal parte dell’AC in merito alla modifica non sostanziale avanzata da ILVA al MATTM con nota prot. DIR 257 del 17/12/12 riguardante i tempi di attuazione della prescrizione. Inoltre, nonostante l’avvenuta ultimazione di alcuni interventi presso gli impianti AFO4 nell’area agglomerato e nell’area PCA asservita all’agglomerato, non vi è neppure un chiaro allineamento dei tempi di ultimazione prospettati dal gestore con il crono programma allegato alla richiesta di modifica non sostanziale inoltrata con prot.DIR 257 del 17/12/12 e l’avanzamento lavori chiusura nastri trasmesso con prot.DIR.170 del 20/05/2013.Tale violazione è stata accertata con nota ISPRA prot. 24524 del 11 giugno 2013 ed è stata notificata a ILVA.
Per la serie: abbiamo 190 km di colabrodo, la cittadinanza è invitata a dispensare di minerali di vario tipo sulle proprie tavole, chi non gradisce chiuda le finestre e non disturbi i commensali, famiglia Corisi compresa. (video famiglia corisi giugno 2013 con prelievo minerale in casa a seguito dichiarazioni Bondi sabbia del Sahara http://youtu.be/KaNmrI80vYU)
Andando sempre a ritroso nel lungo percorso che i minerali compiono prima di essere rinfrescati dai fog cannon andiamo a scoprire come vengono scaricati i minerali dalle navi per poter essere trasportati sui nastri. Tutto a norma? Ricordate quel periodo in cui lo slogan era "stiamo rispettando l'AIA"?
Leggiamo la prescrizione AIA che regolamenta l'operazioe di scarico minerali dalle navi che attraccano agli sporgenti del porto di Taranto, e nello specifico quelli utilizzati da Ilva e citati nelle prescrizioni sono il 2° e 4° sporgente.
Si prescrive all’Azienda, con riferimento alle emissioni di polveri derivanti dalla movimentazione di materiali che siano trasportati via mare, l’adeguamento a quanto previsto dalla BAT n. 11, con l’utilizzo di sistemi di scarico automatico o scaricatori continui coperti, entro 3 mesi dal rilascio del provvedimento di riesame dell’AIA.
E qui, sinceramente, se il Mago Silvan fosse stato assunto dall'Ilva per risolvere qualche problemino avrebbe detto "no ragazzi, sono un bravo mago ma sinceramente non ce la faccio a far sparire le gru e le pale meccaniche con il malloppo di minerale tra le benne, fatemi finire la carriera dignitosamente".
Perchè, cosa riesce a dire Ilva così come riportato nelle tabelle riassuntive del primo e secondo trimestre? A Gennaio fa la figura dell'impreparato che risponde all'interrogazione orale su Dante argomentando con il dissidio del Petrarca, magari Ispra è distratta e non se ne accorge.
La risposta di Ilva è
La prescrizione è ATTUATA. Le attività sonoconcluse, avendo impiegato sugli scaricatori lemodifiche alla logica di funzionamento in rispettodelle prescrizioni tecniche rilasciate dalla dittaPhoenix. Tale modifica impedisce di fatto ognidiscrezionalità nelle operazioni di sbarco deimateriali alla rinfusa, inibendo il comando diapertura benna allorquando questa risulta piena dimateriale ed è in transito dalla nave alla tramoggiadi scarico. Inoltre l’effetto del pendolamento vieneinibito sempre attraverso modifiche di consensi dimarcia appositamente riprogettati. La stessa societàPhoenix ha provveduto alla ispezione del sistemaimplementato ed ha redatto opportuno rapporto indata 24.01.2013. Da tale verifica risultacorrettamente implementato il sistema prescrittodalla Phoenix.
Ad aprile pensando di averla passata liscia alla prima interrogazione chiude in bellezza puntanto molto più in alto e dichiara
La prescrizione è attuata come ribadito con nota DIR 121 del 19.04.2013.
La prescrizione è attuata? Ispra risonde a seguito della verifica di maggio
La soluzione tecnica implementata da ILVA per l’adempimento della prescrizione 5, relativa ai sistemi di movimentazione dei materiali trasportati via nave, presso gli sporgenti 2 e 4 del porto, non rientra tra quelle espressamente previste dall'autorizzazione, classificabile come rispondente alla BAT 11, come confermato, su richiesta di ISPRA, dal Ministero con prot. DVA 12006 del 24/05/13; tale violazione è stata accertata con nota ISPRA prot. 24524 del 11 giugno 2013 ed è stata notificata a ILVA.L’AC ha ritenuto inoltre che l'adempimento alla prescrizione debba avvenire solo attraverso contenitori con scarico automatico o scaricatori continui coperti, con conseguente esclusione del sistema di scarico con benna attualmente adottato presso lo sporgente 2 per le macchine scaricatrici DM1, DM2 e DM3 e presso lo sporgente 4 per la macchina scaricatrice DM 6. Sempre sullo sporgente 4, risultano inattive le macchine scaricatrici DM5 e DM8, le cui strutture sono ancora danneggiate a causa del tornado avvenuto alla fine del mese di novembre 2012.
