dal sito di Legambiente:Comunicati stampa
15/11/2007 13:46
CO2: l'aumento di emissioni dimostra l'inefficacia delle politiche energetiche
Della Seta (Legambiente) risponde a Conti (Enel) che ha sostenuto l'inefficacia Kyoto per combattere l'aumento di emissioni da anidride carbonica “No, l’aumento di CO2 dimostra l’inefficacia delle politiche energetiche, soprattutto nazionali”. È lapidario il commento di Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, sulle valutazioni espresse dall’amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, secondo il quale l’aumento delle emissioni di anidride carbonica dimostrerebbe la sostanziale inefficacia del protocollo di Kyoto.
“Se da un lato – chiarisce Roberto Della Seta – è evidente che gli sforzi dei Paesi industrializzati nel ridurre le emissioni di CO2 rischiano di essere annullati dall’incremento delle emissioni delle economie in crescita (in particolare India, Cina e Brasile), è innegabile, come emerso chiaramente a Nairobi esattamente un anno fa, che il problema dei cambiamenti climatici è indotto dall’accumulo in atmosfera delle emissioni dovute, a partire dal secolo scorso, soprattutto ai Paesi oggi industrializzati”.In testa alla lista dei paesi con maggiori responsabilità ci sono gli Stati Uniti, lo stato più inquinante al mondo e l’unico paese industrializzato insieme all’Australia che non ha ancora ratificato il protocollo di Kyoto. Qui le emissioni di CO2 sono aumentate di un ulteriore 1,3 per cento rispetto al 2000 e del 15,8 per cento rispetto al 1990, arrivando nel 2004 a quota 7 miliardi di tonnellate.
“Sul fronte delle emissioni poi, – continua il presidente di Legambiente – è altrettanto evidente come le tensioni introdotte dall’incremento del prezzo del petrolio hanno visto un maggiore ricorso al carbone soprattutto nell’industria termoelettrica. Dunque non è un sproposito sostenere che Enel ha le sue responsabilità. Parallelamente restano poco efficaci le politiche di contenimento dei consumi, di miglioramento del sistema dei trasporti e di generazione da fonti rinnovabili”.
In Italia infatti, gli aumenti più consistenti di emissioni hanno riguardato i trasporti (+27,5%) e la produzione di energia termoelettrica (+17%). L’aumento complessivo è arrivato al 13% portando a circa il 20% le riduzione da realizzarsi da oggi al 2012.
“Ultima osservazione, ma non meno importante, – conclude Roberto Della Seta – riguarda il cosiddetto carbone pulito. Conti batte la strada di altri esponenti politici del nostro governo che sostengono in maniera anacronistica e incoerente la necessità di guardare alle moderne tecnologie per l’utilizzo del carbone pulito in quanto possibilità concreta di contenere i futuri rialzi del prezzo dell’energia e contribuire alla stabilità del sistema. Un enorme ossimoro, simbolo di una politica e di un’industria antiquata e incapace di proporre soluzioni innovative. Servirebbe più coraggio”.15/11/2007 12:25
Auto e CO2: ecco i livelli medi di emissioni dei nuovi modelli
Peugeot Citroen, Fiat e Renault le case meno inquinanti. Daimler e Bmw in coda alla classifica di Transport Evironment
Peugeot Citroen, Fiat e Renault sono le case automobilistiche in testa alla classifica dei tagli alla CO2 nel 2006. Daimler Chrysler e Bmw sono invece quelle dalle emissioni più pesanti. Lo scorso anno, le industrie francesi, italiane e giapponesi hanno superato i rivali tedeschi nella corsa alla produzione di automobili efficienti e a basse emissioni. Sono i dati presentati oggi da Transport Environment, la rete europea di associazioni che si occupa di trasporto sostenibile di cui Legambiente è partner italiano. Complessivamente, i gruppi automobilistici tedeschi hanno visto crescere le emissioni di CO2 dei nuovi veicoli venduti in media dello 0,6%. Al contrario le industri francesi e italiane hanno ridotto le emissioni, in media, dell’1,6%. Le case produttrici giapponesi hanno fatto significativi progressi, tagliando le emissioni del 2,8%, e la Toyota è quella che ha raggiunto i risultati migliori, con una media di emissioni di anidride carbonica inferiore del 5% rispetto al 2005. I dati sono riferiti alla vendite in Europa nel 2006 tratte da un monitoraggio Ue, fatto analizzare da Transport Environment dall’Istitute for European Environmental Policy (IEEP).
In testa alla classifica delle case automobilistiche che hanno venduto i veicoli meno inquinanti si piazzano la PSA Peugeot Citroen (con una media di emissioni di CO2 di 142 g/km), la Fiat Spa (144 g/km) e la Renault SA (147 g/km). La Toyota Motor Corp (153 g/km) e la Honda Motor Company (154 g/km) occupano il quarto e il quindo posto. Chiude l’elenco la Daimler Chrysler con 188 g/km.
“La Fiat è in buona posizione – commenta Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente – ma, rispetto agli anni passati, ha fatto un passo indietro nei confronti dei competitori francesi. E’ evidente che se vuole recuperare la strada perduta e vincere la sfida della competitività deve investire di più nell’innovazione ambientale”.
“La proposta della Commissione europea al 2012, per le auto – ricorda il presidente di Legambiente – è di 130 grammi di CO2 emessa per chilometro, con un’ulteriore riduzione di 10 g/km da raggiungere attraverso una migliore efficienza dei carburanti. Lanciare uno o due modelli ecologici non è sufficiente per vincere le sfide del clima, della crescita del prezzo dei carburanti e della dipendenza europea dalle importazioni di petrolio. L’efficienza energetica che non può essere un extra ma deve essere incorporata negli standard europei sulle emissioni”.
I dati presentati oggi dimostrano anche l’importanza di ridurre il peso dei veicoli per tagliare le emissioni di anidride carbonica. Case come la Peugeot, che hanno diminuito il peso delle auto hanno infatti tagliato anche le emissioni. Mentre la DaimlerChrysler e la Volkswagen hanno prodotto, in media, veicoli più pesanti e più inquinanti.
Le case automobilistiche tedesche - sottolinea la nota di Transport Environment - stanno facendo pressioni su Bruxelles perché gli standard europei di Co2 per veicoli siano nel futuro basati sul peso, e quindi meno stringenti per i veicoli più pesanti che costituiscono la componente fondamentale della produzione tedesca basata sulla produzione di grandi auto di lusso. “Ma ridurre il peso delle auto - aggiunge Della Seta - è una delle strade più importanti per ridurre le emissioni di anidride carbonica. La differenziazione del livello consentito di emissioni in base al peso del veicolo sarebbe un disincentivo all’innovazione e alla produzione di auto più leggere”.
L’ufficio stampa Legambiente 06 86268399 - 79 – 77
giovedì 15 novembre 2007
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