Dal 2012 grazie al nuovo gasdotto Galsi che parte dall’Algeria
LUCA IEZZI, ROMA — «Accordo storico» il ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani ha definito il via libera al gasdotto Galsi che collegherà l’Algeria alla Sardegna per poi raggiungere la Toscana. Dal 2012 arriveranno per questa via 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno: due resteranno a disposizione della regione Sardegna (azionista al 10 della società che lo costruirà), gli altri saranno utilizzati dagli altri azionisti, cioè Sonatrach, Edison, Enel, Wintershall, Hera. All’incontro intergovernativo hanno partecipato il premier Romano Prodi e dal presidente algerino Abdelaziz Bouteflika e dieci ministri, l’accordo sul gasdotto prevede che entro 18 mesi siano concesse tutte le autorizzazioni necessarie per iniziare la posadei 900 Km di tubi per un costo complessivo di 2,5 miliardi di euro. Dall’altro lato del Mar Tirreno, a Roma, continuano i lavori del congresso mondiale dell’Energia (Wec) che ieri si è concentrato sui nuovi consumi di Cina e India: Nobuo Tanaka, direttore esecutivo della Agenzia internazionale dell’energia ha tratteggiato un quadro anche peggiore delle ultime stime: nel 2010 la Cina supererà gli Usa come primo consumatore di petrolio, poi consoliderà questo primato soprattutto a causa della diffusione delle automobili. Nel 2030 la metà di tutti i consumi energetici sarà concentrata in Asia e l’India diventerà il primo produttore di anidride carbonica. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ieri ha ricevuto al Quirinale alcuni delegati del Wec, ha parlato di «scenario allarmante che minaccia la sicurezza energetica e l’ambiente». «Sotto la spinta dello sviluppo dei giganti asiatici del commercio internazionale e della crescita economica, la domanda globale di energia si è impennata al di là di ogni previsione» ha spiegato il presidente che ha invitato i governi alla collaborazione per cambiare modi e utilizzi dell’energia con la ricerca, la diffusione delle tecnologie e il potenziamento delle energie rinnovabili. Si è parlato anche di petrolio e vista la presenza del ministro dell’energia kazako, Sauat Mynbayev, al fianco dell’ad dell’Eni Paolo Scaroni. Eppure la soluzione delle trattative tra le due parti sulle sorti del maxgiacimento del Kashagan non è alle viste: «Abbiamo discusso — ha spiegato il ministro — sulla ripartizione degli utili, derivanti dall’estrazione del petrolio vogliamo raggiungere un accordo equilibrato sugli interessi economici. La crescita della quota della società di stato è una opzione non la nostra priorità». Si sta cercando un modo per soddisfare il governo kazako che, scontento per i ritardi nella costruzione degli impianti nel Mar Caspio, ha minacciato di bloccare il consorzio internazionale guidato dall’Eni. Sia Mynbayev che Scaroni hanno auspicato una soluzione entro l’anno, la settimana prossima è previsto un nuovo incontro a Londra. Sul fronte dell’elettricità nazionale da segnalare una lettera del ministro per le Politiche per la famiglia Rosi Bindi a Bersani in cui chiede che «Il varo a inizio 2008 del nuovo sistema di tariffe sociali per dare sostegno ai consumi delle famiglie a basso reddito, deve essere accompagnato da una riforma delle tariffe che tenga conto della penalizzazione subita con il sistema attuale dai nuclei familiari composti da più di tre persone». Secondo la Bindi il sistema attuale basato sui consumi punisce soprattutto le famiglie numerose.
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