venerdì 26 ottobre 2007

Cara Senatrice Franca Rame....


Gentile sen. Franca Rame, qui la situazione è grave.......
Gentile direttore,
le invio la lettera indirizzata alla Senatrice Franca Rame con preghiera di pubblicazione.

Gentile senatrice, sono una cittadina di Taranto, forse si ricorderà di me perchè Le ho scritto pubblicamente ringraziandoLa per l’interrogazione parlamentare sulla diossina a Taranto.
Torno a scriverle perchè qui la situazione diviene ogni attimo più grave.
Taranto vive un momento particolarlmente delicato : il dissesto finanziario è stato per noi tutti un colpo durissimo.
La città sta, tuttavia, cercando, a fatica, di riemergere dalle ceneri di un fallimento
che non è solo economico ma è, per certi versi, anche sociale e morale.
Taranto è afflitta dalla piaga di un inquinamento selvaggio, incontrollato e insidiosissimo: diossina, pm10, mercurio, solo per citare alcuni degli inquinanti più dannosi per la nostra salute, raggiungono in città percentuali da brivido. ( si stima che il 90% della diossina prodotta in Italia si concentri a Taranto).
Ogni cittadino, grande, piccolo, anziano, respira quotidianamente veleni che compromettono seriamente la sopravvivenza delle generazioni presenti ma soprattutto di coloro che verranno dopo di noi.
La città ospita 9 impianti ad elevato rischio ambientale, trai quali ILVA, AGIP, CEMENTIR.
La città è stata dichiarata, per legge, città ad elevato rischio ambientale.
Da questo deriva il preciso obbligo ,per le istituzioni, di operare per garantire alla
città un progressivo alleggerimento del carico industriale presente sul territorio.
E invece, pensi, ci si sta muovendo esattamente nella direzione opposta.
Il ministero dello sviuppo economico, infatti, vuole imporre, contro il parere
dell’amministrazione comunale e scavalcando il piano regolatore portuale, un
impianto di rigassificazione a tutti i costi.
Questo a 700 metri dalle fiaccole sempre accese della raffineria, ad un chilimetro
dal complesso siderurgico più grande d’Europa e ad un chilomentro e mezzo dal centro abitato.
I pericoli di un possibile effetto domino sono elevatissimi.
(Senza dimenticare che in questi stessi giorni anche l’Eni si propone alla città
con un progetto di raddoppio della capacità produttiva della raffineria, sempre nella stessa area).
L’amministrazione comunale e l’autorità portuale hanno detto NO al rigassificatore
ma questo rischia di non servire a nulla.
La prego di aiutarci ad impedire che l’ennesima violenza sia perpetrata ai
danni del martoriato territorio jonico.
Il mondo politico si ostina ad imporre scelte dettate da principi assolutamente
estranei all’interesse generale e alla salvaguardia della salute pubblica e dell’ambiente in cui viviamo, scelte che paghiamo ogni giorno sulla nostra pelle e
su quella dei nostri figli.
La ringrazio infinitamente
Lea Cifarelli

Dal Corriere del Giorno, 25 ottobre 2007

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