venerdì 12 luglio 2013

Addio Esccpoosito, una maschera in meno nella farsa di Stato!

Ilva, silurato il garante. «Sull’Aia lavoro a rilento»

eleonora albanese


La coincidenza è del tutto casuale, ma significativa. Nelle stesse ore in cui Montecitorio approvava gli emendamenti al decreto Ilva per licenziare alla fine il testo (che passerà ora all’esame del Senato) al ministero dell’Ambiente si riunivano con Andrea Orlando il commissario per l’Ilva Enrico Bondi e il sub commissario Edo Ronchi, il presidente Nichi Vendola, accompagnato dall’assessore Lorenzo Nicastro, il sindaco di Taranto Ippazio Stefano e il garante (ancora per poco tempo) Vitaliano Esposito. L’oggetto della riunione: fare il punto sull’applicazione dell’Aia, partendo dalla constatazione che in questi mesi, da quando a gennaio è entrata in vigore la legge 231 - in via di modificazione con il decreto in corso di attuazione - si è fatto molto poco. E, del resto, lo ha ammesso lo stesso ministro Orlando quando, a proposito dell’eliminazione nel nuovo testo della figura del garante che avrebbe dovuto sorvegliare l’applicazione dell’Aia, ha dichiarato: «Non si può dire che non si sia fatto proprio niente, Esposito ha segnalato le difficoltà, ma certamente gli obiettivi della tabella di marcia non sono stati rispettati e la formula che affidava la gestione alla proprietà e prevedeva un garante non ha funzionato. Avere la presenza pubblica all’interno dell’azienda attraverso il commissariamento è quindi un elemento di maggior garanzia».

Enrico BondiEnrico Bondi
Accanto a Bondi è Ronchi, il quale ha snocciolato, con grande senso pratico proprio di chi le questioni ambientale le maneggia da tempo, una serie di notizie tutte importanti. Intanto si sta lavorando al piano industriale, quindi si sta predisponendo il piano finanziario e, grazie al supporto della Mc Kinsey, si sta aprendo una linea di credito con la Bei ed altre banche per ottenere 1,8 miliardi: 300 milioni andranno alla bonifica di acqua, rifiuti e discariche, il resto servirà all’applicazione dell’Aia, perché «è questa la cifra che abbiamo valutato sia necessaria». Naturalmente a restituire i soldi non sarà lo Stato, «non c’è dotazione pubblica», ma l’azienda. Quindi, «sono in una fase di progettazione esecutiva gli interventi prioritari come la copertura dei parchi minerari», ha aggiunto Ronchi. Quarto: si sta mettendo in piedi una struttura tecnica per l’utilizzo di tecnologie avanzate, formata, anche in raccordo con le università pugliesi, da giovani consulenti selezionati dalla Price, per creare «quel know-how ambientale utilizzabile anche dopo l’adozione delle misure», a Taranto come negli altri siti di interesse strategico nazionale. Insomma, l’Ilva - è l’opinione di Orlando - rappresenta «una sfida ambiziosa, unica strada per rispondere alla crisi ambientale e sociale di Taranto». Ma non tutti sono usciti soddisfatti dall’incontro. Il sindaco Stefano, per esempio, ha parlato di «sette mesi persi, Taranto non ha visto ancora un minimo vantaggio». Quanto al governatore, mentre i deputati di Sel si astenevano sul decreto, ha ricordato la sua vecchia richiesta di commissariamento dell’Ilva; ha poi sottolineato con favore il ruolo che gli enti territoriali svolgeranno nell’attuazione del risanamento (materia per la quale la Regione Puglia potrà sforare il patto di stabilità interna per 1,3 milioni nel 2013 e per 40 milioni nel 2014 per le spese necessarie agli interventi previsti dal decreto) e quindi ha concluso parlando di "svolta, perché come hanno detto Bondi e altri l’Ilva può essere l’occasione per trasformare la fabbrica, la cultura industriale e scientifica». E Bondi? Come nel suo stile non ha aperto bocca, lasciando a precipizio il ministero al termine della riunione.
Rosanna Lampugnani CdM

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