I temi della riunione erano di scottante attualità, a partire dai dati sulla diossina immessa nell’aria di Taranto dallo stabilimento Ilva. L’appuntamento del Tavolo Tecnico di monitoraggio sull’Atto d’Intesa tra Azienda e Istituzioni, fissato per ieri mattina, ha richiamato l’attenzione di varie associazioni ambientaliste e non, che da tempo hanno preso a cuore il problema. Ma per i rappresentanti dell’Ail, di Peacelink, del Comitato per Taranto e del Movimento d’Azione Cittadino le porte si sono subite chiuse. Ecco cosa ci ha raccontato il com.te Cimaglia del Movimento d’Azione Cittadino: «Abbiamo chiesto di partecipare come semplici uditori presentando una domanda scritta al Prefetto, che ha girato la stessa al presidente Vendola. La risposta ci è invece arrivata da un funzionario, il dottor Limongelli, che ci ha negato la partecipazione dicendo che il Tavolo era tecnico. Stamattina ci siamo presentati ugualmente e abbiamo chiesto di partecipare. L’assessore regionale all’ambiente Losappio, in presenza nostra, del Prefetto e del vice-prefetto, ha asserito che è stato chiesto ai rappresentanti del Tavolo se accettavano la presenza come uditori delle associazioni. Tutti gli hanno risposto di sì tranne il rappresentante dell’Ilva che avrebbe affermato: “se entrano le associazioni vado fuori io”». A questo punto i protagonisti del Tavolo avrebbero deciso di proseguire a porte chiuse. «Un fatto molto grave - ha aggiunto Cimaglia - perchè vuol dire che tutto il Tavolo è Ilva-dipendente» . Un ambientalista, l’ing. Biagio De Marzo (Comitato per Taranto) si è ribellato a questa decisione occupando una sedia. Così la riunione è andata avanti con la presenza dello stesso De Marzo e di un agente della Digos posizionato alle sue spalle. Tra i più indignati Peppe Cicala, altro rappresentante del Comitato per Taranto, che ha denunciato la mancata applicazione della Convenzione di Aarhus e del D.Lgs 334/99 riguardo alla partecipazione dal pubblico quando di dibattono problematiche riguardanti la salvaguardia della salute pubblica. «Io non me la prendo con Riva - ha sottolineato Paola D’Andria, presidente dell’Ail jonica - il problema è che le istituzioni che dovrebbero difendere Taranto, non se la sentono di correre questo rischio. All’assessore Losappio voglio dire che la libertà oltre ad essere un diritto è anche un sacrosanto dovere».
mercoledì 10 ottobre 2007
Il Tavolo Tecnico di monitoraggio sull'Atto d'Intesa: A Porte Chiuse
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