Dal Corriere del Giorno del 23 ott 2007
Gas Natural e Snam
intesa per il gasdotto
Collegherà il rigassificatore alla rete di distribuzione
Il Gruppo Gas Natural e Snam Rete Gas hanno raggiunto l’intesa in base alla quale quest’ultima realizzerà i due gasdotti di connessione dei due progetti di rigassificazione di Taranto e Trieste alla rete di distribuzione nazionale del gas, una volta ottenute le autorizzazioni previste.
Questo accordo, si legge in una nota di Gas Natural, segna un importante passo avanti per i due progetti che il Gruppo Gas Natural ha presentato tre anni fa alle Autorità italiane. Esso prevede inoltre un significativo investimento da parte di Snam Rete Gas per il quale Gas Natural ha
presentato le garanzie necessarie ottenute da uno dei maggiori istituti bancari italiani.
La società conferma in tal modo il suo impegno nel portarli avanti entrambi, forte della propria esperienza maturata in Spagna e all’estero nel settore del trasporto di GNL e di realizzazione di impianti di rigassificazione. In Spagna, a Barcellona, dal 1969 è operativo un impianto di rigassificazione con caratteristiche simili a quelle dei due progetti in Italia che, insieme ad altri 5 impianti, costituiscono il sistema di GNL spagnolo che approvvigiona il 69% del gas naturale del Paese.
Attualmente, la multinazionale gestisce l’unico impianto di rigassificazione di Porto Rico e detiene i diritti esclusivi per la capacità eccedente di rigassificazione nell’isola. I due progetti - della capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas ciascuno - prevedono un investimento complessivo di circa 1 miliardo di euro e sono sottoposti attualmente alla procedura per il rilascio della VIA da parte del Ministero per l’Ambiente. In quanto progetti on shore, l’investimento richiesto, a
parità di capacità di rigassificazione, è significativamente inferiore a quello richiesto da progetti off shore, riducendo sensibilmente l’impatto sul consumatore finale italiano.
In tal modo, il Gruppo Gas Natural ribadisce la sua chiara volontà di contribuire alla liberalizzazione del mercato energetico italiano, diversificando le fonti di approvvigionamento attuali che per oltre il 90% sono costituite da metanodotti.
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