La parte in grassetto è fondamentale per capire il perchè del rifiuto del Mago Silvan che reclutato per fare una grande magia avrebbe alzato le mani di fronte a una situazione del genere.
Vediamo le due foto qui sotto che sono state scattate dallo scrivente nella mattina del 6 giugno 2013, cioè quando Ilva aveva già dichiarato che la prescrizione era attuata e quando la verifica Ispra/Arpa era già avvenuta.
A parte le operazioni in completa inottemperanza delle prescrizioni AIA, e cioè lo scaricare il minerale con le benne delle gru, ci chiediamo anche se è un'operazione "a norma" calare una pala meccanica nella stiva di una nave? Ma per questa domanda scrivemmo il 10 giugno http://www.peacelink.it/ecologia/a/38509.html e qualcuno ci disse che con queste foto al porto stavamo facendo la caccia alle streghe. Magari a trovarle le streghe, sarebbero molto meno pericolose.
Solo il giorno dopo, 11 giugno 2013, Ispra faceva comunicazione sugli esiti del controllo fatto nei giorni 28/30 maggio 2013 (documento in allegato all'articolo)
Gli stessi dettagli vengono ribaditi sempre da Ispra nella trasmissione del verbale di accertamento e notifica di violazione amministrativa connessa all'inosservanza delle prescrizioni, il trasgressore è Ilva spa che viola il comma 3 dell'art.1 del Decreto Legge 207 del 3.12.12 convertito dalla legge 231 del 24.12.12 che viene sanzionato con una somma che va da 50.000 euro sino al 10% del fatturato dell'Ilva risultante nell'ultimo bilancio approvato. (documento nota ISPRA n. 29513 in allegato all'articolo)
Sempre del 18 luglio 2013 è la nota del Garante Ilva, Dott. Vitaliano Esposito (documento nota Garante-97-2013 in allegato all'articolo), un documento che non ha bisogno di commenti in queste righe.
Infine scrive bene il Dott. Vitaliano Esposito, invitandoci a riflettere, quando nella sua nota segnala "l'esposta situazione, che rischia, se possibile, di aggravare la posizione di esposizione del nostro Paese nei confronti della Comunità internazionale, situazione di perdurante violazione, oltre che del diritto alla vita (articolo 2) e al rispetto alla vita privata e familiare (articolo 8), anche dal diritto al rispetto della proprietà tutelato dall'articolo 1 del primo protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea".
Che significato ha oggi la libertà dei componenti della famiglia Riva di fronte ad una sola vita spenta di un bambino, di un padre o di una madre a causa di questo scellerato sistema politico-economico?
per amore del mio popolo non tacerò, don peppe diana
Note: 1.comunicato Hi Tech International e Ecology http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/rifiuti/2013/07/23/Ilva-societa-Fog-Cannon-estraneo-boato-notturno-Taranto_9064713.html
2.sito ufficiale Ecology http://www.fogcannon.com/
3.faq su Fog Cannon® http://www.fogcannon.com/lang_id_1/page_id_8/index.htm
4.documenti aia e controlli sito ufficiale garante aia ilva http://www.isprambiente.gov.it/it/garante_aia_ilva/aia-e-controlli
2.sito ufficiale Ecology http://www.fogcannon.com/
3.faq su Fog Cannon® http://www.fogcannon.com/lang_id_1/page_id_8/index.htm
4.documenti aia e controlli sito ufficiale garante aia ilva http://www.isprambiente.gov.it/it/garante_aia_ilva/aia-e-controlli
Allegati
- primo trimestre stato di attuazione prescrizioni ad esito verifica ispra (620 Kb - Formato pdf)ispra - Fonte: isprambiente.gov.it/ittabella riassuntiva trimestraleCopyright © ispra
Licenza: CC Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0
- secondo trimestre stato di attuazione prescrizioni ad esito verifica ispra (877 Kb - Formato pdf)ispra - Fonte: isprambiente.gov.it/tabella riassuntiva trimestraleCopyright © ispra
Licenza: CC Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0
- nota garante ilva (2558 Kb - Formato pdf)garante aia ilva - Fonte: isprambiente.gov.it/it/garante_aia_ilvaCopyright © garante aia ilva
Licenza: CC Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0
- nota ispra (451 Kb - Formato pdf)ispra - Fonte: isprambiente.gov.it/it/garante_aia_ilvaCopyright © ispra
Licenza: CC Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0
- brocure Fog Cannon® (1554 Kb - Formato pdf)Ecology - Fonte: fogcannon.comla brochere del Fog Cannon®Copyright © Ecology
Licenza: CC Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0
Nessun commento:
Posta un commento