martedì 27 novembre 2007

Codice ambientale: Consiglio dei Ministri approva correttivo

dal Sito del Ministero dell'Ambiente:


Pecoraro: più capacità di controllo senza burocrazia. Inseriti i principi comunitari di prevenzione, precauzione e ‘chi inquina paga’
Tra le novità tempi certi per la valutazione d’impatto ambientale

Il Consiglio dei Ministri ha approvato questa mattina, in seconda lettura come prescrive la legge, su proposta del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio lo schema di decreto legislativo correttivo al Codice ambientale (dl 152/2006). Il decreto correttivo, già approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri il 13 settembre scorso, aveva ottenuto i pareri positivi delle commissioni parlamentari lo scorso 24 settembre. Ora, entro venti giorni, si attende il nuovo parere delle commissioni parlamentari per consentire il definito varo del provvedimento da parte del Cdm.

“Con questo nuovo provvedimento – ha dichiarato il ministro Pecoraro Scanio - colmiamo una lacuna, inserendo finalmente nelle normative italiane alcuni punti fermi comunitari, quali i principi di precauzione e prevenzione e ‘chi inquina paga’. Restituiamo così logica e trasparenza alle norme ambientali garantendo il controllo per rafforzare la lotta a illegalità e ecomafie ma eliminando gli inutili appesantimenti burocratici per le imprese. E’ un passaggio importante di riforma delle normative nell’ottica dello sviluppo sostenibile”.

Il testo, frutto di un lungo e costruttivo confronto con le regioni, il mondo dell’impresa, il sindacato e le associazioni ambientaliste, ha accolto numerose condizioni contenute nel parere delle commissioni parlamentari e della Conferenza Unificata e ha recepito alcune indicazioni contenute nel recente parere del Consiglio di Stato. Il correttivo interviene su due settori normativi assai importanti per le politiche ambientali, quali i rifiuti e le valutazioni d’impatto ambientale. Il Ministero dell’Ambiente pone così rimedio ad una riscrittura delle norme voluta dal precedente Governo che ha provocato, tra le tante criticità, l’apertura di numerose infrazioni comunitarie nei confronti dell’Italia.

In sintesi, il decreto approvato questa mattina - rispetto alle norme in vigore - riscrive integralmente le norme in materia di VIA e VAS (Valutazione d’Impatto Ambientale e Valutazione Ambientale Strategica) e stabilisce tempi certi per la VIA – che andrà fatta sul progetto definito e non più preliminare - dai 150 giorni ad un massimo di 330 giorni (per le opere più complesse) senza possibilità di prolungamenti indefiniti. E’ stato inoltre eliminato il silenzio-rigetto, ossia il meccanismo automatico in base al quale in assenza di risposte si considerava rifiutata la richiesta valutazione presentata. Ora si avrà sempre un provvedimento motivato entro i termini stabiliti. In caso di superamento dei termini il provvedimento andrà alla decisione del Consiglio dei Ministri. Il provvedimento recepisce anche le direttive comunitarie in materia di partecipazione dei cittadini che oggi sono sostanzialmente esclusi dal processo decisionale. I cittadini potranno così intervenire già all’inizio dell’iter procedimentale. La modifica delle norme relative alla Vas consentirà di superare le infrazioni comunitarie aperte nei confronti del nostro paese.

Per i rifiuti è stato migliorato il testo già approvato in Cdm a settembre con norme, come chiesto da Camera e Senato, che semplificano la tracciabilità dei rifiuti attraverso un sistema di controllo informatico, consentendo così il superamento dei vecchi sistemi cartacei. Sono state accolte poi le indicazioni di Camera e Senato che precisano la definizione di rifiuto, le norme sulle materie prime e seconde e in tema di deposito temporaneo e terre e rocce da scavo, portando fino a 3 anni la possibilità di deposito per le opere più rilevanti. Infine è stata riordinata la normativa relativa ai Consorzi di filiera accogliendo le indicazioni del Parlamento.


Roma, 23 novembre 2007

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